Website Ribbon Azione Giovani Arezzo - Dx Amaranto: Intervista a Francesco Macrì, separato in casa del PdL aretino

martedì 1 marzo 2011

Intervista a Francesco Macrì, separato in casa del PdL aretino

Le sue recenti dimissioni dal coordinamento provinciale del PdL hanno prodotto la costituzione di "Arezzo domani"; un nuovo soggetto politico con il quale il centrodestra locale (e non solo) dovrà confrontarsi.

Ho incontrato Francesco Macrì nella Hall dell’Hotel Piero della Francesca, albergo di famiglia in via di ristrutturazione e ampliamento (soprattutto in altezza). Sono i minuti che precedono una delle prime riunioni di “Arezzo Domani”, il nuovo movimento cittadino che si aggrega intorno allo stesso Macrì, recentemente dimessosi dal coordinamento provinciale del PdL.
Tra chi assiste all’intervista, in attesa dell'incontro, spicca la figura di Danilo Petri, un signore che tutto può essere considerato, meno che un damerino (ricordate quelli dotati di abito nero e scarpe a punta dello stesso colore, presenti al lancio della candidatura di grazia Sestini? Ecco, qui non paiono essercene).

Ma veniamo alla sostanza. Accendo il registratore, collego il microfono e parto con la prima domanda.

-Si è stancato di questo centrodestra aretino che la emargina e non le riconosce i meriti, come quello di essere stato l’unico a fare opposizione in Consiglio Comunale?

-Non sono affatto stanco, la politica continua ad appassionarmi. Mi sono stufato, questo sì, di vedere un centrodestra incapace di interpretare il vero rinnovamento, quello che vogliamo realizzare noi, nel centrodestra e anche fuori da quello.

-Cosa intende in pratica per rinnovamento?

-Svecchiare il modo di fare politica. L’altra sera Maurizio Bianconi, in TV, riferendosi a me ha detto una cosa molto significativa: “E’ un giovane che non ha pazienza; Matteoli ci ha insegnato che bisogna avere pazienza…”
Ecco, lì c’è la concezione carrieristica della politica. Che cosa significa dire che non ho pazienza? I partiti devono essere contenitori utili a realizzare quello che si propongono di fare; ragionare in quei termini vuol dire ridurre la politica a mere aspirazioni personali. Io non ho pazienza perché voglio fare buona politica; non ne ho perché vorrei che si designasse un candidato Sindaco vincente, disponibile e aperto mentalmente; capace di aggregare tutti coloro che in questa città non vogliono Fanfani come primo cittadino per altri cinque anni.

-Buona parte dei dirigenti del centrodestra aretino la considera soltanto un arrivista…

-Di quello che pensano alcuni non mi interessa granché; la base mi ha sempre appoggiato, basta contare le preferenze ottenute. Quella del Macrì arrivista è una fandonia sacrosanta, lo dimostra la mia storia politica e la scelta che sto facendo in questi giorni. Avrei potuto starmene tranquillo al calduccio e non l’ho fatto. A suo tempo ho cominciato a fare politica locale in un partito che prendeva l’uno e mezzo per cento… Io non sogno di fare l’assessore, ma di cambiare le cose.

-Grazia Sestini ricorda che lei la chiamava spesso per convincerla a candidarsi; cos’ha da dirle oggi? Ha forse cambiato idea?

-Non è vero che io la chiamavo. Si tratta di invenzioni che non ho smentito perché le considero sciocchezze. In realtà io ho posto problemi politici. Ho detto chiaramente che considero Sestini una brava persona e che non è lei il problema. Ero convinto della sua candidatura perché Sestini era partita bene dicendo: “Mi candido se c’è la possibilità di mettere insieme le varie realtà politiche che vogliono sconfiggere Fanfani.” Poi è arrivato Bianconi, il quale si è appropriato della candidatura Sestini e ne ha definito i limiti indicando gli alleati. Peccato che si tratti di metà della Lega, che ad Arezzo si è sbriciolata, e di La Destra che, con tutto il rispetto… C’è poi un Pdl dal quale Lucherini ha preso le distanze insieme a Ghinelli…

Sinceramente non mi pare che per Sestini ci siano le condizioni per vincere.

-Pensando a quale convenienza politica, a suo parere, Bianconi ha fatto quel che ha fatto?

-Bianconi ha un atteggiamento verso la politica aretina di centrodestra dettato solo dalla volontà di prevalere. Dagli atti politici che compie sembra che voglia essere l’unico a sedere nella stanza dei bottoni. Non so, forse ha paura che qualcuno possa crescere e affiancarlo… Bisognerebbe chiedere a lui qual è il suo problema con questa città, che tra l’altro da tempo non lo vede più tra i propri abitanti…

-“Arezzo Domani” sta partendo. Si tratta di un movimento che diventerà una delle tante liste civiche?

-E’ un movimento politico che vuole contribuire al cambiamento della guida di questa città. Una realtà che ha voglia di cimentarsi nella sfida elettorale. Si tratta di un soggetto dalla forte connotazione civica che vuol parlare alle migliori energie di Arezzo, superando anche gli steccati e le logiche di appartenenza politica. Gli schieramenti, così come si sono formati nell’ultimo decennio, sono delle vere e proprie gabbie che impediscono anche il dialogo laddove sarebbe possibile. Quando si parla di città e non di politica nazionale, non ci si dovrebbe dividere sui temi principali.

-Se “Arezzo Domani” produrrà una lista sua, lei si candiderà a Sindaco?

-Vedremo. Intanto stiamo creando un movimento politico. Nei prossimi giorni…

-Bene, allora poniamo il caso che Francesco Macrì si candidi a Sindaco di Arezzo. Dopo le considerazioni di cui sopra, con chi si apparenterebbe per raggiungere il risultato voluto?

-Ci mettiamo a disposizione di tutta la città. Di tutti coloro che vedranno in questo movimento una possibilità di aggregazione e quindi anche di vittoria. Non stiamo facendo una scelta velleitaria, ma di grandissimo coraggio. Vogliamo mettere in discussione il modo attuale di fare politica, dentro e fuori dal PdL.

-Si dice che in città non si possa raggiungere alcun obiettivo se non si va a braccetto con alcuni poteri storici. Lei come sta da questo punto di vista?

-Ho rispetto della classe dirigente aretina e sono anche consapevole che nelle associazioni o istituti cui lei fa riferimento non è tutto da scartare; c’è del buono, che come il grano va separato dal miglio… Io voglio tenere lontane tutte le persone che badano soltanto ai propri interessi e intendo rivolgermi principalmente al popolo. Il limite principale di questa città è la presenza di quella fascia grigia composta da due/trecento “comunque vittoriosi” che ti stanno intorno e sono pronti ad avventarsi sull’eventuale carcassa. Quelli li terrei volentieri a distanza.

-Ha un messaggio per Grazia Sestini, che la sta aspettando?

-Lei è una bravissima persona che in questa fase si è avvalsa di cattivi consiglieri. E a proposito di consigli, le suggerirei di lasciarli perdere.

-Che rapporti avete con l’UDC aretino?

-Eccellenti.