Website Ribbon Azione Giovani Arezzo - Dx Amaranto: 2011

martedì 27 settembre 2011

Lucacci: dalle dimissioni di Paolo Brandi alla nomina di Banchetti

Arezzo Domani prende atto delle dimissioni di Paolo Brandi dai vertici di Estra, dimissioni già chieste da Arezzo Domani nel proprio comunicato del 30 giugno 2011. La situazione di dissesto finanziario del Comune di Castiglion Fiorentino appare ormai in tutta la sua rilevanza e drammaticità, tanto da costringere il Sindaco neo-eletto alle dimissioni, ed indubitabili appaiono le responsabilità politiche nascenti dalla gestione dell'allora Sindaco Paolo Brandi.
In una Nazione come quella Italiana in cui mai nessuno si dimette, va riconosciuto il merito del gesto a Paolo Brandi.
Rimane del tutta assurda la scelta di chi, al tempo, pur con le notizie sul dissesto del comune di Castiglion Fiorentino già di dominio pubblico, volle nominare lo stesso Paolo Brandi ai vertici di Estra.
Con il senno del poi appaiono, inoltre, spiegabili le scelte dell'allora sindaco Brandi sulla centrale a Biomasse e sul campo da Golf da realizzare dove sorgeva lo zuccherificio SADAM. Appare evidente che il Sindaco Brandi si aspettasse di far incassare al Comune di Castiglion Fiorentino somme derivanti dagli oneri connessi alla realizzazione di tali opere che sarebbero servite a ridurne l'esposizione debitoria. Appare anche evidente che in nulla poteva essere tenuta in conto, dal Sindaco Brandi, l'opinione di quei Castiglionesi ed Aretini che si opponevano alla realizzazione della centrale a biomasse al confine tra i due comuni, temendo per la propria salute.
Arezzo Domani coglie l'occasione per contestare nettamente anche la possibile scelta del successore di Paolo Brandi ai vertici di Estra nella persona dell'assessore al comune di Arezzo Banchetti: all'assessore Banchetti, unitamente al Sindaco Fanfani, va imputata la responsabilità politica della realizzazione del parcheggio di Via Mecenate e del fallimento che esso già rappresenta, unitamente ad una gestione del traffico veicolare cittadino del tutto priva della benché minima logica.
La nomina di Brandi fu un errore ed Arezzo Domani teme che la nomina di Banchetti ai vertici di Estra rappresenti un ulteriore grave errore.
Arezzo Domani non può che osservare che la sinistra aretina, ogni volta che si tratta di parcheggi a pagamento, riesca a commettere un errore dietro l'altro: il Baldaccio, Piazza del Popolo, il Mecenate e, prossimamente, il parcheggio dell'ospedale San Donato.

lunedì 2 maggio 2011

Macrì (Arezzo Domani): Vi spiego perchè il governo Fanfani ha fallito

Durante la Maratona per Arezzo in piazza Risorgimento del 30 Aprile scorso, Francesco Macrì, candidato a Sindaco per la lista AREZZO DOMANI parla del "malgoverno" della giunta Fanfani di fronte ad una piazza affollata di cittadini.

Nella foto i candidati per il consiglio comunale della lista AREZZO DOMANI con il candidato Sindaco Francesco Macrì.

Questi i link ai video di Francesco Macrì scatenato sul palco della "Maratona per Arezzo" racconta senza peli 5 anni di (non) governo della giunta Fanfani.

http://www.youtube.com/user/AREZZ0DOMANI#p/u/1/u-yu0q8gnyE

http://www.youtube.com/user/AREZZ0DOMANI#p/u/0/ACorr1Mo658

giovedì 14 aprile 2011

Convention di Macrì per la presentazione del programma e dei candidati

All’Hotel Minerva di Arezzo, venerdì 15.04.11 alle 18:30, Francesco Macrì candidato a Sindaco di Arezzo presenta il proprio programma ed i componenti della propria lista AREZZO DOMANI. Un programma innovativo pensato e redatto per una nuova generazione politica che porti Arezzo ad essere la città che merita di essere.
Francesco Macrì ha rottamato il PdL locale per dare più schiettezza ed aderenza partecipativa all’azione di AREZZO DOMANI la lista composta da giovani emergenti, e meno giovani con la visione per dare una svolta allo stallo di Arezzo.

mercoledì 6 aprile 2011

Macrì a proposito della sua sospensione

Si tratta di una richiesta di avvio di un procedimento disciplinare dettata dalla paranoia, dalla paura del mio appeal elettorale rispetto all’elettorato di centrodestra aretino. Dimostrazione evidente dello sprezzante atteggiamento di chi agisce senza tener conto del giudizio dei propri elettori e nella ormai nota attitudine autoreferenziale del PDL.

Io sono e resto un serio rappresentante del centrodestra aretino, iscritto al PDL fino al giorno in cui la proposta di espulsione non sarà, se mai lo sarà, ratificata dal Collegio nazionale dei Probiviri del partito.

Intanto continuo la mia battaglia elettorale contro Fanfani e tutti coloro che cercano di mettere i bastoni fra le ruote a chi tenta di vincere le prossime elezioni amministrative.

Cerco consensi a prescindere dalla collocazione ideale degli elettori, li cerco per la città e non per un partito. Per il ricambio generazionale e per spazzare via i logori schemi e metodi della politica che i cittadini non sopportano più, invito gli elettorali a considerare il primo turno delle prossime elezioni come Primarie nelle urne: scelgano fra Macrì e il candidato del Bianconi. Arezzo non ha bisogno di seguire uomini che non servono, ha bisogno di un serio colpo di reni se vuole sperare un futuro migliore.

Francesco MACRI'

Candidato Sindaco di AREZZO DOMANI

lunedì 28 marzo 2011

Caro sindaco, la sicurezza non è un elenco di cifre!

di Federico Mugnai

Secondo le statistiche del Viminale, ad Arezzo i reati sono diminuiti di circa il 20%. Noi di Arezzo Domani, ne prendiamo atto e siamo in parte soddisfatti, anche se, a differenza del sindaco Fanfani, non ci piace trattare un tema importante e delicato come la sicurezza, basandoci esclusivamente sulle statistiche. La sicurezza è materia complessa e deve tener conto, accanto alle cifre, anche di altri fattori importanti. Per quanto concerne i numeri, va altresì aggiunto a ciò che afferma il sindaco Fanfani, che nello stesso periodo di tempo, i reati in Italia sono diminuiti del 12%. Tranne le grandi città, dove i cali sono stati minori, le piccole e medie realtà hanno confermato questa tendenza; ciò a dimostrazione che la diminuzione dei reati ad Arezzo non rappresenta una peculiarità, ma altresì si riallaccia ad una tendenza che è di carattere nazionale. Trattando seriamente (e non superficialmente come ci ha abituato il sindaco) di sicurezza, dobbiamo ricordare l’etimologia latina del termine, “sine cura”, ovvero senza preoccupazioni. Ebbene, gli aretini di preoccupazioni ne hanno tante. Di esempi ne potremmo enumerare molti. Tralasciando i famigerati “colpi grossi” alle aziende orafe che hanno avuto una risonanza nazionale, pensiamo che basti fare un semplice esempio per fare emergere, al di là dei numeri, la realtà aretina. Come far passare inosservato lo stato di abbandono e degrado in cui versano le zone di Saione e di Pescaiola, proprio in prossimità del centro storico, e come tutto ciò si ripercuota in un profondo deficit di sicurezza? Con ciò, non si pensi che vogliamo fare una campagna demagogica contro gli immigrati che oramai pullulano dovunque. Però mettiamoci nei panni dell’uomo qualunque che vive in quelle zone e magari abita in un condominio, condiviso con immigrati abituati spesso a vivere in condizioni igienico-sanitarie pessime, data la sproporzione tra il numero di persone che abitano in un appartamento e lo spazio a loro disposizione. Questo semplice esempio che purtroppo rispecchia una realtà oramai consolidata in varie zone dell’aretino, pone più problemi. Non solo la percezione da parte del cittadino di essere abbandonato a se stesso da parte delle istituzioni; quindi è ovvio che maturi nel cittadino un senso di smarrimento che poi sfocia nell’insicurezza quotidiana, nella constatazione del degrado generale in cui è costretto a vivere. E come non pensare poi anche agli immigrati, che da un punto di vista di carattere umanitario, meritano di essere controllati e curati, sia per la propria salute, sia per la salute di tutti i cittadini. Il comune dovrebbe soprattutto fare in modo di integrare, attraverso strutture adeguate, gli immigrati nel nostro territorio. In questi anni è mancata completamente una vera politica di integrazione. Integrazione che è poi necessaria a creare quel rapporto di convivenza pacifica e civile tra aretini e immigrati, nonché al rispetto reciproco delle diverse culture, che non deve e non può fare però della nostra città un insieme indistinto di quartieri multietnici! Anche per questo chiediamo presidi territoriali da parte delle forze dell’ordine in tutto il territorio aretino, al fine di tutelare la sicurezza del cittadino, di ricreare quel rapporto di fiducia tra istituzioni (comune) e cittadini, che è alla base dell’armonia del vivere quotidiano. Al sindaco non chiediamo di fare un elenco di cifre, ma fatti concreti, perché la sicurezza è alla base della libertà individuale!

domenica 20 marzo 2011

La propaganda elettorale a spese degli aretini

Al mercato settimanale in Via Giotto di sabato scorso si sono presentati una notevole quantità di gazebi informativi dei relativi partiti e liste civiche che si presenteranno alle prossime elezioni del 15 e 16 Maggio per il rinnovo dell'amministrazione comunale.

Il nostro gazebo di Arezzo Domani, per sostenere la candidatura di Francesco Macrì sindaco, era situato nella zona della rotonda in fondo al mercato, vicino ad altri punti informativi. Quello del Sindaco di Arezzo e della sua giunta comunale (con una buona quantità di assessori presenti, oltre a vari dipendenti e funzionari comunali) era situato all'altezza del bar Giotto. E fin quì nulla di grave. Ciò che vogliamo far notare a tutti gli aretini è che le insegne del gazebo non erano quelle del PD, come avrebbero dovuto essere, ma il simbolo istituzionale del Comune di Arezzo. E' stato fatto un uso quantomeno improprio, con la copertura della distribuzione delle copie del mensile informativo del Comune "Arezzo" (che peraltro viene già spedito nelle case di tutti gli aretini), per fare propaganda elettorale all'attuale amministrazione Fanfani.

A pensare male si può dedurre che alcuni dei partiti che sosterrebbero il sindaco uscente Fanfani non hanno questa gran voglia di sostenerlo nella prossima campagna elettorale, visti anche i manifesti in città del sindaco privi dei simboli dei partiti. Nel frattempo il sindaco e la sua giunta utilizzano un mezzo istituzionale per pubblicizzare l'attività dell'amministrazione a fini propagandistici in vista delle prossime elezioni.

Ci piacerebbe vedere il gazebo del PD (o comunque dei partiti che sostengono l'amministrazione attuale), sempre che abbia intenzione di sostenere il sindaco uscente e soprattutto per evitare di gravare ancora nelle tasche degli aretini per fare la campagna elettorale del sindaco e della sua giunta.

Andrea Mazzielli

Candidato lista AREZZO DOMANI per MACRI' Sindaco

Presidente Provinciale Giovane Italia - Arezzo

Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina

mercoledì 16 marzo 2011

Festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia


17 Marzo 1861 – 17 marzo 2011, questo è il periodo che intercorre dalla Proclamazione del Regno d’Italia alla sua 150esima celebrazione. Anche se storicamente in questa data non fu compiuta totalmente la risorgimentale impresa di vedere tutti i popoli italici riuniti sotto un unico vessillo, è giusto celebrare questa ricorrenza in quanto, l’allora Regno di Sardegna allargato ai vari territori annessi, facendosi interprete del desiderio del popolo di liberarsi dalla schiavitù del nemico e di svegliare una coscienza nazionale, assunse una fisionomia autonoma, nuova, ma soprattutto unitaria.

L’Italia di quel tempo era vessata dalle potenze straniere e divisa in stralci di terra che venivano ripartiti a tavolino dalla borghesia ottocentesca. Questi furono i presupposti che “destarono” quei “Fratelli” dai troppi torpori locali, dalla frammentazione sociale e dallo schiavismo non solo economico, ma anche ideologico. Molti furono i protagonisti delle tre guerre d’Indipendenza e dell’impresa dei Mille, tanti sono agli uomini e le donne a cui oggi noi dobbiamo una particolare gratitudine, molti famosi, tanti sconosciuti, ma tutti, nelle loro differenze ideologiche e sociali, con un sogno, appartenere ad una Patria libera e forgiata da quelle radici culturali e storiche che tutti gli altri popoli ci hanno sempre invidiato. Tra di loro moltissimi giovani, poco più che ventenni, che non esitarono a scendere in piazza e a correre sulle piazze e sulle barricate del ‘48 o alla difesa della Repubblica Romana. Goffredo Mameli, Luciano Manara, la Contessa di Castiglione, Maria Sofia di Borbone, Carlo Pisacane e i Fratelli Cairoli, questi alcuni tra i moltissimi nomi dei giovani ribelli ai quali dobbiamo ispirarci per costruire nuovamente una società sensibile ai temi che toccano la nostra Patria e per tenere sempre viva la fiamma delle nostre radici italiane.”

Questo è un Paese con una storia millenaria che trova la sua ragion d’essere storica e politica nel glorioso Impero Romano che ha regalato al mondo intero la Legge e il Diritto, l’Architettura e la Poesia, l’Arte e la Musica, l’Arte militare e il senso di appartenere ad una Terra. Anche nei periodi più bui del Medioevo e innovatori del Rinascimento l’instancabile ingegno ed estro degli abitanti di questa penisola si è sempre contraddistinto in ogni campo per tutte quelle opere e trattati di cui i libri di arte, storia, filosofia e letteratura sono stracolmi. A costruire prima gli Italiani e poi l’Italia, naturalmente hanno contribuito non solo la cultura e l’amor patrio, non solo la fede religiosa ed il comune sentire, ma anche quella volontà di un riscatto sociale che si è realizzato solo a fine prima guerra mondiale con la vera e definitiva Unità d’Italia.

Il migliore auspicio è che tutti i giovani che sono orgogliosi di essere italiani, indipendentemente dalla moda del momento o dalla particolare partita di calcio che fa loro ricordare quali sono i nostri simboli identitari e nazionali, Giovedì 17 Marzo 2011, anniversario dell'Unità Nazionale, indossino e/o espongano simboli del nostro Tricolore.

Andrea Mazzielli

Presidente Provinciale Giovane Italia Arezzo

mercoledì 9 marzo 2011

Il degrado regna al palazzetto dello sport di San Lorentino

La zona circostante agli storici impianti sportivi della zona di San Lorentino è quantomeno imbarazzante. Il manto stradale è ormai ridotto ad una groviera, con buche enormi che diventano pericolose anche per i pedoni. In questi ultimi giorni di piogge le buche sono diventate veri e propri crateri e le condizioni sono ormai vergognose per un’amministrazione che spende milioni di euro in tante altre opere pubbliche e tralascia queste situazioni. Il degrado di questa zona è inoltre evidente anche osservando lo stato esterno dei locali del palazzetto che presentano scritte di ogni natura, senza che siano mai stati fatti interventi di ripulitura.

Passando al problema della sicurezza la situazione non migliora. Circa tre anni fa, l’allora assessore alla sicurezza, durante un’assemblea pubblica nei locali del quartiere di Porta del Foro promise un’intensificazione dell’illuminazione, la sistemazione delle telecamere che permettesse una copertura globale e un controllo costante da parte delle forze dell’ordine. Niente di tutto questo. E continuamente si ripetono episodi di furti e danneggiamenti alle auto in sosta.

Infine il problema sotto gli occhi di tutti dei parcheggi per i residenti e per coloro che usufruiscono del palazzetto. Da quando circa tre anni e mezzo fa venne imposto il divieto di sosta alle auto in Via San Lorentino tutti i residenti si sono riversati con le loro auto al palazzetto nella zona a loro riservata già in precedenza. L’assessore comunale competente del sistema dei parcheggi non ha mai affrontato la questione, nonostante ne fosse venuto a conoscenza nelle varie assemblee pubbliche e dalle interrogazioni dei consiglieri. Va da sé che se non sono mai stati aumentati i numeri di posti disponibili il problema della sosta per i residenti è rimasto invariato. Per non parlare degli sportivi che frequentano il palazzetto, costretti a girovagare all’infinito alla ricerca di un posto auto. Quando poi spesso capita di non trovare posto e si è costretti ad andare a cercarlo altrove.

Dispiace constatare che nonostante queste difficoltà sono state portate all’attenzione di questa amministrazione comunale, anche durante le assemblee pubbliche organizzate dalla Circoscrizione Fiorentina, fino ad oggi sono stati ignorate. Aspettiamo fiduciosi risposte positive da parte degli organi comunali competenti per affrontare queste problematiche nella giusta direzione.

Andrea Mazzielli

Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina

Presidente Provinciale Giovane Italia - Arezzo

domenica 6 marzo 2011

L'intervista della candidata del Bianconi

Finge di non capire. Sembra che abbia prontamente imparato la lezione di Bianconi: si dimostra sprezzante nei miei confronti quando parla di personalismi e di avventurismi e quando si pone arrogantemente come depositaria della serietà e responsabilità.
Il mio personale disinteresse e il mio sincero impegno civico sono sotto gli occhi di tutti... dove era lei negli ultimi anni mentre io facevo il mio dovere in Consiglio Comunale?
Lei è soltanto titolare di un marchio di partito e, per ora, non ha ancora detto nulla di propositivo riguardo a programmi concreti e soluzioni ai problemi dei cittadini. Soltanto sterili proclami, espressione di un modo di concepire la politica lontano dalla gente. Faccia come noi, proponga qualcosa di davvero serio da mettere nell'agenda del dibattito pubblico. In questa fase le chiacchiere non fanno farina e un candidato davvero responsabile deve dire con chiarezza cosa intende fare.

FRANCESCO MACRI'

venerdì 4 marzo 2011

MACRÌ: “UN CIGNO NERO FARÀ DI NUOVO SOGNARE LA CITTÀ”

Presentata la lista “Arezzo domani” per Macrì a Sindaco. Il disegno di una città capace di vincere le scommesse del futuro. Puntando sui giovani e sull’efficienza dell’Amministrazione.

“Arezzo domani – Macrì Sindaco”. Sono le due scritte che campeggiano su uno sfondo azzurro “tagliato” da una striscia tricolore con un cigno nero. Questo è il simbolo con il quale si presenta il candidato Sindaco Francesco Macrì, una scelta attesa dopo le sue dimissioni dal coordinamento provinciale del Pdl.

Danilo Petri ha introdotto la conferenza stampa: “ ‘Arezzo domani’ è la voce della città, di chi manifesta il malcontento diffuso verso una giunta uscente che ha deluso. Malcontento che si percepisce come rumore di fondo, nelle conversazioni dei giovani, per il Corso e osservando le braccia conserte dei commercianti senza clienti. La città chiede un sussulto alla politica, risposte concrete che solo un progetto di città può dare. Pensiamo di concepire l'amministrazione pubblica con senso civico ed è grazie a questa lista che nasce un tentativo di fare emergere le migliori energie e creatività cittadine. Cigno nero è l'evento inatteso, come recita il libro di Nassim Nicholas Taleb e l'evento è questo atto di coraggio, lo strappo di Francesco Macrì, un giovane trentasettenne già esperto di vita amministrativa fin dagli anni dell'opposizione alla giunta Ricci. Un giovane che in questi anni ha messo alla luce gli scandali Marconi, Brezzi e Fraternita dell'attuale amministrazione. Francesco Macrì si ricorda infine per il bel lavoro da assessore nell'ambito di una giunta straordinaria, quella retta da Luigi Lucherini quando il ‘rumore di fondo’ in città non era quello attuale di delusione ma di grande fiducia”.

Francesco Macrì ha quindi presentato le sue linee strategiche: “sapete tutti che sono un uomo di centrodestra, un esponente del Pdl che è sceso in pista, con una scelta tormentata, contro le logiche partitiche locali che giudico molto asfittiche. Ho cominciato a 13 anni in un partito dell'1,5% e da lì è nato il mio percorso fatto di passione e disinteresse. Nel Pdl ho posto questioni importanti, ho accolto inizialmente bene la Sestini purché mettesse assieme tutti coloro che erano contro Fanfani. Poi qualcuno ha segnato confini e quella indicata da Bianconi è diventata una candidata che tirava inevitabilmente a perdere, mentre io ho sempre pensato a un centrodestra arioso e inclusivo. La mia scelta è difficile anche in considerazione dei miei vincoli nazionali: sto rinunciando, in nome dell'audacia e dell'amore per la mia città, a un percorso politico già avviato.

Arezzo ha bisogno di una sveglia poderosa perchè il rischio è scendere di latitudine. Se analizziamo l'assetto istituzionale della città, non si vedono soggetti in grado di invertire il declino. Noi pretendiamo il ricambio generazionale, rinunceremo a gestire le portone e contribuiremo a fare del Comune una macchina amministrativa efficiente. Partiamo dai principi e da questi declineremo i programmi. Sappiamo altresì che da soli non possiamo fare tutto quanto abbiamo in mente per la città, per cui daremo spazio all'unione delle migliori energie cittadine e le metteremo in sinergia con esperti non solo aretini e italiani ma anche internazionali in una commissione sul modello di quella francese Attali, voluta da Sarkozy, la cui creazione sarà il mio primo atto per mettere a disposizione della città esperti di City Making di livello internazionale.

Turismo, cultura e rifunzionalizzazione del centro storico. Quello di Arezzo è morto e Arezzo è una delle poche città d'Italia a poter vantare questo triste primato. E qual è il suo cuore? Il Palazzo di Fraternita in piazza Grande non può essere ridotto solo a meta di trasloco, come fatto dalla Giunta Fanfani. Pensiamo ad esso come alla sede naturale delle iniziative culturali della città. Sarà quindi un grande luogo di aggregazione con bar, bookshop, librerie, sala convegni e per mostre. Nel seminterrato potrà trovare posto il Museo dell’Oro e al piano superiore un outlet della produzione orafa aretina. Un obiettivo strategico è lanciare il brand ‘Arezzo Città dell’Oro’: pensiamo infatti a una vera e propria reciprocità tra oro e Arezzo per il quale l’uno sia veicolo di marketing per l’altro e viceversa in un perfetto binomio tra arte ed economia.

Cultura: finiamola con mostre come i Della Robbia che si è rivelata una flop scandaloso. Serve una svolta di fondo: non pensiamo più di fare le cose per gli aretini ma per farne usufruire i ragazzi di tutto il mondo. Esempio: Arezzo Wave era fatta da aretini per un pubblico mondiale, Play Art è un fantoccio fatto da non aretini ma solo per gli aretini, secondo la migliore tradizione asfittica che ha animato questa giunta per 5 anni.

Innovazione e modernizzazione: va riorganizzata l'amministrazione in senso trasparente, e le parole d'ordine saranno internet e open source. Daremo spazio agli hacklab: laboratori autogestiti che possono offrire occasioni di lavoro e sviluppo per giovani ingegneri informatici. Individueremo un'area per un polo tecnologico ad Arezzo e in questo senso la stessa realtà universitaria dovrebbe orientarsi a questo settore.

Come giovani poi abbiamo il dovere morale di occuparci degli anziani: vogliamo realizzare un centro ad hoc fondendo Istituto Fossombroni e Fraternita dei Laici. L'edificio attuale della Casa Pia va dismesso, anche in relazione ai suoi costi elevati, per dedicare risorse a un'autentica struttura di cui la città vada fiera.

Edilizia popolare: in troppi pensano che le assegnazioni finora siano avvenute con criteri poco trasparenti. Servono case per le giovani coppie che possano beneficiare anche dell'ausilio di un mutuo sociale. Si possono accantonare speculazioni immobiliari e realizzare su terreno pubblico edifici da vendere poi a prezzo di costo. Abbiamo il dovere morale di aiutare queste persone.

Le risorse ci sono e non può essere fatta demagogia. Siamo di fronte, come sottolinea il Ministro Tremonti in relazione agli enti locali, sprechi immensi. Questa Giunta ha fatto spese folli per eventi inutili e con nessuna rifunzionalizzazione del bilancio. Chiuderemo le aziende che non servono e ridurremo quindi i consigli di amministrazione. E abbandoneremo il corpo sociale delle aziende non strategiche. Arezzo Innovazione non serve a nulla, la Biblioteca si può fondere con la altre istituzioni. Fine anche delle consulenze insignificanti che sono soltanto prebende prodotte dalla politica.

Infine la sicurezza, un tema a me caro: rafforzamento quindi della Polizia Municipale, uno dei pochi settori del Comune che ha bisogno di più personale. Questa deve essere il vero front-office dell'Amministrazione e ne valorizzeremo il lavoro che potrà essere ulteriormente sviluppato e reso più efficiente con il contributo delle professionalità degli istituti di vigilanza privata”.

Macrì ha concluso rimandando al giorno di presentazione delle liste la stesura completa del programma per il governo cittadino.

martedì 1 marzo 2011

Intervista a Francesco Macrì, separato in casa del PdL aretino

Le sue recenti dimissioni dal coordinamento provinciale del PdL hanno prodotto la costituzione di "Arezzo domani"; un nuovo soggetto politico con il quale il centrodestra locale (e non solo) dovrà confrontarsi.

Ho incontrato Francesco Macrì nella Hall dell’Hotel Piero della Francesca, albergo di famiglia in via di ristrutturazione e ampliamento (soprattutto in altezza). Sono i minuti che precedono una delle prime riunioni di “Arezzo Domani”, il nuovo movimento cittadino che si aggrega intorno allo stesso Macrì, recentemente dimessosi dal coordinamento provinciale del PdL.
Tra chi assiste all’intervista, in attesa dell'incontro, spicca la figura di Danilo Petri, un signore che tutto può essere considerato, meno che un damerino (ricordate quelli dotati di abito nero e scarpe a punta dello stesso colore, presenti al lancio della candidatura di grazia Sestini? Ecco, qui non paiono essercene).

Ma veniamo alla sostanza. Accendo il registratore, collego il microfono e parto con la prima domanda.

-Si è stancato di questo centrodestra aretino che la emargina e non le riconosce i meriti, come quello di essere stato l’unico a fare opposizione in Consiglio Comunale?

-Non sono affatto stanco, la politica continua ad appassionarmi. Mi sono stufato, questo sì, di vedere un centrodestra incapace di interpretare il vero rinnovamento, quello che vogliamo realizzare noi, nel centrodestra e anche fuori da quello.

-Cosa intende in pratica per rinnovamento?

-Svecchiare il modo di fare politica. L’altra sera Maurizio Bianconi, in TV, riferendosi a me ha detto una cosa molto significativa: “E’ un giovane che non ha pazienza; Matteoli ci ha insegnato che bisogna avere pazienza…”
Ecco, lì c’è la concezione carrieristica della politica. Che cosa significa dire che non ho pazienza? I partiti devono essere contenitori utili a realizzare quello che si propongono di fare; ragionare in quei termini vuol dire ridurre la politica a mere aspirazioni personali. Io non ho pazienza perché voglio fare buona politica; non ne ho perché vorrei che si designasse un candidato Sindaco vincente, disponibile e aperto mentalmente; capace di aggregare tutti coloro che in questa città non vogliono Fanfani come primo cittadino per altri cinque anni.

-Buona parte dei dirigenti del centrodestra aretino la considera soltanto un arrivista…

-Di quello che pensano alcuni non mi interessa granché; la base mi ha sempre appoggiato, basta contare le preferenze ottenute. Quella del Macrì arrivista è una fandonia sacrosanta, lo dimostra la mia storia politica e la scelta che sto facendo in questi giorni. Avrei potuto starmene tranquillo al calduccio e non l’ho fatto. A suo tempo ho cominciato a fare politica locale in un partito che prendeva l’uno e mezzo per cento… Io non sogno di fare l’assessore, ma di cambiare le cose.

-Grazia Sestini ricorda che lei la chiamava spesso per convincerla a candidarsi; cos’ha da dirle oggi? Ha forse cambiato idea?

-Non è vero che io la chiamavo. Si tratta di invenzioni che non ho smentito perché le considero sciocchezze. In realtà io ho posto problemi politici. Ho detto chiaramente che considero Sestini una brava persona e che non è lei il problema. Ero convinto della sua candidatura perché Sestini era partita bene dicendo: “Mi candido se c’è la possibilità di mettere insieme le varie realtà politiche che vogliono sconfiggere Fanfani.” Poi è arrivato Bianconi, il quale si è appropriato della candidatura Sestini e ne ha definito i limiti indicando gli alleati. Peccato che si tratti di metà della Lega, che ad Arezzo si è sbriciolata, e di La Destra che, con tutto il rispetto… C’è poi un Pdl dal quale Lucherini ha preso le distanze insieme a Ghinelli…

Sinceramente non mi pare che per Sestini ci siano le condizioni per vincere.

-Pensando a quale convenienza politica, a suo parere, Bianconi ha fatto quel che ha fatto?

-Bianconi ha un atteggiamento verso la politica aretina di centrodestra dettato solo dalla volontà di prevalere. Dagli atti politici che compie sembra che voglia essere l’unico a sedere nella stanza dei bottoni. Non so, forse ha paura che qualcuno possa crescere e affiancarlo… Bisognerebbe chiedere a lui qual è il suo problema con questa città, che tra l’altro da tempo non lo vede più tra i propri abitanti…

-“Arezzo Domani” sta partendo. Si tratta di un movimento che diventerà una delle tante liste civiche?

-E’ un movimento politico che vuole contribuire al cambiamento della guida di questa città. Una realtà che ha voglia di cimentarsi nella sfida elettorale. Si tratta di un soggetto dalla forte connotazione civica che vuol parlare alle migliori energie di Arezzo, superando anche gli steccati e le logiche di appartenenza politica. Gli schieramenti, così come si sono formati nell’ultimo decennio, sono delle vere e proprie gabbie che impediscono anche il dialogo laddove sarebbe possibile. Quando si parla di città e non di politica nazionale, non ci si dovrebbe dividere sui temi principali.

-Se “Arezzo Domani” produrrà una lista sua, lei si candiderà a Sindaco?

-Vedremo. Intanto stiamo creando un movimento politico. Nei prossimi giorni…

-Bene, allora poniamo il caso che Francesco Macrì si candidi a Sindaco di Arezzo. Dopo le considerazioni di cui sopra, con chi si apparenterebbe per raggiungere il risultato voluto?

-Ci mettiamo a disposizione di tutta la città. Di tutti coloro che vedranno in questo movimento una possibilità di aggregazione e quindi anche di vittoria. Non stiamo facendo una scelta velleitaria, ma di grandissimo coraggio. Vogliamo mettere in discussione il modo attuale di fare politica, dentro e fuori dal PdL.

-Si dice che in città non si possa raggiungere alcun obiettivo se non si va a braccetto con alcuni poteri storici. Lei come sta da questo punto di vista?

-Ho rispetto della classe dirigente aretina e sono anche consapevole che nelle associazioni o istituti cui lei fa riferimento non è tutto da scartare; c’è del buono, che come il grano va separato dal miglio… Io voglio tenere lontane tutte le persone che badano soltanto ai propri interessi e intendo rivolgermi principalmente al popolo. Il limite principale di questa città è la presenza di quella fascia grigia composta da due/trecento “comunque vittoriosi” che ti stanno intorno e sono pronti ad avventarsi sull’eventuale carcassa. Quelli li terrei volentieri a distanza.

-Ha un messaggio per Grazia Sestini, che la sta aspettando?

-Lei è una bravissima persona che in questa fase si è avvalsa di cattivi consiglieri. E a proposito di consigli, le suggerirei di lasciarli perdere.

-Che rapporti avete con l’UDC aretino?

-Eccellenti.

lunedì 28 febbraio 2011

AUTOVELOX o AGGUATOVELOX?

Dichiarazione del vice presidente del Consiglio Comunale Francesco Macrì:

“La nota posizione formale della prefettura ha bloccato l'operazione autovelox messa in atto negli anni passati dall'amministrazione comunale. Ci siamo trovati per mesi soggetti a dei veri e propri agguati visto che le postazioni erano 13 ma le macchinette solo 5, per cui venivano montate alternativamente in una o l'altra postazione. L'automobilista saliva in auto e non sapeva a cosa andava incontro nelle strade cittadine. Poi la prefettura ha detto stop e nulla è stato detto in merito alla spesa sostenuta che in virtù del pronunciamento del prefetto si è rivelata inutile con il rischio di un autentico danno erariale.
Nulla peraltro è stato detto anche sull'autovelox del raccordo autostradale, tenuto illegittimamente funzionante finché non è stato disattivato. Gli aretini sappiano dunque che grazie alla mia interrogazione è stato reso noto che una delle macchinette 'Fanfani' non è più attiva. Speriamo nel frattempo che i cittadini non debbano affrontare verbali onerosi per 'foto' scattate da quell'autovelox: sappiano, tuttavia, che tali verbali sono annullabili, dall'agosto 2010, in virtù della norma che impone che gli autovelox fuori dal centro urbano non possono essere utilizzati o installati a una distanza inferiore a un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità.
E già che siamo in vena di servizi resi ai cittadini, ricordo che gli unici autovelox attivi restano quelli della circonvallazione urbana, sostituendomi anche in questo alla omertà dell'attuale amministrazione”.

sabato 26 febbraio 2011

Manifesto per la Città

Noi amiamo la nostra città. Siamo fieri della sua bellezza, ci indigniamo per le sue disarmonie e ci allarmiamo per un suo possibile declino.

Pensiamo alla città come movimento di cittadini, cervelli e cuori: un respiro collettivo. Speranze ed esigenze diffuse, economiche e sociali che si concretizzano nella competizione e nella solidarietà.

Siamo animati dalla volontà di ascoltare e imparare, con apertura mentale, con la capacità di porsi e porre domande. Vogliamo superare ogni egoismo, egocentrismo e presunzione. Ci preoccupiamo di avere responsabilità e non potere.

Per noi la città si fa in proiezione futura, sempre. Vogliamo fare la città. Darle una identità culturale, economica, fisica, sociale, individuando un obbiettivo, un marchio, un futuro. Per la sua celebrità e ricchezza. Per la sua bellezza e “misura”.

Noi vogliamo

  • Ricostituire l’incanto della solidarietà, dell’impegno comune, di un moderno sentire la collettività.
  • Stare coraggiosamente in campo, in una competizione regionale nazionale ed europea, cercando di far tesoro delle esperienze altrui per superarle grazie alla nostra peculiarità creativa.
  • Usare la creatività in ogni possibile applicazione e farne uso soprattutto nelle sfide dell’economia in generale, della cura dell’ambiente, dell’innovazione politica e sociale, della cultura e dell’arte.
  • Creare, con ogni mezzo e tramite progetti mirati, una “città aperta della conoscenza”; scovare le risorse nascoste e migliorare le occasioni di studio, informazione e formazione.
  • Individuare i luoghi e gli spazi della creatività dentro la città e nella sua periferia, nel settore privato e in quello pubblico e di comunità, nell’industria e nei servizi, nelle diverse fasce d’età, nella diversità e appartenenza etnica.
  • Utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione e trasferire in ogni azione la peculiarità dell’Epoca: la connessione fra persone e risorse, fra idee e progetti, fra settore pubblico e privato.
  • Scongiurare l’abbandono della città dei giovani più promettenti offrendo loro una speranza solida e concreta per un futuro migliore nella loro terra.
  • Rinnovare la leadership secondo il principio che ognuno deve esercitarla con il duplice obbiettivo di far crescere la propria amministrazione pubblica, la propria azienda, ente, associazione, occupandosi contemporaneamente del quadro generale in cui la città possa migliorare.
  • Attuare politiche di regolazione ispirate alla facilitazione contro il principio della restrizione, favorendo il dispiegarsi di ogni volontà creativa ed innovativa. Far fare!
  • Orientare lo sguardo immaginativo verso gli orizzonti del domani. Attualizzare storia e tradizione e trasformare la memoria monumentale in memoria attiva; non solo conservare e valorizzare il patrimonio ma fare storia.
  • Guardare fuori dalla città e farci guardare con rinnovato interesse.

AREZZO DOMANI

giovedì 24 febbraio 2011

GASPARRI: L' Europa deve farsi sentire con i fatti per affrontare l'emergenza Libia

"La gravissima crisi libica e quanto sta accadendo nel Nord Africa non puo’ lasciarci indifferenti. La solidarieta’ dell’Italia si fara’ sentire anche questa volta, senza risparmiare mezzi e risorse. Siamo pronti ad affrontare l’emergenza, ma i numeri dei profughi che potrebbero toccare le nostre terre sembrano assumere di giorno in giorno dimensioni sempre piu’ vaste. Ci troveremo a breve di fronte ad una invasione che da soli non possiamo fronteggiare. Chiediamo un impegno piu’ determinate ed incisivo dell’Europa e un sostegno fattivo degli altri paesi per fronteggiare l’emergenza e trovare adeguato sostegno e collocazione ai profughi. Serve una strategia comune e condivisa. Questa volta l’Europa deve dimostrare di essere una comunita’ politica e sociale, non solo economica". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

mercoledì 9 febbraio 2011

10 Febbraio: il ricordo dei martiri delle foibe

Vogliamo ricordare una pagina di Storia nazionale che nonostante la legge dello stato varata appositamente nel 2004 per divulgare e commemorare questi avvenimenti a livello pubblico e istituzionale, non trova ancora posto nella maggior parte dei libri di testo in uso nelle nostre scuole medie superiori.
Vogliamo ricordare l’esodo dei 350.000 italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, che hanno rinunciato alla propria terra, alle proprie abitazioni e ai propri ricordi, per dignità, per sacrificio, per amor di Patria. Fino a pochi anni fa pochissimo si sapeva sulla tragedia delle foibe, le cavità carsiche nelle quali furono gettati vivi dai partigiani del maresciallo Tito migliaia di Italiani, che secondo il regime comunista avevano la sola colpa di essere italiani. Pochissimo si sapeva sull’esodo dei nostri connazionali di Istria, Dalmazia e Fiume, costretti a fuggire dalla ferocia politica e dalla pulizia etnica. Fra il ’43 e il ’45 fu posto in atto un disegno di genocidio susseguitosi anche negli anni successivi, condotto senza distinzioni politiche, razziali e sociali o di sesso ed età.
Oggi questa data non deve assolutamente servire ad alimentare odi, ma al contrario deve essere l’occasione per dimostrare che la storia non può e non deve essere strumento di lotta politica, ma parte integrante della cultura e della tradizione di un popolo, senza amnesie ne colpevoli dimenticanze.

Finalmente la verità sulla tragedia delle foibe è pubblicamente riconosciuta e ciò è avvalorato da importanti ricorrenze e avvenimenti, fra cui l’intitolazione di una strada della nostra città a questi tragici avvenimenti, “Largo Martiri delle Foibe” dove domani, 10 febbraio 2011 alle ore 12 avverrà una commemorazione ufficiale alla presenza delle autorità cittadine, oltre al minuto di silenzio in tutte le scuole medie superiori di Arezzo al fine di sensibilizzare i giovani studenti rispetto a questa ricorrenza troppo spesso dimenticata.

Andrea Mazzielli
Presidente provinciale Giovane Italia Arezzo

Emanuele Vinerbi
Responsabile provinciale “Comitato 10 Febbraio”

Andrea Barbagli
Parlamentare regionale degli Studenti – Toscana

lunedì 31 gennaio 2011

Il Comune oramai trasformato in agenzia immobiliare

Dichiarazione del vicepresidente del Consiglio Comunale Francesco Macrì:
“Quando ho convocato la conferenza stampa sulla vicenda dell’università dell’Oklahoma ad Arezzo credevo di avere a che fare con i giornalisti e invece ho dovuto anche affrontare le offese dell’ex vice sindaco Marconi che si è presentato mettendo a disagio il sottoscritto e i presenti. E questo la dice lunga sul profilo di chi ha ricoperto la carica fino a poco tempo fa.
Venendo al merito della questione, premesso che avere intercettato presenze studentesche straniere è positivo, ci sono circostanze che ritengo sottolineare: in particolare una certa somiglianza con il caso Ato 4. Questo lo ricordiamo tutti: un ente di cui la legge prevede lo scioglimento compra l’immobile per la sua nuova sede da una società a cui partecipa l’ex vice sindaco.

Adesso invece abbiamo l’università dell’Oklahoma insediatasi ad Arezzo attraverso un percorso amministrativo per l’ennesima volta poco chiaro. Partiamo dalla Santa Chiara srl che si costituisce nel 2005. Di questa, chi è socio? L’ex vice sindaco Marconi. Santa Chiara srl acquista poi nel 2006 dal Monastero delle Clarisse di Santa Chiara, una simpatica omonimia verrebbe da dire, un immobile. A questo punto s’impone una parentesi: chi acquista da istituti ecclesiastici avrebbe il dovere morale di mettere a reddito ciò che compra e non farne oggetto di speculazione rimettendo il bene sul mercato. Invece proprio questo fa santa Chiara srl, anzi di più: essa non vende l’immobile singolo ma viene ceduta per intero alla società statunitense University Anphora LLC. Ovvero, con tutto il suo patrimonio, comprendente l’attuale sede aretina della Oklahoma University. Mi sembra che di elementi da chiarire ce ne siano già molti: ma potremmo aggiungere, tanto per rimarcare il ruolo dell’ex vice sindaco nella vicenda, il suo viaggio in Oklahoma nel maggio 2009 e il ricevimento, sempre da lui compiuto, della delegazione statunitense ad Arezzo. Atti che ne certificano il coinvolgimento.
Due casi simili fanno a questo punto non soltanto una questione di inopportunità ma di assoluta confusione di ruoli fra interesse privato e quello di vice sindaco. È l’aspetto politico che a me interessa, anche se, accennando a eventuali profili giudiziari, mi viene da dire che se gli stessi accadimenti avessero coinvolto esponenti politici di centrodestra, avrebbero visto un attivismo diverso da parte della stessa magistratura.
E veniamo al sindaco: sono 5 anni che sbandiera la questione morale, cosa aspetta ad ammainare il vessillo dopo le vicende Brezzi, Vettese, Ato 4 e ora questa? Siamo di fronte a un amministrazione che non ha il minimo titolo per fregiarsi di chissà quale moralità. E lei sindaco che ruolo ha giocato? Nella migliore delle ipotesi di chi non sa nulla, di chi non si accorge di quello che succede nelle stanze degli assessori. Immagino che la sua irreprensibilità lo avrebbe portato a impedire lo sviluppo di un procedimento amministrativo così discutibile. Anche se mi viene da dire, di conseguenza: ma lei governa o no? Nella peggiore di chi sapeva e non ha agito. Un’eventualità, questa, gravissima. E comunque in entrambi i casi si denota la sua complessiva inadeguatezza al ruolo di primo cittadino. Primo cittadino che come al solito in Consiglio Comunale, dinanzi alla mia interrogazione, si è trincerato nel solito silenzio. Stavolta ancor più imbarazzante”.

mercoledì 26 gennaio 2011

Macrì: “A Sant’Agostino manca solo la colonna infame”

Dichiarazione del vicepresidente del Consiglio Comunale di Arezzo, Francesco Macrì :Se era necessario restituire dignità a Sant’Agostino, era altrettanto necessario snaturarla? Sant’Agostino ha avuto sempre una vocazione popolare, fin da quando le donne scendevano ai lavatoi e le loro figlie sono poi scese al mercato giornaliero animato dagli ambulanti. Adesso vogliono farla diventare la piazza dei giovani, che a dire il vero l’hanno sempre occupata al calar della sera vista la presenza di un partito che con gli anni ha cambiato nome varie volte e quella nota di spacciatori e consumatori di droga.
Resto preoccupato dall’ipotesi di Informagiovani in piazza Sant’Agostino che quando si materializzerà rischia sia di trasformarlo nella migliore delle ipotesi in una succursale politica del Pd. Nella peggiore andrà invece a incentivare l’attività dei malintenzionati sempre presenti e attenti a nuove presenze giovanili quali potenziali consumatori.
Nel frattempo si grida all’untore. Con l’ennesima aggressione a una categoria, quella appunto degli ambulanti, che questa amministrazione ha già martoriato sballottandola di qua e di là e confinandola alla ex Cadorna, una specie di riserva indiana che permette al sindaco Fanfani di mostrare i muscoli ogniqualvolta lo crede opportuno. Ovviamente con i deboli, appunto una categoria in difficoltà. Un gioco fin troppo facile. Magari era opportuno pensare prima di tutto a un sistema di pavimentazione adeguato, visto che l’intento era riportare il mercato in Sant’Agostino. Cosa si pensava che gli ambulanti controllassero anche il destino delle loro merci? Non era ipotizzabile che accadesse un incidente non imputabile ad alcuno, una circostanza sfortunata che provocasse una perdita di liquido come si è verificato? Così si addita al pubblico ludibrio un commerciante ex post e non si progetta una superficie permeabile anche a sostanze del genere in sede preventiva. Se volevamo mantenere materiali lapidei (pietra serena) e proteggerli allora bastava usare un trattamento con fondo adeguato per eliminare gli assorbimenti isolando la superficie. Come la tradizione ci insegna potevamo usare i San Pietrini che sono in porfido (usati dalla metà dell’800 in tutta Italia per le piazze) che hanno caratteristiche d’impermeabilità eccezionale.E a proposito di tradizione, perché non ricordare al Sindaco, che sembra il custode di quest’ultima all’insegna dell’aretinità e delle grandi citazioni storiche, che proprio la nostra cultura locale aveva a suo tempo scelto di pavimentare piazze e strade con lastre sollevabili e sostituibili proprio per problemi come questi e non murate come ora con le conseguenze di questi giorni alle quali si fa fronte con manifestazioni d’imperio fini a se stesse. E quanto “consone” a un sindaco “di sinistra”?

martedì 25 gennaio 2011

LETTERA EX AN AL GIORNALE, ECCO PERCHE’ LA DESTRA ITALIANA STA CON BERLUSCONI

Gli ex esponenti An, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Alfredo Mantovano e Altero Matteoli hanno inviato una lettera al Giornale, pubblicata oggi, in cui spiegano i motivi per cui sono orgogliosi di stare con il presidente Berlusconi.
Nella lettera si legge, tra l’altro:

“E’ grave che chi ci chiede coerenza non colga che una parte della magistratura italiana ha da tempo assunta su di sé una funzione militante, tesa a vanificare l'azione di governo (si pensi al terreno dell'immigrazione) e di chi guida il governo, e addirittura a sanzionare i comportamenti che valuta non già illeciti, bensì immorali. Rispettare i poteri e gli ordini dello Stato non significa avallare il tentativo di una parte di loro di svolgere funzioni che non le competono. Sul piano politico, spetta agli elettori decidere se e in quale misura comportamenti privati incidano sulla scelta di chi chiamano al governo. La destra italiana intende continuare, con questo governo e con chi lo guida - così come è avvenuto finora - il lavoro intrapreso per dare seguito alla volontà della maggioranza degli italiani. Spesso una parte significativa del dibattito sui media concentra l'attenzione sui «diritti delle minoranze». Ma tanti italiani (il75%) nel 2005 hanno difeso col non voto una buona legge sulla fecondazione artificiale, nel 2007 hanno popolato la piazza del Familyday, nel 2009 hanno apprezzato la posizione del governo Berlusconi su Eluana, accettano i sacrifici perché consapevoli della necessità della tenuta economica, vorrebbero i giudici impegnati nel sanzionare i rapinatori più che nell'origliare a spese dello Stato fatti privi di rilievo penale, considerano eroi i nostri militari impegnati nelle missioni all'estero. Ecco, questi uomini e queste donne da tempo si chiedono: noi che apparteniamo a famiglie normali, che non rivendichiamo i matrimoni per gli omosessuali, che diamo figli alla Patria e alle sue missioni, che vorremmo vivere in quartieri in cui la convivenza non sia posta a rischio dall'immigrazione clandestina, noi che siamo cristiani, per lo meno quanto a tradizione, che non pensiamo che sulla vita vadano operate sperimentazioni, che facciamo: dobbiamo sentirci in colpa? Il «berlusconismo» ha avuto e ha il merito di non far considerare questi italiani, che sono la maggioranza, dei minorati, ma di rendere loro orgogliosi della nazione in cui vivono. Meglio ancora: è il centrodestra che, con gli italiani, ha permesso tutto questo. Di esso noi siamo parte fin dall'inizio, e al suo interno intendiamo continuare a operare per il bene della nostra patria.”

martedì 4 gennaio 2011

Caso Battisti: LA RUSSA, da Lula una pugnalata alle spalle

La mancata estradizione dell'ex Pac (Proletari armati per il comunismo) Cesare Battisti, per le modalità con cui è avvenuta, è stata "una pugnalata alle spalle" da parte del presidente brasiliano Lula. Il ministro della Difesa, intervenendo alla trasmissione di Telelombardia Iceberg, ha detto che la scelta di Lula è stata "un regalo ai radical chic francesi e all'ultra sinistra brasiliana". "Battisti non ha mai avuto una parola di pietà per le vittime - ha osservato La Russa - è diventato il beniamino dei radical chic francesi e ha attirato la simpatia dell'ultra sinistra brasiliana".
Quello di Lula, "più che un affronto all'Italia - ha proseguito il ministro -, mi è sembrato un cadeau che ha voluto fare, mentre se ne stava andando, ai radical chic francesi e all'ultrasinistra brasiliana che lo ha sostenuto nella sua carriera". "Qui c'é il fatto che Battisti è un comunista e Lula è un comunista che, prima di andare via, ha voluto fare un regalo ai radical chic francesi e all'ultrasinistra brasiliana". "E' stato un colpo alla nuca, una pugnalata alle spalle", ha detto il ministro il quale ha rivelato di aver avuto in passato un pranzo con il ministro della Difesa brasiliano in cui questi gli aveva parlato "informalmente di una previsione positiva" per l'estradizione di Battisti. "Mi aveva detto, non dico garantito - ha concluso La Russa - che ci sarebbe stata una soluzione favorevole".