Website Ribbon Azione Giovani Arezzo - Dx Amaranto: 2010

mercoledì 29 dicembre 2010

“Un tarocco sotto l’albero di Natale: il sondaggio PD pro Fanfani”

Dichiarazione del vice Presidente del Consiglio Comunale di Arezzo, Francesco Macrì :
E così la sinistra che ha sempre bistrattato i sondaggi, adesso vi si affida dando ancora una prova del suo evidente stato confusionale. Sotto l’albero di Natale, infatti, gli aretini hanno potuto trovare un tarocco mascherato da risultato attendibile che rafforzerebbe il Sindaco in vista del 2011. Un sondaggio pagato dal PD che ha premiato, ma tu guarda, il candidato del PD Fanfani. Così, si pretende di celare le debolezze del Sindaco stesso e le divisioni della maggioranza. Sfido chiunque a prendere 100 aretini e a trovare fra essi 61 che approvano l’operato di questa Giunta e 57 che giudicano positiva l’esperienza Fanfani. Anche solo a pensarlo appare una cosa incredibile.
La debolezza congenita che l’attuale amministrazione si è portata dietro in questi 5 anni sta oramai deflagrando sia nelle sedi istituzionali che nell’agone politico. Sono vari Consigli Comunali che la maggioranza evita gli argomenti seguendo una strategia della dilazione che umilia l’assemblea eletta dai cittadini e che serve solo a parare in facciata lacerazioni che emergeranno durante la campagna elettorale. Campagna elettorale che, e veniamo al piano politico, potrebbe essere preceduta o meno dalle primarie.
Ancora non si è capito ma il solo fatto che le richiedano esponenti di rilievo del neo-partito del sondaggio e altre formazioni dimostra come il consenso dietro Fanfani sia molto meno granitico fra gli stessi suoi di quanto ci vorrebbero fare credere con il tarocco di Natale. Anzi, il tarocco stesso travestito da rilevamento scientifico ha tutta l’aria di essere un espediente improvvisato proprio per evitare le primarie. Così dalle parti di Sant’Agostino si consuma la doppia contraddizione: il partito delle primarie le nega a iscritti e simpatizzanti e preferisce affidarsi alle percentuali e ai diagrammi che in questi anni ha condannato come strumento del demonio”.

martedì 14 dicembre 2010

Fiducia al Governo: vittoria politica

GASPARRI: No alle dimissioni del premier
Ti proponiamo l’intervento di Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, nel corso del dibattito sullla fiducia al Governo
I cittadini italiani sostengono un sistema politico bipolare fondato su grandi partiti e in tutte le recenti tornate elettorali hanno espresso la loro preferenza per il polo di centrodestra: è pertanto un grave errore politico dividere il fronte dei moderati e offrire alla sinistra l’opportunità di sfruttare tale frammentazione per tornare al Governo. Per questo motivo Silvio Berlusconi nel suo discorso si è mostrato aperto ad un patto di legislatura con tutto il fronte moderato, che possa prevedere anche una diversa articolazione della maggioranza e che sostenga l’economia, affronti le riforme costituzionali e modifichi la legge elettorale difendendo il bipolarismo. Qualsiasi schieramento diverso, frutto di manovre parlamentari ambigue e invise agli italiani, sarebbe in contrasto con la sovranità popolare e non saprebbe proporre la spinta riformista che il Governo ha dimostrato in questi anni. Vanno al riguardo ricordate le riforme in materia di pubblica amministrazione, mercato del lavoro, scuola, università, sicurezza e immigrazione, gli storici successi ottenuti dal Governo nel campo dell’economia e della lotta alla criminalità organizzata e l’aumentata credibilità dell’Italia nel consesso internazionale, testimoniata anche dalle dichiarazioni del Segretario di Stato americano. Apprezza quindi l’astensione dei senatori di Futuro e libertà, cogliendo il significato politico di tale apertura: a tal proposito ritiene che la composizione e il programma di Governo possano essere ampliati e rafforzati, ma che il presidente del Consiglio non si debba dimettere, per non rischiare di vanificare il percorso riformatore intrapreso dal 1994 in poi, che ha consentito di valorizzare appieno il voto e la volontà popolare.


LA RUSSA: E' fallito l'assalto di Fli
"Non siamo noi ad avercela fatta, sono loro che hanno fallito con il loro assalto". Cosi’ si e’ espresso Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, che ha commentato l’esito del voto di fiducia alla Camera. "Non siamo stati noi a chiedere questa prova di forza, questo braccio di ferro a mettere Roma a ferro e fuoco, a bloccare il Governo per un mese. E’ qualcun altro che ha deciso di dare vita a questa pagliacciata, che era questo tentativo di far cadere il Governo sottraendo voti legittimi del Pdl. Sono loro che hanno vissuto una incredibile sconfitta". Ad una domanda sulle eventuali dimissioni del presidente della Camera Fini, La Russa ha replicato: "E’ un problema suo. Io credo che una cosa voleva Fini, giocando anche dal suo scranno, e’ cioe’ che si dimettesse il Governo. Ma sono stati sconfitti. Io non ho soddisfazione per la vittoria bensi’ per il fatto che si e’ dimostrato che hanno anche strategie sbagliate. Ora accadra’ che chi voleva che il Governo cadesse se lo ritrovera’ piu’ unito e piu’ in carica di prima".

Fiducia al Governo

LA RUSSA: La compravendita dei parlamentari e' del Fli
“La compravendita dei parlamentari non e’ quella fatta dal Pdl ma e’ quella in corso da esponenti di alto livello del Fli per bloccare i ripensamenti". Lo ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando fuori Montecitorio rispondendo cosi’ al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro dopo le accuse lanciate. "Non so a quale compravendita si riferisca Di Pietro a quella che ha fatto passare 60-70 voti all’opposizione? A quella che ha fatto passare La Malfa con l’opposizione? O ai colloqui che ci sono anche in questo momento in corso da esponenti di alto livello del Fli per bloccare ripensamenti? Se si riferisce a quello si faccia un esame di coscienza". La Russa si e’ comunque detto "ottimista, penso che sia alla Camera sia al Senato la maggioranza avra’ piu’ voti dell’opposizione".
GASPARRI: In Fli ci sono ripensamenti sulle scelte di Fini
"Le dichiarazioni del presidente della Camera di ieri sono sorprendenti, ora vediamo le decisioni finali di Fli e dei singoli esponenti. Molti hanno aderito a Futuro e Liberta’ con l’intenzione di rinegoziare il patto di governo e oggi il premier ha dato ampio spazio su tutti i temi, dalla legge elettorale all’economia. Se l’intento di Fli e’ invece il ’T.t.b’, cioe’ tutto tranne Berlusconi, singoli parlamentari finiani potrebbero riconsiderare le loro scelte". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri sull’orientamento di voto delle ’colombe’ finiane in vista del voto di fiducia.

venerdì 3 dicembre 2010

PdL: "il fallimento dell'Amministrazione Fanfani"

Convegno all’hotel Continentale in Piazza Guido Monaco ad Arezzo. Appuntamento Venerdi' 3 dicembre alle ore 17.30
“La nostra iniziativa nasce dal bisogno di chiarezza politica e dalle sollecitazioni dei moltissimi cittadini che hanno la nostra stessa necessità sulla vicenda Marconi / Aato 4 – commenta il capogruppo PdL, Gianni Cantaloni. Da quasi un mese siamo impegnati in questa battaglia di trasparenza: il 9 gennaio abbiamo presentato un’interrogazione urgente ma il Sindaco, come ci aveva preannunciato, era assente per motivi personali e la notizia del “dimissionamento” del vice Sindaco Marconi è stata data in aula dal Presidente Caroti. Il 29 novembre abbiamo presentato, con il consigliere Francini, una mozione sulla quale il Sindaco si è riservato la facoltà di rispondere dopo l’audizione in Commissione Controllo e Garanzia che stasera si riunirà per la terza volta proprio per ascoltare il Sindaco. La mozione tornerà di nuovo in Consiglio nella seduta del 22 dicembre. Vorremmo – conclude Cantaloni – arrivare ad una piena e trasparente spiegazione politica della vicenda che ha visto protagonisti il vice Sindaco Marconi (titolare di gran parte delle deleghe più “pesanti” dell’Amministrazione) e l’Aato 4. Nel frattempo prendiamo atto che la maggioranza e la compattezza dell’esecutivo si stanno sgretolando. E non da oggi. Ricordo le vicende Vettese e Tavanti ma soprattutto lo spostamento dell’equilibrio politico che rende l’Amministrazione Fanfani non più di centro sinistra ma di sinistra centro. Con atteggiamenti sia da parte dell’IdV che di esponenti dello stesso Pd che sollecitano le primarie e che certamente contribuiscono a rendere problematica la ricandidatura di Fanfani nel Pd”.
All’iniziativa di domani pomeriggio, in programma alle 17.30 all’hotel Continentale, interverranno i consiglieri comunali Guglielmo Borri, Francesco Francini e Francesco Macrì. Saranno presenti i coordinatori provinciale e comunale del Pdl, Maurizio D’Ettore e Gianni Pagliazzi. Il dibattito sarà moderato dal capogruppo in Consiglio comunale, Gianni Cantaloni.

giovedì 2 dicembre 2010

Scuola: Luca Valdambrini; "no alle occupazioni"

Il consigliere della facoltà economia AU Siena pubblica alcuni dati su cui riflettere.
Ormai dal 2008 a questa parte, l’Università è diventata un terreno di battaglia dove diversi schieramenti si affrontano da Nord a Sud senza esclusione di colpi. Il pomo della discordia si chiama Riforma Gelmini. Adesso siamo agli sgoccioli!
Scrivo perché dato il mio ruolo all’interno delle rappresentanze studentesche le quali mi vedono in duplice funzione tra Siena e Arezzo, vorrei porre l’attenzione su certi aspetti riguardante l’Ateneo di Siena del quale fanno parte le facoltà aretine. Spesso molti non si ricordano che Arezzo in fatto di università è influenzata notevolmente, se non totalmente, da quello che sta succedendo a Siena.
Personalmente, sono stanco di vedere le solite pagliacciate tristi mosse da una certa frangia della sinistra nei TG, giornali, blog ecc. Con questo non voglio dire che non bisogna protestare, ma io mi domando se queste persone o ragazzi che fomentano scenari post-apocalittici negando qualunque riforma a priori, sappiano quello che fanno. Vorrei sapere quanti di loro hanno letto e capito la riforma dal primo al 25° articolo. Se sanno come funziona un CDA oppure che cos’è una fondazione? Se hanno capito chi e che cosa questa riforma va a colpire? Sanno che sono stati tagliati i fondi delle borse di studio ma sono stati introdotti i prestiti d’onore. Sanno cosa sono i prestiti d’onore?? E altro ancora: Si veda DDL GELMINI.
Visto e ormai preso che questo decreto non piace; perché non sono queste stesse persone a proporre una “controriforma” Gelmini costruttiva? Sarebbe più utile invece di stare a occupare aule creando disagio e non facendo entrare gli studenti.
La risposta è semplice ve la dico io! Non hanno idee e ragionano per “partito” preso. La cosa più eclatante che sono stati proprio i loro amici quelli che sono contro la riforma ad aver disastrato i conti dell’Ateneo; gli stessi i quali poi mandano i ragazzi in piazza a protestare. Sono tutti contro la presenza di enti privati nel consiglio di amministrazione dell’Università quando allo stato attuale sono presenti nello stesso i rispettivi rappresentanti di CGIL, MPS, Provincia e Regione.
Ora voglio pubblicare un po’ di dati in cifre perché forse ancora molti non hanno capito cosa sta avvenendo e come il sistema Siena si è autoalimentato fino adesso giustificando il tutto con la scusa dell’errore tecnico per insabbiare la voragine nel bilancio pari ha 200 mln di €
Fondo annuale di finanziamento: 119 mln di € (di questo non è scritto da nessuna parte che non verrà più erogato)
Contributi Statali: 19 mln € (i quali per 6 anni l’Unisi non ha pagato)
Tasse Universitarie: 27 mln € (30% in più in 6 anni)
Spese per il personale 165 mln € e ricordo che Siena ha 1 dipendente ogni 3,7 studenti.
Facciamo un po’ i conti con la calcolatrice! Ma è necessario tutto questo personale?
Restringendo la prospettiva ad Arezzo, su quest’ultimo punto mi sono dibattuto di recente su una questione che riguarda come esso venga gestito nelle facoltà aretine. Io mi ritrovo con 2 dipendenti una per turno nella biblioteca alla Cadorna quando a Lettere (che si permette anche di occupare) ce ne sono ben 13 in 2 turni! Negando la disponibilità a ingegneria ed economia per coprire i turni in caso di malattia degli addetti. Ergo se una delle due dipendenti si ammala la biblioteca resta chiusa! Non contiamo poi gli impiegati nella miriade di uffici nelle palazzine al Pionta. Partendo da questo esempio chissà la situazione del personale da riordinare nel resto dell’Ateneo!
Inoltre denuncio il fatto dei recenti lavori di rinnovo, nonostante la situazione poco florida, di ambienti e uffici presso le facoltà di lettere quando alla Cadorna non viene nemmeno garantito il parcheggio ai professori che vengono da Siena a vantaggio dei dipendenti del comune. Questo è “razzismo” al contrario fatto in casa! Paradossalmente al Pionta si permettono anche di occupare o di manifestare senza sentire mai voci fuori dal coro. Ci illuminino quelli che guidano la mobilitazione cosa hanno da lamentarsi? Anzi facessero il posto agli studenti di ingegneria ed economia, liberando le palazzine oltre che dall’occupazione anche dai corsi di laurea di 7 studenti, sarebbe meglio per tutti quanti.
In generale è evidente che una riforma dell’Università è doverosa, al contempo, la comunità aretina dovrebbe prestare molta più attenzione alle proprie facoltà, specie in questo momento, e non assecondare le solite proteste dei collettivi lasciando da parte almeno per una volta mire campanilistiche contro Siena. Cose che non vengono fatte, perché si preferisce invece cavalcare proteste, dissenso e seminare voti. Adesso però ci andranno i collettivi a spiegare agli studenti come possono laurearsi in tempo con la didattica bloccata.
L’università è una risorsa, serve a garantire una futura classe dirigente e borghese alla città e provincia. Non possiamo continuare a essere così qualunquisti e credere di fare vacche grasse all’infinito. Purtroppo le Baronie universitarie sono una brutta gatta da pelare. Con la riforma i bilanci degli atenei in deficit verranno gestiti direttamente dal Ministero come è giusto che sia quando una cosa non si regge in piedi ne contabilmente ne strutturalmente. Come si suol dire…E’ finita la pacchia!
A ognuno le proprie idee ma che almeno tutti prima si informino e leggano il decreto invece di mettere i cartelli in capo alle statue.
Luca Valdambrini
Consigliere Facoltà Economia AU Siena

martedì 30 novembre 2010

Mandiamo Fanfani a leggere Dante...


giovedì 25 novembre 2010

Area ex Lebole: dalla chiusura dell’impresa al “fallimento” di Fanfani

Francesco Macrì (PdL e vice Presidente del Consiglio Comunale):
“il futuro di quest’area non può essere affidato alla buona volontà di singoli imprenditori. L’amministrazione Fanfani conferma la sua incapacità di progettare il futuro della città”
“Certamente apprezzabile l’impegno della cordata di imprenditori aretini per il recupero dell’area Lebole, ma non basta.
Come al solito, un’amministrazione comunale miope e passiva, del tutto assente dai problemi veri della città e ‘avvitata’ su se stessa e sui propri assetti di potere, tenta di risolvere la questione scaricando sui privati cittadini la soluzione di un problema che è invece della comunità.
Non si può non considerare infatti che il recupero della più importante area industriale dismessa alle porte della città rappresenta una straordinaria opportunità di crescita e di sviluppo, non una vicenda da affrontare sulla difensiva e senza respiro. Non sono accettabili logiche e strategie di piccolo cabotaggio. Non è infatti spostando un paio di punti vendita da una parte all’altra della città che si rilancia il territorio. Se Butali, Giannetti, Peruzzi e qualche altro ‘volenteroso’ imprenditore aretino si fanno carico del progetto di recupero, sostituendosi ad un’amministrazione latitante, c’è solo da ringraziarli. Non si può perdere così l’occasione di un progetto più ampio e complesso, che miri a collegare per esempio in termini di servizi l’area Lebole al Centro Affari, a Pratacci e all’area Unoaerre. Che cerchi cioè di creare quall’area integrata, innovativa e di servizio per la città, ma soprattutto di grande attrazione e immagine per la città, che l’amministrazione Lucherini aveva cercato di costruire, peraltro scontrandosi con le resistenze delle associazioni di categoria, Ascom in testa.
Ma se le resistenze di un’organizzazione di categoria è comprensibile, perché probabilmente rientra nel suo ruolo (che peraltro potrebbe essere interpretato in maniera più illuminata e meno conservatrice), non lo è altrettanto la passività di una politica che per troppi anni ha lasciato la questione in balia degli eventi e degli alti e bassi del mercato.
Ora si deve ripartire, ma con un progetto complessivo che coinvolga tutti, senza distinzione tra commercianti, artigiani ed industriali, forze di maggioranza e opposizione, destra o sinistra. Lasciando il giusto spazio alle migliori e più attive risorse economiche della città, ma non lasciandole sole, cioè affiancandole come sistema pubblico con progetti ed interventi di largo respiro. Sui quali chiamare a raccolta tutto il sistema Arezzo”.

mercoledì 17 novembre 2010

DIFFAMAZIONE PARTIGIANO: CASSAZIONE ASSOLVE SENATORE PDL

La quinta sezione della corte di Cassazione ha assolto, stasera, ''perche' il fatto non costituisce reato'' il senatore toscano del Pdl, Achille Totaro, dall'accusa di aver diffamato il partigiano Bruno Fanciullacci, eroe della Resistenza, definendolo ''vigliacco assassino'' riguardo all'omicidio del filosofo Giovanni Gentile avvenuto nel 1944 a Firenze.
Achille Totaro aveva fatto ricorso in Cassazione dopo che la corte d'appello di Firenze lo aveva condannato al risarcimento simbolico di un euro verso gli eredi di Fanciullacci, avendo stabilito che il reato era prescritto. ''Stasera invece la suprema Corte con questa sentenza - ha commentato l'avvocato di Totaro, Paolo Florio - ha riconosciuto che Achille Totaro aveva esercitato, con le sue valutazioni, il diritto di 'critica politica' nel giudicare la condotta di Fanciullacci limitatamente a quella determinata circostanza dell'assassinio di Gentile, e che quindi non espresse una valutazione generale sull'uomo Fanciullacci''. ''Totaro - ha osservato ancora il legale - parlo' di Fanciullacci in una seduta del consiglio comunale di Firenze, e lo fece da politico che si rivolgeva ad un consesso politico''.

I fatti risalgono al 2000. Il 10 gennaio si tenne il consiglio comunale dove fu discussa una mozione su Fanciullacci durante la quale Totaro, consigliere comunale di An, lo defini' ''vigliacco assassino''; due giorni dopo lo stesso giudizio fu riportato in un'intervista concessa a un quotidiano. La famiglia di Fanciullacci, in particolare la sorella, denuncio' per diffamazione non solo Totaro ma anche i consiglieri comunali che firmarono un comunicato stampa di sostegno all'attuale senatore del Pdl. Nel tempo quattro di quei consiglieri sono stati assolti. Invece, dopo esser stati assolti con formula piena in primo grado sia Totaro sia un altro consigliere comunale di An, poi del Pdl, Stefano Alessandri, nel maggio 2009 la corte di appello cambio' l'orientamento della vicenda ravvisando per entrambi il reato di diffamazione anche se prescritto e stabuilendo il risarcimento simbolico. Stasera la Cassazione ha assolto alla stessa maniera di Totaro anche Alessandri, che nello stesso procedimento era co-imputato con il senatore.

giovedì 11 novembre 2010

12 novembre 2010: Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili

Il 12 Novembre 2003, 19 eroi italiani rimasero vittime di un attentato a Nassiriya nello svolgimento della missione di pace per difendere i valori della nostra civiltà e garantire la sicurezza di quei territori. In questo giorno di commemorazione, il nostro pensiero va al contingente italiano impegnato nella lotta al terrorismo internazionale in Afghanistan e nelle altre aree di crisi. La loro missione al servizio dello Stato e delle popolazioni oppresse onora l’Italia e il Tricolore.

A partire da quest’anno, il Parlamento Italiano ha istituito all'unanimità la "Giornata della Memoria per i caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace", da osservare il 12 novembre, proprio il giorno della strage di Nassirya.

Azione Giovani Arezzo e i movimenti Azione Universitaria e Azione Studentesca intendono ricordare le vittime dell'attentato alla base italiana nella città irachena e tutti i militari e civili caduti nelle missioni internazionali di pace, che con coraggio, con passione e con senso di umanità hanno messo al servizio dell'intera comunità la loro capacità e il loro impegno, sacrificando la propria vita.


Andrea Mazzielli
Presidente Provinciale Azione Giovani – Giovane Italia
Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina – Arezzo

Luca Valdambrini
Responsabile Azione Universitaria Arezzo

Andrea Barbagli
Responsabile Azione Studentesca Arezzo

mercoledì 3 novembre 2010

Macrì: “Altro che raschiare il barile! Qui si confezionano bidoni”

Dichiarazione del vicepresidente del Consiglio Comunale, Francesco Macrì:
Il 19 ottobre 2010 il vicesindaco di Arezzo Giuseppe Marconi ebbe a dire sulla stampa locale contro i tagli del governo nazionale: ‘Raschio il fondo del barile per recuperare 11 milioni’ di euro. Il 3 novembre 2010 si viene a sapere che l’Ato 4, ente in dismissione, spende un milione di euro, soldi pubblici, per una sede inutile, visto che l’Ato stessa nei fatti, per fortuna, verrà chiusa.
Bene c’è un palese conflitto di interessi nelle parole di chi denuncia una politica finanziaria del governo fatta di austerità e saggezza, chiedendo di non sprecare nemmeno un centesimo di euro, e la definisce di tagli indiscriminati che costringono a ‘raschiare il barile’ per far tornare i conti. Invece il vice sindaco, oltre che di barili, si intende di bidoni perchè con una mano raschia e con l’altra compartecipa all’acquisto di un bidone a favore dell’Immobiliare 3000. Il tutto giustificato dal fatto di trovare a un ente in dismissione una sede con ampio archivio: è noto che un ente in una fase come questa, produce numerosi fascicoli. Poi ci sono un ampio parcheggio, perchè un ente in dismissione ha tanti dipendenti con auto, e soprattutto un bel giardino.
Senza per il momento entrare nelle polemiche del conflitto di interessi, lo farò per senso istituzionale nella sede dovuta, ovvero in Consiglio Comunale, voglio condannare la politica del doppio binario linguistico del vicesindaco che, a microfoni accessi, denuncia tagli scriteriati e, a microfoni spenti, avalla lo sperpero di un milione di euro per un bidone bello e buono. I tagli governativi sono concepiti proprio per evitare sprechi come questo, altro che per mettere in ginocchio gli enti locali! Servono semmai per rendere virtuosi questi ultimi e chi li amministra impedendo operazioni quantomeno politicamente inopportune.

domenica 17 ottobre 2010

Macrì: “A luglio avremo un solo festival e si chiamerà Arezzo Wave”

Dichiarazione del vice-presidente del consiglio comunale Francesco Macrì:

“Non ci sono più soldi, non si fa più niente. Le parole del Sindaco Fanfani risuonano ancora come una scure abbattutasi sulla cultura in città. Ma si sa, verba volant… così a distanza di pochi giorni è cominciato un balletto molto simile a un giro di valzer, genere dove, come noto, è lecito cambiare partner a seconda della propria volubilità.
Eureka, diranno i tanti nostalgici! Torna Arezzo Wave. Certo, ma perché rispedire al mittente il Play-Art? Teniamoci stretto anche questo. Ma se i soldi non ci sono? Allora facciamoli entrambi. Un po’ di ecumenismo democristiano non guasta.
Credo che non ci resta che scherzare, parafrasando il ‘piangere di un noto film di Benigni e Troisi, sulla confusione di proclami a cui il Sindaco Fanfani ci ha costretti in tema festival estivi nel giro di una settimana. Tanto che possiamo concludere che se anche i soldi venissero trovati, non si saprebbe come spenderli dato che non si sa che fare.
O meglio, si sa benissimo: lanciare annunci a fini meramente elettoralistici per recuperare quei giovani scontenti per la dipartita di Arezzo Wave verso altri lidi. Una perdita imputabile proprio a una giunta di centrosinistra! Primo aspetto da evidenziare: come può un Sindaco in scadenza impegnarsi per l’estate 2011, quando potrebbe non essere più in carica, sia in termini programmatici che di risorse pubbliche? Infatti, se anche non viene iscritto a bilancio alcun contributo diretto a favore di uno o due - ma facciamo anche tre! - festival, l’appoggio in termini logistici che manifestazioni del genere richiedono può essere monetizzato in decine di migliaia di euro. Di soldi pubblici. Non sarebbe buona regola di correttezza amministrativa quella di astenersi da promesse e impegni per una data nella quale non è scontato poterli mantenere? Non somiglia tutto questo a un farsi campagna per le prossime scadenze primaverili? Una campagna, come sopra rilevato, talmente scomposta che sembra di essere improvvisamente passati da un Sindaco che non fa nulla senza comunicare nulla a un Sindaco che continua a restare inerte, perché cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, ma che si diverte ad annunciare tutto e il contrario di tutto.
Nel luglio 2011 sarà il centrodestra a gestire Arezzo Wave. Perché noi lo abbiamo sempre sostenuto, fino ai 250.000 euro annuali che mettevamo a disposizione di Valenti, continueremo a sostenerlo e valorizzarlo evitando di affiancarlo di eventi nati per caso in questo quadriennio e che si sono trascinati suscitando entusiasmo soltanto in ristretti entourage. Chiaro, no?”.

venerdì 15 ottobre 2010

PDL: MINACCE MORTE A SENATORE TOTARO

PDL: TOTARO, CHI MI VUOL INTIMORIRE OTTERRA' EFFETTO OPPOSTO
'Le minacce di morte che ho ricevuto da un vile autore che si firma 'piombo rosso' sono l'ennesimo segnale del clima di violenza alimentato da una certa sinistra. Mi auguro che la situazione non degeneri e che si possa tornare a far prevalere il dialogo e la civilta' politica, senza invocare le P38 di una stagione da dimenticare'. Cosi' il senatore Achille Totaro, in una nota, commenta le minacce ricevute via e-mail.

'Chi cerca di intimorirmi sappia comunque che otterra' l'effetto contrario. Continuero' la mia battaglia a difesa dei valori in cui ho sempre creduto e nei quali credero' sempre', scrive Totaro.

venerdì 8 ottobre 2010

Studenti aprite gli occhi!

Sindacati mani in alto, vi abbiamo scoperti!
I sindacati dei professori in questi giorni stanno facendo girare nelle nostre scuole una circolare che non da adito a dubbi: invitano tutti i professori a non partecipare alle gite e alle attività integrative per creare disagio e malumore tra i ragazzi e poi riversarlo contro il governo sperando di utilizzarci come mercenari per salvare i loro stipendi.
Cari professori di sinistra non siamo al soldo di nessuno, non siamo mercenari, ma gladiatori!
Con questa campagna siamo a ribadire che non accettiamo che si faccia politica in maniera subdola sulle nostre teste e vogliamo far luce sulla verità.

STUDENTI APRITE GLI OCCHI, CI STANNO PRENDENDO IN GIRO!
Le gite e quant'altro minacciano di toglierci, ci spettano di diritto. Se dobbiamo manifestare, la nostra lotta deve essere contro chi vuole toglierci tutto questo: ovvero i professori di sinistra della CGIL. Non fate il loro gioco.
Non permettete a nessuno di usarvi.
Noi vogliamo una scuola libera, una scuola fatta per gli studenti. Non una scuola fatta per i professori!
Non vogliamo la scuola fatta per massimizzare le cattedre e dare più stipendi. La nostra battaglia è per l'efficienza ed il funzionamento migliore.
Non possiamo fare noi le battaglie per lo stipendio dei nostri professori, oltretutto ingannati: perchè non ci dicono andate in piazza perchè sono precario o perchè non percepisco un giusto stipendio o uno dei veri motivi per cui protestano. No, loro ci raccontano che la Gelmini ci ha tolto le gite o le attività extra.. e questo non è ASSOLUTAMENTE vero!
Noi non permetteremo a nessuno di passarci sopra.
Se non ci daranno le gite, ce le organizzeremo da soli.
Se non ci daranno le attività extra vi aiuteremo noi ad autorganizzarvi.
Se sarà necessario manifesteremo sotto ai sindacati.
La libertà vale pure dei sacrifici, non piegatevi.. siate gladiatori!

AZIONE STUDENTESCA - GIOVANE ITALIA

domenica 3 ottobre 2010

Macrì: “sul Saracino torna finalmente protagonista il Consiglio Comunale”

Dichiarazione del vicepresidente del Consiglio Comunale Francesco Macrì (Pdl) :
“La Commissione consiliare speciale che dovrà studiare le modifiche al regolamento dell’Istituzione Giostra del Saracino, nominata nell’ultima seduta di Consiglio Comunale, rappresenta finalmente una legittima riappropriazione da parte della massima assise cittadina delle sue competenze in materia di Giostra.
L’attuale mandato amministrativo si è infatti caratterizzato per una serie di atti che hanno espropriato il Consiglio Comunale della sua funzione di indirizzo nei confronti dell’Istituzione Giostra e più in generale del suo ruolo riguardo alla manifestazione storica più importante della città. In particolare, è stato un mandato caratterizzatosi per una singolare delega ad hoc attribuita dal Sindaco al suo vice Marconi che ha anche partecipato, interpretando a mio giudizio estensivamente la delega attribuitagli, a tutte le riunioni dell’Istituzione Giostra del Saracino. Il recente ‘balletto’ di cifre e progetti sulle tribune, dà la cifra di quanto l’attuale giunta non abbia idee chiare e quali risposte dare ad alcuni problemi. L’istituzione dell’organismo consiliare di cui sopra mi permette, oltre che augurare buon lavoro al presidente Angiolo Agnolucci, di sottolineare come si torni, ed era ora, a privilegiare la sensibilità dei consiglieri comunali, almeno i più legati al mondo della Giostra. Sono pronto a collaborare con il presidente per lavorare bene e in fretta e dare entro febbraio le nuove regole alla Giostra del Saracino. Inviteremo per questo compito non solo gli uomini di Giostra in senso stretto ma il mondo della cultura aretina in generale senza escludere le nuove realtà giovanili che stanno dando importante contributo alla vita dei quartieri.
E a proposito di sensibilità, mi preme sottolineare come sia passato troppo inosservato alla città e ai protagonisti stessi della rievocazione, l’abbandono, spero temporaneo, della competizione da parte di una ‘famiglia’ di giostratori che hanno scritto pagine belle della storia recente del Saracino. Mi riferisco ai fratelli Gabriele e Luca Veneri, il primo assente dalla lizza già da quest’anno, il secondo presumibilmente dalle edizioni 2011. Lo dico da uomo di Giostra che non ha avuto il piacere di tifare per loro, visto che mai hanno vestito la casacca bianco-verde, ma da amico personale di due ragazzi che hanno rappresentato e rappresentano ancora degnamente la grande scuola dei cavalieri aretini, non solo in Piazza Grande ma in giro per l’Italia portando in alto il nome di Arezzo. I motivi della loro sostituzione possono essere i più validi, magari è subentrata in loro anche una certa disaffezione verso certi metodi d’ingaggio più simili al calcio che non a una manifestazione storica sulla quale tutta la città riversa amore e che rappresenta un modo per guardarsi allo specchio riconoscendosi nel proprio passato. Trovo giusto che chi ricopre ruoli istituzionali e dice di tenere alla Giostra non faccia passare inosservate queste uscite di scena. Troviamo le occasioni per gratificare ufficialmente questi protagonisti che hanno contribuito a fare grande la nostra manifestazione: una cerimonia all’insegna dell’onore delle armi andrebbe comunque garantita. A cominciare da Gabriele e Luca Veneri”.

giovedì 16 settembre 2010

Macrì: “Stop alle macellazioni rituali e basta con il politicamente corretto della sinistra sull’immigrazione”

Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì (PdL):
L’Italia non è un paese xenofobo. Questo governo con la sua azione sta tentando di trovare soluzioni adeguate e in linea con l’Europa sui vari aspetti del problema “immigrati”. Molti di loro in Italia stanno bene, si integrano. Le tanto criticate espulsioni o respingimenti, il pacchetto sicurezza cosiddetto “Maroni”, mi sembra non abbia ricevuto la censura europea che in questi giorni sta colpendo Sarkozy per i suoi provvedimenti contro i rom. Questo è un paese aperto e libero che dà a chi arriva una qualità migliore della vita e solo la demagogia del centrosinistra poté gridare allo scandalo quando l’attuale governo affrontò il tema offrendo soluzioni adeguate.
Soluzioni che partono da un assunto: non possiamo negare l’esistenza di problemi che sorgono quando non governiamo il territorio, quando le amministrazioni come la nostra comunale, consentono la nascita di interi quartieri abitati da immigrati o addirittura lasciano aprire una moschea in un edificio adibito a magazzino. La politica dei ghetti è finta e falsa solidarietà. E se non c’è posto per tutti, molte saranno le persone che possono diventare manovalanza per la criminalità organizzata, la prostituzione, lo spaccio di droga. Quando si preferisce tollerare anche il peggio, in onore del “politicamente corretto”, si avallano le peggiori forme di schiavitù moderna. Si consentono strappi e deroghe alle leggi e ai regolamenti locali, permettendo che si celebrino riti religiosi in scantinati pur di dire: “noi siamo per la tolleranza, noi siamo quelli aperti, i buoni”. Non possiamo più stare a questo manicheismo di sinistra: dobbiamo dire in maniera chiara che come un prete cattolico o protestante non può celebrare messa in un locale non idoneo, così un imam non può fare altrettanto.
Allo stesso modo ritengo la macellazione rituale una orrenda pratica di morte che infligge agli animali inutili sofferenze. Il diritto di culto non può invadere, privandogliene, la dignità di un animale, che pur destinato alla macellazione industriale ha tutto il diritto di non soffrire. In Italia purtroppo c’è una legge assurda approvata da un governicchio nel 1998 che prevede che i diritti degli animali sono tali a meno che non vengano torturati per religione. Questa legge va abrogata immediatamente e quindi mi farò portavoce nei confronti dell’attuale governo di questa istanza. Nel frattempo chiedo al Prefetto di Arezzo, al Sindaco di vigilare su questa pratica, chiedendo che nelle macellerie non venga venduta carne di animali uccisi in tal maniera. Non solo le istituzioni devono fare il possibile per evitare questa orrenda pratica ma il senso civico non può permettere un tale rituale, così come poligamia e infibulazione. È inutile che l’assessore Cecchini partecipi solo a tavoli istituzionali e faccia collezione di uscite sulla stampa, nel segno ovviamente del “politically correct” presunto progressista che non perde tempo a invocare una moschea, ma è opportuno, visto che ha la delega alla salute degli animali, che ci proponga dati e numeri precisi sulla macellazione rituale. Nei prossimi giorni depositerò una interrogazione consiliare su questo argomento, ma rimane il fatto politico che per il centro sinistra la laicità delle istituzioni è da rivolgersi sempre e solo nei confronti della chiesa cattolica, mentre per altre religioni è pronto a mostrare il collo, in questo caso non il suo, ma dell’agnello o del cavallo di turno.‪

lunedì 13 settembre 2010

Una volta ancora...arrivederci ad Atreju 2011

Con l’intervento del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e del Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, si è ufficialmente conclusa la dodicesima edizione di Atreju. Per cinque giorni l’attenzione dell’opinione pubblica italiana si è depositata su questa piccola grande avventura, cresciuta dispettosamente fino a travalicare ogni ambito generazionale e politico. Non resta che salutare le decine di migliaia di persone giunte da tutta Italia per partecipare alla nostra Festa. Ma soprattutto, non resta che ringraziare le decine di militanti della Giovane Italia che hanno donato il proprio lavoro nell’organizzazione dell’unica manifestazione giovanile capace di raccontare il vero volto di una generazione che non smetterà mai di impegnare se stessa in una dura lotta quotidiana contro le forze del Nulla. È ora, è tempo di andare, il Fortunadrago sta per spiccare di nuovo il suo volo. Ci rivediamo ad Atreju 2011 !!

lunedì 30 agosto 2010

LA RUSSA: Il velo integrale e' una violenza contro le donne musulmane

"Il velo integrale e’ una violenza a tutte le donne musulmane che sono costrette ad indossarlo". Lo ha sottolineato il ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa, che ha osservato: "
Sono pienamente d’accordo con Daniela Santanche’ quando sostiene che l’approvazione di una legge che vieta il velo integrale non sia piu’ rinviabile. Gia’ nelle passate legislature, proprio insieme alla Santanche’, fui tra i primi firmatari di una proposta di legge che andava in questa direzione. Sono certo che la mobilitazione popolare da lei oggi lanciata dalle pagine del ’Giornale’ e alla quale aderisco avra’ il successo che merita. In tal senso auspico che anche gli intellettuali di sinistra le femministe e gli islamici moderati facciano sentire il loro sostegno. Sarebbe un segnale importante di un ulteriore impulso al Parlamento, molte volte troppo ’pigro’ su questo argomento, affinche’ in tempi brevi -conclude La Russa- possa finalmente approvare una legge che tuteli il diritto delle donne musulmane a non dover essere costrette a celare la propria identita’ dietro un velo".

GASPARRI: La politica di Sarkozy sugli immigrati e' giusta, l'Italia impari da lui

"Credo che l’Europa debba discutere gli spostamenti all’interno dei propri confini da uno Stato all’altro di persone prive di una chiara dimora e di leciti mezzi di sussistenza. Norme di questo tipo valgono anche per i cittadini di uno Stato. Anche se si e’ italiani ma si e’ senza una forma di sostentamento e senza una residenza si puo’ essere sottoposti a dei controlli. Quindi credo che l’allargamento dell’Unione Europea debba comportare un approfondimento di alcune questioni.
Come quella dei Rom. La Romania li incoraggia a lasciare il proprio paese senza poi collaborare ai problemi che ne possono nascere altrove. E’ una questione nuova che e’ nata con l’allargamento dell’Ue, che e’ un fatto positivo, che pero’ deve anche comportare un approfondimento di alcune questioni". Lo ha affermato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PDL, in un’intervista sul quotidiano online Affaritaliani.it. "La politica di Sarkozy e’ giusta. Anche noi in Italia ci siamo posti questo problema. E ricordo che anche dei sindaci della sinistra come Veltroni incoraggiavano, con dei soldi, il ritorno in Romania della comunita’ rom . Non devono esserci pregiudizi etnici di nessun tipo ma ci devono essere regole che valgano per tutti e che non riguardano solo la questione dei rom, anche se questione esistente da molto tempo".
Per Gasparri ci sono delle regole chiare: "Chi arriva da un altro paese deve avere una casa e un lavoro. E’ la stessa politica dell’immigrazione. Bisogna insomma accogliere nel nostro paese tante persone quante possono trovare una possibilita’ di lavoro e alloggio. Se no si da’ il via libera allo sfruttamento. Questo e’ un problema nuovo. L’ingresso della Romania nell’Ue ha fatto si’ che coloro che erano degli extracomunitari sono diventati ope legis appartenenti all’Unione Europea. Ma resta il problema. Quindi e’ giusto controllare e discutere in sede Europea di fronte a situazione nuove regole e criteri d’intervento. Se cambiano i contesti bisogna cambiare le regole. Ci sono 27 paesi e con l’allargamento tutte queste novita’. Dipendera’ dal governo decidere come muoversi. Certo e’ che questi nuovi problemi devono essere approfonditi".

sabato 17 luglio 2010

La Russa: «Se nel Pdl prosegue instabilità si torna alle urne»

Se l’instabilita’, le fibrillazioni all’interno della maggioranza dovessero continuare ”e’ chiaro che non si potrebbe escludere un ritorno alle urne.
La storia italiana dice che in un clima di instabilita’ permanente, il voto anticipato e’ possibile”. Lo afferma il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa, che in un’intervista al Corriere della Sera sostiene che ”l’unica cosa che non possiamo permetterci e’ una tregua che non risolve nulla e porta a perpetrare questa guerriglia continua. Con Fini la speranza e’ che, come fu con Bossi, si ritrovi una grande intesa e si riprenda il cammino in un clima di riconciliazione generale”. La Russa non nasconde il suo pessimismo ”ma e’ anche vero – dice – che alternative in campo non se ne vedono”.

sabato 10 luglio 2010

Macrì (PDL) ottimo il richiamo all'unità ma il confronto si fa dentro il Pdl

Siamo tutti consapevoli che per Arezzo le amministrative del 2011 rappresentano un appuntamento importante e siamo altrettanto tutti convinti che si possa ridare alla nostra Città una amministrazione diversa, dinamica ed efficiente. Un’amministrazione, in poche parole, alternativa alla sinistra; a quella sinistra che in questi anni ha mortificato la città. Sono d’accordo con Rossella Angiolini quando dice, per altro in sintonia con tutta la classe dirigente del PDL aretino, che serve il contributo di tutti e che è necessario guardare anche oltre i confini del PDL, ma sono convinto che nessuna alternativa possibile potrà prescindere dal PDL e che anzi dovrà essere proprio il PDL ad avviare percorsi politici e programmatici capaci di unire tutte le forze alternative alla sinistra a partire dal raccordo con gli alleati della Lega Nord che insieme a noi governano il Paese. Penso anche che nessuno possa trattare individualmente perché in una fase così delicata ogni confronto ed ogni dialogo non possono che avvenire dentro il partito. Del resto, la forza di un partito come il PDL sta proprio nella capacità di aggregare per poter raggiungere un obiettivo che per molti di noi è prioritario ed irrinunciabile: tornare a governare Arezzo. Se quindi è vero che per vincere c’è bisogno di tutti, è altrettanto vero che ognuno di noi deve sentirsi parte di un unico grande partito che è il PDL e ragionare in un’ottica di squadra e di servizio.
Francesco Macrì
Consigliere Comunale PDL
VicePresidente del Consiglio Comunale di Arezzo

mercoledì 23 giugno 2010

Mazzielli (Giovane Italia): Maturità, il tema sulle foibe è un’autentica svolta

Il tema sulla tragedia delle foibe fra le tracce della prima prova di maturità rappresenta un'autentica vittoria culturale e una svolta storica nella scuola italiana.

Nel 2004 l’ on. Roberto Menia è il primo firmatario della legge nazionale che istituisce le commemorazioni per il 10 Febbraio di ogni anno del “Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e degli esuli istriano-giuliano-dalmata”.

Ad Arezzo nel 2005 l’amministrazione comunale, tramite l’allora assessore Francesco Macri’, delibera l’intitolazione di una strada della città “Largo Martiri delle Foibe” per mantenere vivo il ricordo di quei tragici episodi della storia italiana.

In seguito si svolgono le celebrazioni e le iniziative della televisione pubblica, come la fiction “Il cuore nel pozzo”, su sollecitazione dell’allora ministro Maurizio Gasparri.

Per troppo tempo le foibe sono state vigliaccamente messe da parte, censurandole in ogni libro di storia, in nome di una ideologia sconfitta dalla storia. In tal senso lo sforzo di tutti i militanti del movimento giovanile a partire dal Fronte della Gioventù, passando per Azione Giovani e arrivando alla Giovane Italia, è stato molto proficuo nel mobilitare ed informare le nuove generazioni su una tematica che fino a poco tempo fa rappresentava un vero e proprio tabù.

A questo punto non resta che attendere i dati sulle percentuali di studenti che hanno optato per questa traccia proposta quest’anno dal Ministero dell’Istruzione, cosi’ capiremo quanti studenti hanno una purché minima conoscenza della tragedia delle foibe e soprattutto gli insegnanti dovranno iniziare a dare il giusto spazio a questi avvenimenti troppo a lungo dimenticati.

In questo modo renderemo finalmente onore a tutti i nostri compatrioti che hanno perduto la vita o che hanno dovuto subire l'esilio dalla propria terra e faremo enormi passi avanti verso una memoria condivisa che unisce l’Italia e gli italiani.

Andrea Mazzielli
Presidente Provinciale Azione Giovani – Giovane Italia
Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina - Arezzo

martedì 22 giugno 2010

Maturità, la prima volta delle foibe Entusiasti gli esuli, la destra esulta

Per Gasparri "si ricompone una memoria collettiva", Alemanno si dichiara soddisfatto e la Meloni confessa che sarebbe stato il suo tema. Plaudono le associazioni degli esuli e il sindaco di Trieste

La prima volta delle foibe in un esame di Stato. E la prima volta - anche se in un'appendice - in cui viene utilizzata una dichiarazione di Mussolini come documento per costruire un tema. La scelta del Ministero dell'istruzione è destinata a non passare inosservata. Soprattutto a destra, che esulta e parla di un'autentica svolta.
Plaudono il Capogruppo del PDL al Senato Maurizio Gasparri, secondo cui "si ricompone una memoria collettiva", il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che parla di "scelta positiva", e il ministro per la gioventù Giorgia Meloni che, se avesse dovuto sostenere l'esame quest'anno, avrebbe fatto sicuramente quello sulle foibe.
Secondo il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia, primo firmatario della legge che ha istituito il Giorno del Ricordo, la scelta rappresenta "una bella vittoria sulla strada della giustizia", mentre per il membro del Pdl Renato Farina, della Commissione Cultura della Camera, è finalmente stato dato "uno schiaffo all'oscurantismo''. Paola Frassinetti, deputato del Pdl e presentatrice di una risoluzione in Commissione Istruzione per diffondere nelle scuole la conoscenza delle foibe, ha anche precisato che quella del Ministero è una decisione che "rende onore ai martiri".
La traccia non poteva naturalmente lasciare indifferenti le associazioni degli esuli e i rappresentanti istituzionali delle città che hanno vissuto da vicino quel periodo storico. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha dichiarato che "finalmente il "secolo breve" è alle spalle", un'opinione condivisa dal presidente della Federazione degli esuli istriani, fiumani e dalmati Renzo Codarin, secondo cui "il tema sulle foibe è perfetto" e da Lucio Toth, presidente dell'Associazione nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia (Angvd), secondo cui, malgrado le polemiche, "è meglio che se ne parli piuttosto che non".

giovedì 17 giugno 2010

Sen. Achille Totaro su nomine "Generazione Italia" in Toscana

L'On. Bocchino nomina responsabili Generazione Italia in Toscana.
Sen. Achille Totaro (Pdl) “Per Arezzo scelto personaggio condannato per peculato. Sarebbe questo il rinnovamento della politica?”
“L’On. Bocchino – si legge in una nota del Sen. Achille Totaro, componente della Direzione Nazionale del Pdl – si è recato ieri a Firenze per nominare i responsabili della corrente “Generazione Italia” in Toscana. Altisonanti discorsi hanno condito la presentazione del movimento, discorsi sulla moralità della politica, sul bisogno di rinnovamento, su un nuovo modo di "fare”,sulla volontà di costruire l’ Italia del futuro.
E’ davvero bizzarro il fatto che per Arezzo sia stato nominato Oreste Civitelli, ex presidente del consiglio comunale di Arezzo, condannato in primo grado per peculato a due anni di reclusione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici per avere utilizzato un computer del suo ufficio in Comune per scaricare materiali pornografici da Internet. Alla faccia dei bei discorsi sulla moralità della politica! E sarebbero questi i personaggi che dovrebbero rappresentare una politica di rinnovamento? Chissà cosa ne pensa l’amico On. Bocchino, e chissà cosa ne pensa l’On. Granata, uno dei responsabili nazionali della componente ‘Generazione Italia’ e neo- paladino dell’eticità e della rettitudine in politica! E’ davvero questo il rinnovamento? Oppure si tira in barca quel che c’è pur di mostrare una presenza sul territorio? E’ il caso di dire anziché Generazione Italia, Povera Italia!”

sabato 29 maggio 2010

Lettera aperta del Capogruppo di AN-PDL Francesco Macrì al Sindaco Fanfani

Lettera aperta del Consigliere Francesco Macrì al Sindaco nell’interesse della città di Arezzo
Signor Sindaco, le sembrerà inconsueta e forse inopportuna questa mia lettera. Le scrivo per chiederle di azzerare la sua giunta.
La sua statura di uomo e di politico è messa quotidianamente a repentaglio dai suoi assessori mentre la città si aspetta ed ha bisogno di un’amministrazione seria, capace di idee e di soluzioni, in grado di affrontare un momento storicamente molto difficile. La città ha bisogno di uno scatto verso il domani che non siete in grado di fare. I suoi collaboratori hanno ampiamente dimostrato di non essere all’altezza del compito. Immagino che, così come tutti i consiglieri comunali e i cittadini informati, anche lei abbia sopportato con grande imbarazzo l’atteggiamento dell’assessore Brezzi, così goffo ed impacciato nella sua “difesa” dell’indifendibile: l’unico gesto di dignità sarebbe stato offrire le dimissioni ma al professore manca il coraggio. Ci pensi lei! Se non lo farà, questo modo, così “allegro”, di gestione delle risorse pubbliche vedrà coinvolta anche la sua personale immagine.
Lei oggi, azzerando la sua giunta, manderebbe un messaggio di grande responsabilità alla cittadinanza tutta. Una decisione in tal senso le offrirebbe l’opportunità di scegliere nuovi collaboratori, espressione diretta della città, politici e non, magari giovani e sicuramente ben più motivati e capaci.
Non creda che l’azione politica dell’opposizione si esaurisca nell’attesa di una sua caduta rovinosa: io amo la mia città, vorrei una guida amministrativa migliore e, benché io sia espressione di una forza politica a lei avversaria, le garantisco che la ritengo il sindaco di tutti, me compreso.
Durante quest’ultimo anno di lavori di consiglio abbiamo assistito ad un’azione di governo sbiadita e, secondo il sentire comune di molti nostri concittadini, dedita soltanto al piccolo cabotaggio. Dell’ineffabile Brezzi ho già detto, ma che dire di Vettese e del declino inarrestabile della più antica e nobile delle istituzioni cittadine (dopo il Comune, naturalmente), la Fraternita dei Laici? Oppure dei risultati disastrosi della gestione delle deleghe della signora De Robertis, protagonista della perdita di Arezzo Wave e della sua sostituzione con un evento di plexiglas come il Play Art? O ancora dell’ultima performance di Banchetti che si è dimostrato palesemente incerto nel gestire i lavori di Via Veneto fino alle ultime contraddittorie decisioni sul “senso di marcia”. E il volitivo assessore Dringoli, come fa a non accorgersi e porre rimedio al proliferare incontrollato di buche nelle strade della città? Oppure Marconi, mi sapete dire come fa a non capire che senza una sala operativa adeguata, le telecamere non servono a nulla; e, perché continua imperterrito a creare confusione nell’ambiente della giostra del Saracino? Poi, per finire e in tutta onesta, mi sa dire a cosa servono e cosa facciano Giustini , Caporali, Rossi?
La sua giunta e lei con loro avete aperto un fronte “di guerra” con gli ordini professionali, per quanto concerne un Regolamento Urbanistico privo di strategia, incomprensibile e dirigistico; un fronte con le Associazioni di categoria che non trovano il minimo sostegno in una crisi che si fa sempre più difficile da affrontare; un fronte con tutti i cittadini che non vedono risposte concrete e sono persino costretti a fare ore di fila presso lo Sportello Unico, peraltro vostro vantato fiore all’occhiello.
Se guardassimo complessivamente al suo mandato, fino ad oggi, troveremmo moltissime macerie e, se anche lei sapesse ben guardarsi intorno, capirebbe che non ha assessori in grado di dare un “colpo di reni” per costruire, ma semplici dilettanti, forse anche un po’ vagabondelli.
Quindi cancelli questa giunta e ancor prima di decidere per elezioni ad autunno provi con gente nuova, capace di dimostrare competenza e passione civica; insomma, faccia qualcosa, lo faccia per la città e per se stesso.
Per un calcolo politico di facile lettura, l’opposizione potrebbe preferire il perpetuarsi di una così disastrosa gestione, dove lei alla stregua di un pipistrello senza “radar” sbatacchia di qua e di là, ma non è il mio modo di intendere l’impegno politico. Io desidero che la nostra città viva serena e possa affrontare le prossime elezioni con spirito costruttivo. Le propongo, quindi, una “tregua politica, in cambio di un suo segnale forte: faccia fuori tutti e porti intorno a se persone in grado di svolgere il proprio lavoro con capacità e impegno, fuori da ogni consorteria, di sua personale fiducia. Dieci mesi di serio lavoro amministrativo e poi, alle prossime elezioni, sarà battaglia in nome del futuro della nostra città. Attendo una sua risposta.
Con cordialità
Francesco Macrì

mercoledì 26 maggio 2010

Arezzo: flop telecamere in città

Il problema della mancanza di sicurezza ad Arezzo non soltanto è sempre piu’ percepito dai cittadini, ma è oggettivamente un dato reale. Infatti la recente installazione di 37 telecamere nelle zone a rischio non ha conseguito l’effetto desiderato per svariati motivi. Primo fra tutti il fatto che le registrazioni video non sono visionabili per individuare i soggetti, neanche di fronte ad atti vandalici e risse fra persone.
Prova ne sono vari avvenimenti susseguitisi di recente, ed in particolare anche dopo l’entrata in funzione dei primi 37 occhi vigili elettronici. Basti pensare ai danneggiamenti alle automobili parcheggiate nella zona del Palazzetto dello sport di San Lorentino per i quali non è stato possibile individuare i responsabili. Per non parlare delle risse che puntualmente durante le notti di ogni fine settimana si verificano davanti ai portici di Via Roma, spesso anche con l’intervento di ambulanze e forze dell’ordine. E non dimentichiamoci della telecamera in Piazza San Michele, la cui inutilità è provata anche dal fatto che i vigili urbani sono spesso costretti a presenziare al fine di evitare disagi ai residenti e commercianti della zona.
Sorge spontanea e lecita la domanda sull’utilità di queste telecamere dal momento che attualmente non svolgono la funzione di supporto alle forze dell’ordine al fine di individuare i protagonisti di queste situazioni sgradevoli che sempre piu’ si verificano nella nostra città.
E a questo punto è giusto chiedersi quale sia stato l’investimento economico sostenuto dall’amministrazione comunale per questo sistema di video sorveglianza ad oggi inefficiente che peraltro sarà ampliato per arrivare fino a 65 telecamere totali entro febbraio 2011. Considerando l’investimento effettuato (oltre 100.000 € da quanto si apprende sulle delibere comunali) e il risultato ottenuto (pari o inferiore a quello di telecamere finte non funzionanti) sicuramente sarebbe stato piu’ opportuno investire nel rafforzamento del personale della polizia municipale o nell’attivazione di servizi di vigilanza privata che avrebbero permesso maggior prevenzione grazie alla presenza fisica nel territorio.
In ogni modo se gli amministratori comunali erano cosi’ sicuri di intraprendere questa scelta per garantire la sicurezza dei cittadini, in quanto le telecamere rappresentano degli ottimi deterrenti contro i ripetuti atti di vandalismo e per prevenire la microcriminalità, potevano almeno acquistarle finte visto che avrebbero soddisfatto lo stesso risultato attuale, ma sicuramente tutti gli aretini avrebbero ringraziato per la migliore gestione dei soldi pubblici.
Andrea Mazzielli
Presidente Provinciale Azione Giovani – Giovane Italia
Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina - Arezzo

lunedì 24 maggio 2010

“Il caso Brezzi-Ambrosio sempre più imbarazzante”

Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì

Leggo da un giornale abbastanza conosciuto che l’affaire Brezzi - Ambrosio è sbarcato agli onori della cronaca nazionale. Dalle dichiarazioni dell’assessore Brezzi si legge una sempre maggiore difficoltà a difendere un operato indifendibile anche con delle affermazioni del genere: “i vertici tecnici del Comune mi hanno garantito della legittimità dell’operato”.
Su questa affermazione viene meno la caratura politica di un uomo che conferma che l’unica attività alla quale rimane molto affezionato è scaricare la responsabilità, oggi, sui tecnici. Premesso che un conto è la legittimità degli atti amministrativi e un conto è l’opportunità di questi, al Professor Brezzi sfugge tuttavia il passaggio cruciale che obbliga noi uomini politici a rispondere delle attività svolte quando ricopriamo il ruolo di assessori. Questa responsabilità nasce dal fatto che ci presentiamo agli elettori e ci proponiamo punto d’ascolto e punto di gestione per il bene collettivo. Questo può apparire retorico ma in realtà è molto, molto concreto ed è il motivo per cui gli assessori debbano rispondere ai cittadini del proprio operato. Ma questa sensibilità non può essere patrimonio di Brezzi, che è assessore, non va dimenticato, scelto da “sua maestà” in persona senza passare al vaglio degli elettori. Sì, sento già l’obiezione: tutti gli assessori sono scelti dal Sindaco e anche Lucherini delegava i propri fiduciari! Ma un conto è essere nominati assessori dopo avere affrontato le elezioni amministrative e preso centinaia, se non migliaia, di preferenze, legittimati dunque da un elettorato che non possiamo trascurare una volta assunto l’incarico di giunta. Un conto è stare lì per regalia proveniente dall’alto. Nascondersi dietro la legittimità data dai tecnici è imbarazzante prima di tutto per l’assessore stesso che pone in essere una così assurda difesa e in secondo luogo anche per quei tecnici che un domani dovranno continuare a lavorare con questo alto profilo di uomo politico.
Volevo inoltre ringraziare il presidente della Commissione Consiliare Cultura che ha voluto convocare martedì pomeriggio Brezzi per una audizione ufficiale. Aspetteremo con grande curiosità l’esito di questa commissione per presentare successivamente in una conferenza stampa i prossimi passi politici che intraprenderemo su questa vicenda. Ne posso anticipare uno: chiederò in consiglio la modifica dell’erogazione dei contributi a favore delle associazioni culturali eliminando la possibilità di affidamenti diretti, obbligando per qualsiasi erogazione l’assessorato a promuovere comunque un avviso pubblico. In secondo luogo proporrò una card di identità per le associazioni, una sorte di anagrafe comunale dell’associazionismo. In questa card dovranno essere contenuti dati tipo: anno di costituzione, regolarità contributiva e di pagamenti nei confronti di dipendenti e fornitori, obbligo di pubblicare nel sito internet del Comune i rendiconti contabili e amministrativi delle iniziative co-finanziate dal Comune e, per le associazioni che all’anno superano i 10.000 euro di contributi, l’obbligo di pubblicare sul sito internet del Comune i propri bilanci annuali. Forse così daremo una sterzata alla cattiva gestione e daremo a tutti una reale opportunità di misurarsi con gli eventi e la cultura cittadina.

domenica 16 maggio 2010

Il crepuscolo della giunta Fanfani

La cosa più incredibile della nota di Camillo Brezzi, è che si possa rispondere così ad una interrogazione seria, dove vengono citati fatti circostanziati ed oggettivi. La metodologia di screditare chi muove accuse precise, è strategia nota, ma è soprattutto il sintomo, direi drammatico, di non avere altri argomenti.
E’ inutile dire che l’assessorato di Camillo Brezzi è da sempre latitante in ordine a chiarezza e trasparenza. Questo è testimoniato anzitutto da moltissime interrogazioni, ove già da tempo si sono chiesti dati e cifre (ne è un esempio lo sperpero della mostra della Minerva e dei Della Robbia su tutto con la cifra parabolica di oltre 2 milioni di euro per complessivi 50.000 miseri visitatori in 6 mesi) e a cui tutt'oggi nessuno si è mai degnato di dare risposte. Oggi è abbastanza chiaro che ci si trova davanti ad una figura politica, quella di Camillo Brezzi, sicuramente sbiadita e non dall'età, ma dal suo modo di concepire la politica in senso baronale.
Gentile professore è duro accettare le critiche, ma le garantisco che è ancor più duro per la città sopportare lei e le sue strategie culturali, frutto di continui esborsi da parte delle casse comunali e dei cittadini, esborsi destinati ad iniziative flop, dove insieme al simbolo del comune vediamo spesso anche il marchio dell'università di Siena. Sono felice che lei rimanga al suo posto e lo sono soprattutto sul piano politico, visto che la sua permanenza in giunta favorirà ancor più la nostra prossima vittoria. Comunque rinnoverò in consiglio comunale la mia interrogazione ma non solo: le preannuncio anche che chiederò lumi sui suoi ultimi acquisti di libri.
Francesco Macrì

giovedì 13 maggio 2010

Macrì (An): “Malcostume e intimidazione al Comune di Arezzo”

Il consigliere comunale Francesco Macrì (An) ha depositato una interrogazione, destinatario il Sindaco Giuseppe Fanfani, che prende spunto dalle recenti notizie di stampa dove “si rileva che, in poco più di tre anni, sono stati accordati dall’amministrazione comunale, attraverso l’assessorato alla cultura, per la realizzazione di iniziative ‘invernali’ all’Ente Filarmonico Italiano, contributi per ben 212.728 euro, ai quali vanno aggiunti ulteriori contributi accordati per la realizzazione dell’ulteriore iniziativa ‘Giardino Profondo’.
La cifra parla da sola. E si commenta da solo il fatto che nonostante questa bella sommetta, l’Ente Filarmonico Italiano, organizzazione culturale senza scopo di lucro, abbia subito nel 2010 un pignoramento da parte di un concittadino esasperato dalla continue promesse di pagamento non mantenute! Senza considerare che su Facebook esistevano gruppi intitolati: ‘Coloro che devono riscuotere dall’Ente Filarmonico’. È tutto dire.
In virtù di questo atto di pignoramento, l’ultimo contributo di 72.916 euro accordato all’ente con la delibera 601 del 2009 non poteva essere interamente liquidato. Ecco allora comparire la delibera 194 del 29 marzo scorso con la quale il Comune di Arezzo prende atto dell’impossibilità dell’Ente Filarmonico Italiano di concludere il programma ‘I Grandi Appuntamenti della Musica 2009/2010’, decide di ridurre proporzionalmente l’importo del contributo ancora da liquidare all’ente e di destinare il residuo, pur sempre 11.000 euro circa, a una neo costituita associazione culturale no profit ‘Arezzo Città del Vasari’.
Guarda caso: la compagine societaria di quest’ultima è esattamente la stessa dell’ente filarmonico e fa riferimento alla signora Giulia Ambrosio, socia peraltro al 99 per cento e amministratrice di fatto della società Fontemura per la quale, come riferisce l’Ansa, si configura il fallimento con un buco da quattro milioni di euro, vendite sottocosto e assegni a vantaggio di altre società.
Sulla genesi di ‘Arezzo Città del Vasari’ ci sarebbe da scrivere molto: ma basterà sapere che essa risulta costituita in data 11 marzo 2010 con atto redatto dal notaio Fabrizio Pantani (repertorio 130470, raccolta 20420) e con un tempismo direi eccellente in vista di quel 29 marzo quando la giunta approva la suddetta delibera che destina a questo soggetto giuridico oltre 10.000 euro.
A fronte di questi presupposti, l’amministrazione come reagisce? Fa chiarezza? Macchè. Prende meramente atto di un articolo pubblicato su un sito on line e, tramite l’avvocato del Comune, nel pomeriggio del 5 maggio, telefona alla redazione, nella persona di Paolo Casalini, per richiedere le generalità dell’estensore del pezzo, onde poter ‘eventualmente’ sporgere querela per l’articolo pubblicato e soffocare, con l’intimidazione, le voci che cercano di rappresentare opinioni e inchieste sul malcostume amministrativo.
Il Sindaco per ora tace: noi invece gli chiediamo se è possibile conoscere la sua posizione in merito ai fatti sopra descritti; se non ritiene doveroso porre chiarezza sulla gestione amministrativa dell’assessorato alla cultura; se non ritiene doveroso pronunciarsi in ordine al ritiro delle deleghe all’assessore Camillo Brezzi; se ritiene corretto che sia stato l’ufficio legale del Comune a contattare un organismo di libera informazione al fine di ottenere dati per avanzare un’ipotetica e non precisata tutela giudiziaria. Non va dimenticato che gli uffici legali delle pubbliche amministrazioni sono pur sempre pagati dai cittadini ma che in caso di querele o atti che rientrano nella tutela giudiziaria della sfera personale creano una sorta di privilegio legale a favore di un assessore. Un punto che non ritengo un formalismo da cui prescindere ma sul quale inoltrerò una richiesta di parere all’ordine degli avvocati di Arezzo.

domenica 9 maggio 2010

Anche i giovani ora puntano alla politica

Potrebbe essere uno spiraglio di luce in un'Italia fondamente gerontocratica: secondo i dati che emergono dal rapporto 2010 sui giovani amministratori nell'80% dei Comuni italiani sono oltre 23mila igiovani amministratori under 35 che ricoprono cariche di consiglieri o assessori. E il 95% dei giovani under 35 sarebbe disposti ad impegnarsi nella politica attiva sul territorio; il 51% vorrebbe farlo all'interno dei partiti.
Gli oltre 23 mila amministratori giovani dei Comuni italiani rappresentanto il 18,8% del totale degli amministratori comunali, contro il 9% delle Province, il 2% delle Regioni e il 3,5% dei parlamentari under 35% sul totale degli eletti. Il 70% degli under 35 svolge la propria attività nei piccoli Comuni, mentre il 19% riveste il ruolo di assessore e l'1,6% del totale dei giovani amministratori è stato eletto alla carica di sindaco.
Nel rapporto vi è anche una rappresentazione della distribuzione sul territorio dei giovani amministratori: più della metà è stata eletta nelle regioni settentrionali (51,1%); il 15% al Centro; il 23% nel Mezzogiorno; l'11% nelle isole. Vi sono anche i giovanissimi, nati negli anni '90: sono 117 consiglieri e cinque assessori.
Pubblicato da Davide Costa Sab, 08/05/2010

sabato 1 maggio 2010

“Un’amministrazione recidiva sulla trasparenza: un’altra trattativa privata a dir poco discutibile”

Dichiarazione di Francesco Macrì vice-capogruppo di An al Consiglio Comunale

Quanto avvenuto nell’ultima seduta di Consiglio Comunale mostra la cifra di questa amministrazione in termini di trasparenza e imparzialità. Siamo stati costretti, noi consiglieri, a sentire l’illustrazione e a votare una pratica che porta il Comune di Arezzo ad acquistare l’immobile dell’istituto Santa Maria Consolatrice nel centro storico della città per realizzarvi 19 mini appartamenti di varia tipologia e dare una risposta alle esigenze abitative delle ragazze madri. Bene, un contratto di questo genere, è stato fatto a trattativa privata! Questa forzatura è stata mascherata giocando sulla prevalenza delle finalità sociali sottese all’operazione e sulla sussistenza di un finanziamento regionale a fondo perduto in scadenza.
Diciamo subito che la scusa di finanziamenti regionali in scadenza non può far compiere forzature di questo tipo, anche perché siamo di fronte, a questo punto, a un vizio reiterato: l’acquisto di immobili senza bandi pubblici. Cos’è il Comune, un’agenzia immobiliare? È stato davvero emblematico ascoltare l’assessore Caporali e il dirigente, entrambi hanno palesato un’evidente difficoltà dimenandosi tra impossibilità di fare un bando pubblico per ristrettezza dei tempi, certificando così la disorganizzazione dei loro uffici, e giri di parole per giustificare un’operazione che privilegia un soggetto per scelta politica. Perché proprio quel soggetto? Perché non hanno trovato il tempo per partecipare al bando regionale senza ridursi agli ultimi giorni? Perché si è voluto ‘copiare’ l’ex primo rettore della Fraternita che a trattativa privata aveva acquistato immobili al prezzo doppio, si è poi scoperto, di quello reale? I protagonisti non sono stati in grado di fare un bando pubblico o non volevano farlo?
La legge, anzi la Costituzione italiana, pone principi imprescindibili sull’andamento della Pubblica Amministrazione: a maggior ragione quando si acquista un immobile, e si muove dunque denaro pubblico a vantaggio di un soggetto, essi vanno rispettati senza se e senza ma. Senza, soprattutto, le arrampicate sugli specchi di cui l’assessore Caporali e il Pd, i responsabili politici della vicenda, sono stati protagonisti: faccio questa affermazione con cognizione di causa ribadendo innanzitutto che dopo l’illustrazione in Consiglio Comunale dell’assessore la pratica prefigurava una vicenda ancora più oscura e nebulosa che in partenza, e che, non a caso ha ottenuto solo 13 voti e settori più prudenti della maggioranza stessa si sono astenuti dal votarla.

martedì 20 aprile 2010

Università Arezzo: le Istituzioni scelgano da quale parte stare.

Ormai da diverso tempo stiamo assistendo a dichiarazioni e prese di posizione da parte di tutti coloro che in qualche modo sono coinvolti nel mondo dell’università e degli esponenti politici locali. Purtroppo mancano le dichiarazioni ufficiali su cio’ che il Comune, la Provincia di Arezzo e gli altri principali soci intenderanno fare per garantire la sopravvivenza, ma soprattutto il futuro del corso di laurea in Economia ad Arezzo.

Analizzando i dati reali questo corso di laurea conta quasi 600 iscritti, di cui 150 al primo anno e secondo i dati forniti da “Alma Laurea” risulta fra i migliori corsi dell’Università di Siena in quanto a possibilità di occupazione nel mondo del lavoro dopo il conseguimento del titolo di studio.

In una recente indagine l’amministratore delegato del consorzio Polo Universitario Aretino, Caterina Tristano, ha reso noto che i tremila studenti universitari iscritti ai corsi aretini dell’Ateneo senese spendono 9 milioni di euro e che sarebbero oltre 17 milioni i soldi persi dal territorio se questi studenti cercassero una formazione altrove. E’ evidente che l’Università non rappresenta solo un valore culturale per una città come Arezzo, ma anche economico, una ricchezza derivante soprattutto dalla presenza di studenti provenienti da altre città e regioni. Senza dimenticare che la mancanza di strutture universitarie priverebbe la città di queste risorse e provocherebbe un notevole incremento della spesa delle famiglie, che dovrebbero mantenere i propri figli presso altre sedi universitarie.

D’altro canto c’è da ricordare il sistema prepotente con cui l’Università di Siena considera i distaccamenti di Arezzo e Grosseto, senza mai applicare un’effettiva parità di immagine e di offerta. Questo si evince anche dal fatto che venendo a mancare i soldi per pagare il mezzo di trasporto ai professori che devono trasferirsi ad Arezzo o Grosseto, si preferisce tagliare di colpo i due distaccamenti piuttosto che andare a verificare i conti amministrativi dell’ateneo.

Dopo aver ricordato questi dati oggettivi, i principali soci fondatori del consorzio polo università aretino devono fare alcune riflessioni: È meglio investire 7,7 milioni di euro nel parcheggio multipiano dell’ospedale San Donato, che incrementa gli attuali 600 posti auto di nemmeno 150 unità, o salvare l’università ad Arezzo con una spesa inferiore all’1% di questa cifra? E’ meglio costruire la Casa delle Culture con una spesa di 888.000 euro, della quale non si capisce l’utilità, o permettere ai giovani di poter continuare a frequentare un corso universitario nella propria città? E’ meglio l’acquisto di 410 cestini rossi non differenziati ad un costo di 180.000 euro o salvare l’università di Arezzo con 60.000 euro? E’ meglio contribuire all’organizzazione fallimentare dei festeggiamenti del Capodanno aretino con ben 24mila euro, fra l’altro mai svoltisi, o sostenere un corso di laurea nella stessa città con poco piu’ del doppio di questa cifra? E’ meglio continuare ad ostinarci nel fare costosi sondaggi e convegni con relativi rinfreschi sul futuro delle Circoscrizioni (quando sappiamo che ad Arezzo nel 2011 non ci saranno piu’) o investire quei soldi per garantire un percorso di studio universitario nella nostra città?

L’elenco potrebbe essere molto piu’ lungo, ma in questo momento ci interessa che Comune, Provincia di Arezzo e tutti gli altri soggetti coinvolti selezionino le priorità da affrontare con l’auspicio che una volta tanto si ricordino veramente dei GIOVANI.

Andrea Mazzielli
Presidente Provinciale Giovane Italia – Azione Giovani
Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina - Arezzo

Luca Valdambrini
Responsabile Azione Universitaria - Arezzo
Consigliere di Facoltà di Economia

giovedì 15 aprile 2010

Arezzo: la rabbia degli studenti di Economia

Le indiscrezioni sulla facoltà di Economia di Arezzo trapelate ormai da qualche tempo, purtroppo hanno trovato riscontro in questi giorni nei mezzi di informazione. Il primo anno del corso di economia ad Arezzo rischia di essere tagliato se le istituzioni non troveranno le risorse necessarie per ripianare il buco di circa 60.000 euro. In particolare la richiesta portata avanti dal preside della facoltà di economia di Siena, Angelo Riccaboni, nei confronti delle istituzioni locali, è quella di porre una maggiore attenzione al polo universitario aretino, in questo caso al corso di Economia.
In effetti nel corso di Economia a Grosseto, dove il problema è simile, il Presidente della Provincia di Grosseto e il Sindaco del capoluogo hanno già dato la loro disponibilità nel fornire le risorse necessarie per permettere la regolare continuazione del corso di laurea. Per di più il corso di laurea in economia di Arezzo presenta ogni anno circa 150 nuovi iscritti ed inoltre gli studenti laureati in questo corso trovano lavoro nell’88% dei casi entro il primo anno dalla laurea (dati del 2009), risultando quindi fra le migliori triennali della facoltà di Economia di Siena. Questi dati forniti da Alma Laurea evidenziano che la possibile interruzione di questo corso di laurea sarebbe una scelta quantomeno inopportuna e sciagurata.
Per questi motivi sopra citati gli studenti iscritti alla facoltà di Economia, e più in generale tanti giovani in procinto di iscriversi all’università, sono molto perplessi dal momento che si vedrebbero negata la possibilità di frequentare uno dei corsi più validi della facoltà di Economia e non per ultimo si negherebbe pure l’opportunità a coloro i quali per ristrettezze finanziarie non possono permettersi di studiare fuori sede. Sarebbe necessario che tutte le istituzioni, Comune e Provincia di Arezzo in primis, si attivassero per trovare le modeste risorse economiche per garantire la sopravvivenza del corso di laurea al quale Arezzo e suoi giovani non possono, e non vogliono, rinunciare.
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Luca Valdambrini
Consigliere di Facoltà di Economia
Responsabile Azione Universitaria – Arezzo
Nicola Righi
Studente corso Economia - Arezzo

lunedì 12 aprile 2010

C’e bisogno di spazi di aggregazione di destra. L’esempio? Casaggì

E’ ora che i ragazzi di destra si diano una mossa per opporsi al predominio dei centri sociali e dei collettivi di sinistra nel mondo dell’aggregazione giovanile.
C’è da dire che i centri di destra sono discriminati rispetto a quelli avversi, perchè le amministrazioni (comunali ecc.) privilegiano i luoghi “sinistri”, penalizzando quelli che guardano a destra.
Un esempio di spazio di aggregazione giovanile di destra è quello di Casaggì Firenze; infatti nella sede di questo centro sociale si organizza la militanza politica di tutte i movimenti di destra (Azione Giovani, Giovane Italia, Azione Studentesca ecc.). Nel centro, però, non si svolge solo attività e militanza politica, ma si svolgono anche attvità culturali e ricreative, concerti musicali e corsi di autodifesa. Insomma tutto quello che non succede nei centri sociali di sinistra.
Il mio pensiero è che bisogna incetivare questi movimenti; è arrivata l’ora in cui i ragazzi di destra siano orgogliosi delle proprie idee.
E’ ora di seguire l’esempio di Casaggì!!

tratto da: http://stranaopinione.wordpress.com/2010/04/12/ce-bisogno-di-spazi-di-aggregazione-di-destra-lesempio-casaggi/

lunedì 5 aprile 2010

Centro Sinistra al maschile

Queste elezioni regionali hanno evidenziato per l'ennesima volta l'incoerenza dei dirigenti dei partiti del centro-sinistra. Infatti al di là delle "buone intenzioni" fatte di regolamenti, statuti e codici etici, la regola della composizione delle liste elettorali per il 50% di donne non è stata minimamente tenuta in considerazione.
La dimostrazione è che il partito democratico non è stato in grado di esprimere la candidata Presidente per la regione Lazio, poichè la Bonino è espressione dei Radicali. Anche in Puglia, nonostantela vittoria con il duro e puro Vendola, non è andata meglio vista la risicata quota di donne elette.
E le donne ai vertici del PD (Bindi, Finocchiaro, Turco) pensano ai problemi di altri partiti come se non ne avessero già abbastanza in casa propria.
Nelle 13 regioni dove si sono rinnovati i Consigli sono state elette 35 donne su 218 consiglieri totali del PD. Queste rappresentano soltanto il 16% del totale, quindi ben al di sotto del tanto auspicato e proclamato 50%...

lunedì 22 marzo 2010

Riecco l’Avatar” di Fanfani: parla, anzi scrive e si rivolge direttamente a una proprietà

È la prima volta che mi capita di leggere che un sindaco si rivolge in prima persona a una proprietà per giustificarsi di non aver saputo salvaguardare gli interessi della stessa. Si sa che “excusatio non petita” il più delle volte rappresenta una “accusatio manifesta” ma il sindaco non se ne preoccupa tanto da essere spinto, in nome di una “strana trasparenza”, a rispondere con una missiva.
Naturalmente dopo quattro anni dalla sua elezione, Fanfani è oramai esperto di una strategia utile a mascherare l’immobilismo di questa Giunta: la prima mossa è smarcarsi dai sette anni che lo hanno preceduto e solo in un secondo momento assumersi le responsabilità legate ai suoi quattro anni di governo. Ma è qui che casca l’Avatar di Fanfani, dal momento che si autodenuncia di non essere riuscito a risolvere problemi che tengono la città sulle spine: calzante è l’esempio della ex Lebole. Fanfani si è impegnato personalmente a traghettare la nave in porto caldeggiando da una parte, anche nei mass media, la formazione di “Arezzo City” società che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto accollarsi la soluzione del problema per poi miseramente fallire nel suo scopo, salvo in seguito invocare l’iniziativa dei soliti “volenterosi locali” e accorgersi, “improvvisamente”, che “senza lilleri non si lallera”.
Viene spontaneo porsi allora una domanda: ma non ci si è resi conto che il bandolo della questione stava proprio lì, nel fatto cioè che in assenza di investitori seri con i “soldi alla mano” il problema Lebole, come tanti altri, rischia di non essere risolto? Non basta dire che, vista la migliore situazione economica precedente alla sua consiliatura, i problemi di questo genere avrebbero dovuto essere portati a compimento allora e affermare che qualcuno ha tradito le aspettative delle proprietà. Perché, se avevamo già impostato la soluzione del problema, il sindaco Fanfani, una volta insediato, non ha preferito, per accorciare i tempi, seguire le tracce urbanistiche e progettuali presentate in Comune? Qual è la ragione? Forse perché una volta insediata una nuova maggioranza si deve sempre e comunque gettare a mare tutto quello che è stato fatto in precedenza? Adesso, le sue, ci sembrano veramente lacrime di coccodrillo, un piangere sul latte versato, un fare sempre riferimento a quello che gli altri non avrebbero saputo mettere nel piatto delle soluzioni e uno sfruttare qualsiasi occasione per sbandierare mediaticamente interpretazioni dei fatti volutamente travisate dalle quali lui dovrebbe uscire sempre giustificato.
Ora, a un anno dalla fine di questo mandato, si dovranno comunque tirare le somme e se il Regolamento Urbanistico e ancor più i numerosi Piani Complessi non verranno portati a conclusione per dare finalmente un volto serio alla città si profilerà inevitabilmente il fallimento di questa Giunta e della sua maggioranza a danno della città intera in tutte le sue componenti. Ma il vero Fanfani, che non potrà addebitare nulla perfino a Gasperini visto che si è tenuta per sé la delega delle “grandi opere”, che si fa troppe volte rappresentare dal suo Avatar o alter ego virtuale, continuerà a rimanere in ibernazione in attesa che sia scoperto il farmaco che guarisca la malattia endemica di questa amministrazione: l’impotenza e l’incapacità di amministrare questa città.
Francesco Macri'

venerdì 19 marzo 2010

I big del Pdl: "Ecco perché in Piazza San Giovanni noi ci saremo"

Ignazio La Russa: “Io credo che la passione politica, quella con la P maiuscola, sia anche partecipazione. Se uno non partecipa di cosa nutre la propria passione politica? E poi quella di sabato sarà una festa. Il messaggio che voglio lanciare ai cittadini per invitarli alla manifestazione è quello di grande amore per l’Italia e per gli italiani. Credo che sia il momento di far vedere che in Italia non c’è solo odio, solo invidia, solo strumentalizzazione. C’è anche una grande passione e un grande amore per l’impegno politico. Sentimenti che dedichiamo alle nostre città, alle nostre Regioni e alla nostra Patria”.
Giorgia Meloni: “Noi siamo l’Italia che vuole rivendicare il diritto a scegliere il sistema di valori da cui lasciarsi governare, l’Italia pronta ad opporsi con coraggio ad ogni trucco volto a imbrigliare il diritto all’autodeterminazione del proprio destino. Questo sarà il significato del nostro voto. Da un lato, c’è chi si impegna per la famiglia, la maternità e il diritto alla vita; dall’altro c’è chi si batte per l’aborto, l’eutanasia, la legalizzazione delle droghe ed ogni genere di sperimentazione scientifica. Da una parte, c’è chi come noi porta avanti una politica rivolta al sociale, alla difesa degli ultimi e dei deboli, al diritto di chi lavora e studia, dei giovani e degli anziani; dall’altra parte c’è chi, come nel Lazio, predica e pratica un comportamento pubblico pronto ad anteporre sempre e comunque gli interessi del singolo al bene della collettività. Questa sinistra sa di non poter vincere ad armi pari, e dopo essere ricorsa ad ogni sotterfugio possibile ed immaginabile, si è ridotta a sperare nell’astensionismo degli elettori. Ecco perché nelle urne dobbiamo gridare con una sola voce il nostro sdegno e il nostro insopprimibile desiderio di Libertà”.
Maurizio Gasparri: "Lo spostamento della ridicola inchiesta di Trani a Roma, al tribunale dei ministri, dimostra che in quella Procura si e’ agito fuori dalla propria competenza territoriale. E anche la marcia indietro del Csm, che ha trasformato in un atto sostanzialmente inutile il tentativo di aggressione alla giusta iniziativa di Alfano di mandare un’ispezione a Trani, dimostra che abbiamo ragione noi". Trani si e’ sbagliata, il Csm aveva torto, la giustizia non funziona. A questo punto per chiedere una giustizia trasparente che contrasti il crimine e non si presti ad operazione politica chiediamo ai cittadini di partecipare massicciamente alla manifestazione che ci sara’ sabato 20 marzo a Roma in vista delle elezioni regionali. Saremo in piazza anche per garantire in Italia un confronto politico e democratico che si svolga sui temi che interessano i cittadini e non ci costringa ad una estenuante azione difensiva a causa di manovre della sinistra giudiziaria".