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venerdì 4 marzo 2011

MACRÌ: “UN CIGNO NERO FARÀ DI NUOVO SOGNARE LA CITTÀ”

Presentata la lista “Arezzo domani” per Macrì a Sindaco. Il disegno di una città capace di vincere le scommesse del futuro. Puntando sui giovani e sull’efficienza dell’Amministrazione.

“Arezzo domani – Macrì Sindaco”. Sono le due scritte che campeggiano su uno sfondo azzurro “tagliato” da una striscia tricolore con un cigno nero. Questo è il simbolo con il quale si presenta il candidato Sindaco Francesco Macrì, una scelta attesa dopo le sue dimissioni dal coordinamento provinciale del Pdl.

Danilo Petri ha introdotto la conferenza stampa: “ ‘Arezzo domani’ è la voce della città, di chi manifesta il malcontento diffuso verso una giunta uscente che ha deluso. Malcontento che si percepisce come rumore di fondo, nelle conversazioni dei giovani, per il Corso e osservando le braccia conserte dei commercianti senza clienti. La città chiede un sussulto alla politica, risposte concrete che solo un progetto di città può dare. Pensiamo di concepire l'amministrazione pubblica con senso civico ed è grazie a questa lista che nasce un tentativo di fare emergere le migliori energie e creatività cittadine. Cigno nero è l'evento inatteso, come recita il libro di Nassim Nicholas Taleb e l'evento è questo atto di coraggio, lo strappo di Francesco Macrì, un giovane trentasettenne già esperto di vita amministrativa fin dagli anni dell'opposizione alla giunta Ricci. Un giovane che in questi anni ha messo alla luce gli scandali Marconi, Brezzi e Fraternita dell'attuale amministrazione. Francesco Macrì si ricorda infine per il bel lavoro da assessore nell'ambito di una giunta straordinaria, quella retta da Luigi Lucherini quando il ‘rumore di fondo’ in città non era quello attuale di delusione ma di grande fiducia”.

Francesco Macrì ha quindi presentato le sue linee strategiche: “sapete tutti che sono un uomo di centrodestra, un esponente del Pdl che è sceso in pista, con una scelta tormentata, contro le logiche partitiche locali che giudico molto asfittiche. Ho cominciato a 13 anni in un partito dell'1,5% e da lì è nato il mio percorso fatto di passione e disinteresse. Nel Pdl ho posto questioni importanti, ho accolto inizialmente bene la Sestini purché mettesse assieme tutti coloro che erano contro Fanfani. Poi qualcuno ha segnato confini e quella indicata da Bianconi è diventata una candidata che tirava inevitabilmente a perdere, mentre io ho sempre pensato a un centrodestra arioso e inclusivo. La mia scelta è difficile anche in considerazione dei miei vincoli nazionali: sto rinunciando, in nome dell'audacia e dell'amore per la mia città, a un percorso politico già avviato.

Arezzo ha bisogno di una sveglia poderosa perchè il rischio è scendere di latitudine. Se analizziamo l'assetto istituzionale della città, non si vedono soggetti in grado di invertire il declino. Noi pretendiamo il ricambio generazionale, rinunceremo a gestire le portone e contribuiremo a fare del Comune una macchina amministrativa efficiente. Partiamo dai principi e da questi declineremo i programmi. Sappiamo altresì che da soli non possiamo fare tutto quanto abbiamo in mente per la città, per cui daremo spazio all'unione delle migliori energie cittadine e le metteremo in sinergia con esperti non solo aretini e italiani ma anche internazionali in una commissione sul modello di quella francese Attali, voluta da Sarkozy, la cui creazione sarà il mio primo atto per mettere a disposizione della città esperti di City Making di livello internazionale.

Turismo, cultura e rifunzionalizzazione del centro storico. Quello di Arezzo è morto e Arezzo è una delle poche città d'Italia a poter vantare questo triste primato. E qual è il suo cuore? Il Palazzo di Fraternita in piazza Grande non può essere ridotto solo a meta di trasloco, come fatto dalla Giunta Fanfani. Pensiamo ad esso come alla sede naturale delle iniziative culturali della città. Sarà quindi un grande luogo di aggregazione con bar, bookshop, librerie, sala convegni e per mostre. Nel seminterrato potrà trovare posto il Museo dell’Oro e al piano superiore un outlet della produzione orafa aretina. Un obiettivo strategico è lanciare il brand ‘Arezzo Città dell’Oro’: pensiamo infatti a una vera e propria reciprocità tra oro e Arezzo per il quale l’uno sia veicolo di marketing per l’altro e viceversa in un perfetto binomio tra arte ed economia.

Cultura: finiamola con mostre come i Della Robbia che si è rivelata una flop scandaloso. Serve una svolta di fondo: non pensiamo più di fare le cose per gli aretini ma per farne usufruire i ragazzi di tutto il mondo. Esempio: Arezzo Wave era fatta da aretini per un pubblico mondiale, Play Art è un fantoccio fatto da non aretini ma solo per gli aretini, secondo la migliore tradizione asfittica che ha animato questa giunta per 5 anni.

Innovazione e modernizzazione: va riorganizzata l'amministrazione in senso trasparente, e le parole d'ordine saranno internet e open source. Daremo spazio agli hacklab: laboratori autogestiti che possono offrire occasioni di lavoro e sviluppo per giovani ingegneri informatici. Individueremo un'area per un polo tecnologico ad Arezzo e in questo senso la stessa realtà universitaria dovrebbe orientarsi a questo settore.

Come giovani poi abbiamo il dovere morale di occuparci degli anziani: vogliamo realizzare un centro ad hoc fondendo Istituto Fossombroni e Fraternita dei Laici. L'edificio attuale della Casa Pia va dismesso, anche in relazione ai suoi costi elevati, per dedicare risorse a un'autentica struttura di cui la città vada fiera.

Edilizia popolare: in troppi pensano che le assegnazioni finora siano avvenute con criteri poco trasparenti. Servono case per le giovani coppie che possano beneficiare anche dell'ausilio di un mutuo sociale. Si possono accantonare speculazioni immobiliari e realizzare su terreno pubblico edifici da vendere poi a prezzo di costo. Abbiamo il dovere morale di aiutare queste persone.

Le risorse ci sono e non può essere fatta demagogia. Siamo di fronte, come sottolinea il Ministro Tremonti in relazione agli enti locali, sprechi immensi. Questa Giunta ha fatto spese folli per eventi inutili e con nessuna rifunzionalizzazione del bilancio. Chiuderemo le aziende che non servono e ridurremo quindi i consigli di amministrazione. E abbandoneremo il corpo sociale delle aziende non strategiche. Arezzo Innovazione non serve a nulla, la Biblioteca si può fondere con la altre istituzioni. Fine anche delle consulenze insignificanti che sono soltanto prebende prodotte dalla politica.

Infine la sicurezza, un tema a me caro: rafforzamento quindi della Polizia Municipale, uno dei pochi settori del Comune che ha bisogno di più personale. Questa deve essere il vero front-office dell'Amministrazione e ne valorizzeremo il lavoro che potrà essere ulteriormente sviluppato e reso più efficiente con il contributo delle professionalità degli istituti di vigilanza privata”.

Macrì ha concluso rimandando al giorno di presentazione delle liste la stesura completa del programma per il governo cittadino.

martedì 1 marzo 2011

Intervista a Francesco Macrì, separato in casa del PdL aretino

Le sue recenti dimissioni dal coordinamento provinciale del PdL hanno prodotto la costituzione di "Arezzo domani"; un nuovo soggetto politico con il quale il centrodestra locale (e non solo) dovrà confrontarsi.

Ho incontrato Francesco Macrì nella Hall dell’Hotel Piero della Francesca, albergo di famiglia in via di ristrutturazione e ampliamento (soprattutto in altezza). Sono i minuti che precedono una delle prime riunioni di “Arezzo Domani”, il nuovo movimento cittadino che si aggrega intorno allo stesso Macrì, recentemente dimessosi dal coordinamento provinciale del PdL.
Tra chi assiste all’intervista, in attesa dell'incontro, spicca la figura di Danilo Petri, un signore che tutto può essere considerato, meno che un damerino (ricordate quelli dotati di abito nero e scarpe a punta dello stesso colore, presenti al lancio della candidatura di grazia Sestini? Ecco, qui non paiono essercene).

Ma veniamo alla sostanza. Accendo il registratore, collego il microfono e parto con la prima domanda.

-Si è stancato di questo centrodestra aretino che la emargina e non le riconosce i meriti, come quello di essere stato l’unico a fare opposizione in Consiglio Comunale?

-Non sono affatto stanco, la politica continua ad appassionarmi. Mi sono stufato, questo sì, di vedere un centrodestra incapace di interpretare il vero rinnovamento, quello che vogliamo realizzare noi, nel centrodestra e anche fuori da quello.

-Cosa intende in pratica per rinnovamento?

-Svecchiare il modo di fare politica. L’altra sera Maurizio Bianconi, in TV, riferendosi a me ha detto una cosa molto significativa: “E’ un giovane che non ha pazienza; Matteoli ci ha insegnato che bisogna avere pazienza…”
Ecco, lì c’è la concezione carrieristica della politica. Che cosa significa dire che non ho pazienza? I partiti devono essere contenitori utili a realizzare quello che si propongono di fare; ragionare in quei termini vuol dire ridurre la politica a mere aspirazioni personali. Io non ho pazienza perché voglio fare buona politica; non ne ho perché vorrei che si designasse un candidato Sindaco vincente, disponibile e aperto mentalmente; capace di aggregare tutti coloro che in questa città non vogliono Fanfani come primo cittadino per altri cinque anni.

-Buona parte dei dirigenti del centrodestra aretino la considera soltanto un arrivista…

-Di quello che pensano alcuni non mi interessa granché; la base mi ha sempre appoggiato, basta contare le preferenze ottenute. Quella del Macrì arrivista è una fandonia sacrosanta, lo dimostra la mia storia politica e la scelta che sto facendo in questi giorni. Avrei potuto starmene tranquillo al calduccio e non l’ho fatto. A suo tempo ho cominciato a fare politica locale in un partito che prendeva l’uno e mezzo per cento… Io non sogno di fare l’assessore, ma di cambiare le cose.

-Grazia Sestini ricorda che lei la chiamava spesso per convincerla a candidarsi; cos’ha da dirle oggi? Ha forse cambiato idea?

-Non è vero che io la chiamavo. Si tratta di invenzioni che non ho smentito perché le considero sciocchezze. In realtà io ho posto problemi politici. Ho detto chiaramente che considero Sestini una brava persona e che non è lei il problema. Ero convinto della sua candidatura perché Sestini era partita bene dicendo: “Mi candido se c’è la possibilità di mettere insieme le varie realtà politiche che vogliono sconfiggere Fanfani.” Poi è arrivato Bianconi, il quale si è appropriato della candidatura Sestini e ne ha definito i limiti indicando gli alleati. Peccato che si tratti di metà della Lega, che ad Arezzo si è sbriciolata, e di La Destra che, con tutto il rispetto… C’è poi un Pdl dal quale Lucherini ha preso le distanze insieme a Ghinelli…

Sinceramente non mi pare che per Sestini ci siano le condizioni per vincere.

-Pensando a quale convenienza politica, a suo parere, Bianconi ha fatto quel che ha fatto?

-Bianconi ha un atteggiamento verso la politica aretina di centrodestra dettato solo dalla volontà di prevalere. Dagli atti politici che compie sembra che voglia essere l’unico a sedere nella stanza dei bottoni. Non so, forse ha paura che qualcuno possa crescere e affiancarlo… Bisognerebbe chiedere a lui qual è il suo problema con questa città, che tra l’altro da tempo non lo vede più tra i propri abitanti…

-“Arezzo Domani” sta partendo. Si tratta di un movimento che diventerà una delle tante liste civiche?

-E’ un movimento politico che vuole contribuire al cambiamento della guida di questa città. Una realtà che ha voglia di cimentarsi nella sfida elettorale. Si tratta di un soggetto dalla forte connotazione civica che vuol parlare alle migliori energie di Arezzo, superando anche gli steccati e le logiche di appartenenza politica. Gli schieramenti, così come si sono formati nell’ultimo decennio, sono delle vere e proprie gabbie che impediscono anche il dialogo laddove sarebbe possibile. Quando si parla di città e non di politica nazionale, non ci si dovrebbe dividere sui temi principali.

-Se “Arezzo Domani” produrrà una lista sua, lei si candiderà a Sindaco?

-Vedremo. Intanto stiamo creando un movimento politico. Nei prossimi giorni…

-Bene, allora poniamo il caso che Francesco Macrì si candidi a Sindaco di Arezzo. Dopo le considerazioni di cui sopra, con chi si apparenterebbe per raggiungere il risultato voluto?

-Ci mettiamo a disposizione di tutta la città. Di tutti coloro che vedranno in questo movimento una possibilità di aggregazione e quindi anche di vittoria. Non stiamo facendo una scelta velleitaria, ma di grandissimo coraggio. Vogliamo mettere in discussione il modo attuale di fare politica, dentro e fuori dal PdL.

-Si dice che in città non si possa raggiungere alcun obiettivo se non si va a braccetto con alcuni poteri storici. Lei come sta da questo punto di vista?

-Ho rispetto della classe dirigente aretina e sono anche consapevole che nelle associazioni o istituti cui lei fa riferimento non è tutto da scartare; c’è del buono, che come il grano va separato dal miglio… Io voglio tenere lontane tutte le persone che badano soltanto ai propri interessi e intendo rivolgermi principalmente al popolo. Il limite principale di questa città è la presenza di quella fascia grigia composta da due/trecento “comunque vittoriosi” che ti stanno intorno e sono pronti ad avventarsi sull’eventuale carcassa. Quelli li terrei volentieri a distanza.

-Ha un messaggio per Grazia Sestini, che la sta aspettando?

-Lei è una bravissima persona che in questa fase si è avvalsa di cattivi consiglieri. E a proposito di consigli, le suggerirei di lasciarli perdere.

-Che rapporti avete con l’UDC aretino?

-Eccellenti.

lunedì 28 febbraio 2011

AUTOVELOX o AGGUATOVELOX?

Dichiarazione del vice presidente del Consiglio Comunale Francesco Macrì:

“La nota posizione formale della prefettura ha bloccato l'operazione autovelox messa in atto negli anni passati dall'amministrazione comunale. Ci siamo trovati per mesi soggetti a dei veri e propri agguati visto che le postazioni erano 13 ma le macchinette solo 5, per cui venivano montate alternativamente in una o l'altra postazione. L'automobilista saliva in auto e non sapeva a cosa andava incontro nelle strade cittadine. Poi la prefettura ha detto stop e nulla è stato detto in merito alla spesa sostenuta che in virtù del pronunciamento del prefetto si è rivelata inutile con il rischio di un autentico danno erariale.
Nulla peraltro è stato detto anche sull'autovelox del raccordo autostradale, tenuto illegittimamente funzionante finché non è stato disattivato. Gli aretini sappiano dunque che grazie alla mia interrogazione è stato reso noto che una delle macchinette 'Fanfani' non è più attiva. Speriamo nel frattempo che i cittadini non debbano affrontare verbali onerosi per 'foto' scattate da quell'autovelox: sappiano, tuttavia, che tali verbali sono annullabili, dall'agosto 2010, in virtù della norma che impone che gli autovelox fuori dal centro urbano non possono essere utilizzati o installati a una distanza inferiore a un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità.
E già che siamo in vena di servizi resi ai cittadini, ricordo che gli unici autovelox attivi restano quelli della circonvallazione urbana, sostituendomi anche in questo alla omertà dell'attuale amministrazione”.