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lunedì 22 marzo 2010

Riecco l’Avatar” di Fanfani: parla, anzi scrive e si rivolge direttamente a una proprietà

È la prima volta che mi capita di leggere che un sindaco si rivolge in prima persona a una proprietà per giustificarsi di non aver saputo salvaguardare gli interessi della stessa. Si sa che “excusatio non petita” il più delle volte rappresenta una “accusatio manifesta” ma il sindaco non se ne preoccupa tanto da essere spinto, in nome di una “strana trasparenza”, a rispondere con una missiva.
Naturalmente dopo quattro anni dalla sua elezione, Fanfani è oramai esperto di una strategia utile a mascherare l’immobilismo di questa Giunta: la prima mossa è smarcarsi dai sette anni che lo hanno preceduto e solo in un secondo momento assumersi le responsabilità legate ai suoi quattro anni di governo. Ma è qui che casca l’Avatar di Fanfani, dal momento che si autodenuncia di non essere riuscito a risolvere problemi che tengono la città sulle spine: calzante è l’esempio della ex Lebole. Fanfani si è impegnato personalmente a traghettare la nave in porto caldeggiando da una parte, anche nei mass media, la formazione di “Arezzo City” società che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto accollarsi la soluzione del problema per poi miseramente fallire nel suo scopo, salvo in seguito invocare l’iniziativa dei soliti “volenterosi locali” e accorgersi, “improvvisamente”, che “senza lilleri non si lallera”.
Viene spontaneo porsi allora una domanda: ma non ci si è resi conto che il bandolo della questione stava proprio lì, nel fatto cioè che in assenza di investitori seri con i “soldi alla mano” il problema Lebole, come tanti altri, rischia di non essere risolto? Non basta dire che, vista la migliore situazione economica precedente alla sua consiliatura, i problemi di questo genere avrebbero dovuto essere portati a compimento allora e affermare che qualcuno ha tradito le aspettative delle proprietà. Perché, se avevamo già impostato la soluzione del problema, il sindaco Fanfani, una volta insediato, non ha preferito, per accorciare i tempi, seguire le tracce urbanistiche e progettuali presentate in Comune? Qual è la ragione? Forse perché una volta insediata una nuova maggioranza si deve sempre e comunque gettare a mare tutto quello che è stato fatto in precedenza? Adesso, le sue, ci sembrano veramente lacrime di coccodrillo, un piangere sul latte versato, un fare sempre riferimento a quello che gli altri non avrebbero saputo mettere nel piatto delle soluzioni e uno sfruttare qualsiasi occasione per sbandierare mediaticamente interpretazioni dei fatti volutamente travisate dalle quali lui dovrebbe uscire sempre giustificato.
Ora, a un anno dalla fine di questo mandato, si dovranno comunque tirare le somme e se il Regolamento Urbanistico e ancor più i numerosi Piani Complessi non verranno portati a conclusione per dare finalmente un volto serio alla città si profilerà inevitabilmente il fallimento di questa Giunta e della sua maggioranza a danno della città intera in tutte le sue componenti. Ma il vero Fanfani, che non potrà addebitare nulla perfino a Gasperini visto che si è tenuta per sé la delega delle “grandi opere”, che si fa troppe volte rappresentare dal suo Avatar o alter ego virtuale, continuerà a rimanere in ibernazione in attesa che sia scoperto il farmaco che guarisca la malattia endemica di questa amministrazione: l’impotenza e l’incapacità di amministrare questa città.
Francesco Macri'