Website Ribbon Azione Giovani Arezzo - Dx Amaranto: 24/01/10 - 31/01/10

sabato 30 gennaio 2010

“Dalla Convention aretina, parte la sfida del Pdl per il futuro dell’Italia, della Toscana,di Arezzo"

A una settimana dall’importante Convention aretina del PDL ad Arezzo mi sembra opportuno fare il punto della situazione politica per Arezzo, la Toscana e l’Italia visto che l’evento sembra aver sancito due traguardi per il grande partito del centrodestra italiano. Prima di tutto è emersa una grande coesione fra le due “anime” principali del passato, FI e AN, fuori da ogni retorica e finzione. Una coesione che si fonda sul rispetto dell’ampio consenso dei cittadini i quali hanno sempre chiesto, per l’appunto, di essere rappresentati da una classe dirigente, non solo capace ed efficiente ma, innanzitutto, fortemente unita in ogni sua battaglia politica.

La seconda e non meno importante questione è quella dell’ampio pluralismo interno. Il PDL sembra ormai avviato a essere un grande partito “Repubblicano” sul modello U.S.A. dove possono convivere tensioni ideali conservatrici e cristiano-cattoliche accanto ad ambizioni riformiste di matrice laica e liberale.

Queste considerazioni spingono a dire che l’evento aretino può considerarsi come l’atto fondativo della forza politica che sarà protagonista dei prossimi decenni, anche quando il grande artefice Berlusconi non guiderà più il PDL, lasciando alla storia del paese la più importante traccia che un uomo politico possa imprimere, ovvero una buona classe dirigente, valori e metodi capaci di guidare la nazione verso il suo domani.

Tale convincimento non è tratto da vani pronunciamenti retorici; al contrario deriva dalla sensazione scaturita dal clima di estrema convinzione apparso negli interventi dei vari leader che si sono susseguiti dal palco del Centro Affari aretino. Un coeso gruppo di politici e uomini di governo consci della portata storica del loro impegno e della loro capacità di governare il paese. Certo è che i tempi di evoluzione e cambiamento della società e dei temi politici impongono che questo grande evento debba rappresentare anche un efficace stimolo per affrontare le sfide presenti e prossime; per dare prova definitiva del fatto che l’azione politica a livello regionale e locale sarà della stessa sostanza espressa a livello nazionale.

Un bel “banco di prova” saranno le prossime Regionali, a partire, non tanto dalla figura, ovviamente importantissima, del candidato/a ma, soprattutto, dalla scelta di coloro che siederanno nel parlamento ragionale. L’auspicio è poter assistere a un’azione politica, che sia di maggioranza o minoranza, attiva e competente, creativa e positiva, capace di far clamore per la “freschezza” delle idee e dei comportamenti. Quindi ci piacerebbe una formazione di uomini e donne preparati e volitivi, in grado di imprimere alle politiche regionali uno stile e un passo nuovo.

Di poco meno urgente ma parimenti importante sarà “vestire degli stessi abiti” la politica locale/comunale. In questo caso il PDL dovrà essere capace di intercettare e rispondere a bisogni molto più particolari e mettere in campo un’azione straordinariamente inclusiva verso la cittadinanza e i suoi corpi intermedi, e far sì che i cittadini possano non solo eccitarsi di fronte ai successi nazionali del partito ma entusiasmarsi per uomini e progetti capaci di definire, promettere e realizzare un migliore domani per la città.
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FRANCESCO MACRI'

giovedì 28 gennaio 2010

La “lungimiranza” della Giunta Fanfani e il benvenuto al nuovo assessore all’urbanistica Gasperini

Cos’è, cos’è stata e cosa sarà l’urbanistica secondo la Giunta Fanfani, a 3 mesi circa dall’adozione del Regolamento Urbanistico avvenuta il 7 novembre 2009? La Giunta Fanfani si trova, a meno di 20 giorni dalla scadenza delle osservazioni, a dover affrontare molte critiche provenienti dagli ordini professionali, dalle categorie, dalle associazioni e dai cittadini. Nel Regolamento Urbanistico, e nelle sue previsioni quinquennali, non scaturisce assolutamente un’idea della città del futuro. Il metodo usato non dà assolutamente conto, merito e neppure un ‘imprimatur’ sufficiente a delineare quello che Arezzo diverrà. A primo impatto vengono ricalcate le ‘zonizzazioni’ di vecchia memoria, in più infarcite di cavilli e penalizzazioni per i cittadini che porteranno inevitabilmente a un ingessamento del territorio e alla impossibilità di alcun tipo di crescita e sviluppo.

Sono stati consapevolmente trascurati gli elementi più caratterizzanti e innovativi posti dalla passata amministrazione: l’aeroporto, la metropolitana di superficie, la nuova stazione ferroviaria, il potenziamento e la creazioni di nuove infrastrutture, sia interne alla città, sia in grado di collegarla al resto del mondo. Novità rimandate sine die per i prossimi cinque anni, sostituite da una mera elencazione di Aree di Trasformazione non qualificanti il territorio, quanto piuttosto ‘aree di atterraggio’ di volumetrie da una parte all’altra. Per di più, anch’esse aggravate dalla solita logica normativa vessatoria che non farà che complicare il necessario rilancio di un settore che da sempre è trainante per l’economia. Mentre la richiesta di perequazione propugnata dal Comune non farà altro che generare turbativa nel mercato immobiliare con aumento dei costi che andranno a gravare sui prezzi finali.

Il risultato sarà che tutti si terranno a dovuta distanza da qualsiasi voglia di investimento in un settore che invece ha bisogno di estrema semplificazione e non di alchimie complicate elevate alla potenza. Non che quello immobiliare sia un mercato da lasciar crescere a dismisura: anche l’amministrazione di centro destra ha ecceduto contribuendo a fare crescere una bolla immobiliare poi conflagrata in una crisi importante. Ma noi siamo in grado di fare tesoro anche degli eventuali errori commessi: la crescita edilizia va dunque abbinata a un corretto recupero e a una sostanziale ricucitura di quanto già esistente nel territorio. Ma secondo logiche comprensibili, proprio ciò che manca a questo regolamento dove tutto viene ricondotto a una progettazione futura, di cui a oggi non si conosce alcun contenuto, soprattutto in riferimento alle Aree Strategiche così tanto sbandierate, la Lebole, la Catona, lo scalo merci e le aree interessate dai cosiddetti ‘schemi direttori’. Queste sì che andavano progettate e pubblicizzate con estrema urgenza, vista la loro strategica importanza e per il fatto di essere il segnale di come la Giunta Fanfani immaginava la ‘città del futuro’.

E già si vedono i primi risultati di questa impostazione: l’area Lebole con i suoi ‘spezzatini’ incombenti ha subito suscitato un ginepraio. Sindacati e associazioni si sono ribellati a una malcelata intenzione dell’amministrazione comunale di favorire gli interessi dei privati, senza avere una minima visione di cosa si voglia fare di quell’area per rilanciarla. Nel mandato passato era stato proposto, tra gli altri, un possibile tipo di intervento che, insieme alla rivalutazione dell’intera area strategica denominata ‘Cittadella degli affari’, comprendeva sia l’area Lebole che il Centro Affari, per creare una ‘porta di ingresso alla città’ di qualità. Si trattò allora con la proprietà e con il Centro Affari non per eseguire ‘spezzatini’ ma pensando altresì di potenziare il raccordo autostradale e collegare le due aree con un tessuto urbanistico continuo, destinandole ad esempio al flusso congressuale (la recente convention del Popolo della Libertà dimostra le potenzialità di questa soluzione) e ricercando destinazioni compatibili (mostre, ricettività). Ma si è preferito, dati i finanziamenti regionali assegnati al Centro Affari, dare la possibilità di ampliare quest’ultimo, lasciando l’area Lebole al di là del raccordo in disuso e in completo abbandono. Non può uno Stefan qualsiasi dare risposte che questa amministrazione, nel suo silenzio, non ha saputo a tutt’oggi dare!

Altro tema: si preferisce discutere e dibattere su come venire incontro ai tanti immigrati che desiderano avere spazi o moschee per professare il proprio credo e non ci si ricorda magari che nella passata consiliatura fu proposto di realizzare una chiesa già progettata nel quartiere Tortaia per i nostri cittadini. Adesso la ritroviamo spostata di 30 metri da un’area di 11.000 metri quadrati a una di 3.000 senza previsione di strutture oratoriali.Poi, si preferisce portare disinvoltamente e in tempi sospetti nelle more di approvazione del Regolamento Urbanistico, pratiche urbanistiche di maxivarianti, cosi tanto vituperate da Fanfani, in maniera dubbia e inopportuna. E anche di questo non si capisce perché.Ora il Sindaco ha lasciato la sua delega all’urbanistica nelle mani del giovane, seppur valido, Stefano Gasperini. Dopo tutte queste osservazioni, gli auguro il mio ‘benvenuto’ sperando che sia più lungimirante e realista del vecchio assessore Fanfani! Anche se oramai i tempi sono pressoché scaduti.

domenica 24 gennaio 2010

PDL: GASPARRI, COMUNITA' IN CUI PORTIAMO NOSTRA PASSIONE E MILITANZA

''A 150 dall'unita' d'Italia, ad un anno dalla nascita del PDL, spero che tutti noi si possa offrire la passione, la militanza, la sincerita' con cui da molti anni facciamo i militanti politici''.
Lo ha detto Maurizio Gasparri, capogruppo del PdL al Senato, intervenendo alla convention 'Generazione PdL' ad Arezzo.'
'In questo anno e mezzo - ha detto Gasparri abbiamo in Senato dato vita con i colleghi, ognuno con la propria storia, una comunita' in cui ci sono passione e coesione.
Ognuno e' rispettato, ognuno esprime le sue idee, nell'ambito pero' di uno spirito di squadra che noi offriamo al PdL''.
Gasparri ha anche affermato che ''il PdL e' nato anche qualche sera fa'', quando ''l'ufficio di presidenza del PdL, formato da persone che hanno responsabilita', alla presenza di Berlusconi, ha discusso liberamente se allearsi a chi e come, aprire il sostegno dei nostri candidati alla presidenza delle regioni a questa o ad altre formazioni. Abbiamo discusso a rete libera. Nessuno ha seguito impostazioni preordinate, si e' formato un orientamento, il presidente Berlusconi ha tenuto conto di tutto e delle responsabilita' che gli competono e che l'ufficio di presidenza gli ha delegato. Abbiamo parlato e discusso senza schemi, senza tenere conto delle provenienze. C'erano tesi diverse, ma tutte orientate alla vittoria''.
Rilevando infine che ''non e' un reato avere idee diverse, ma e' il cemento umano che costruisce le comunita''', Gasparri ha concluso con l'augurio che'' il ''PdL possa creare al suo interno quel tessuto umano che ha caratterizzato molti di noi, nel corso della nostra esistenza''.