L’Italia di quel tempo era vessata dalle potenze straniere e divisa in stralci di terra che venivano ripartiti a tavolino dalla borghesia ottocentesca. Questi furono i presupposti che “destarono” quei “Fratelli” dai troppi torpori locali, dalla frammentazione sociale e dallo schiavismo non solo economico, ma anche ideologico. Molti furono i protagonisti delle tre guerre d’Indipendenza e dell’impresa dei Mille, tanti sono agli uomini e le donne a cui oggi noi dobbiamo una particolare gratitudine, molti famosi, tanti sconosciuti, ma tutti, nelle loro differenze ideologiche e sociali, con un sogno, appartenere ad una Patria libera e forgiata da quelle radici culturali e storiche che tutti gli altri popoli ci hanno sempre invidiato. Tra di loro moltissimi giovani, poco più che ventenni, che non esitarono a scendere in piazza e a correre sulle piazze e sulle barricate del ‘48 o alla difesa della Repubblica Romana. Goffredo Mameli, Luciano Manara, la Contessa di Castiglione, Maria Sofia di Borbone, Carlo Pisacane e i Fratelli Cairoli, questi alcuni tra i moltissimi nomi dei giovani ribelli ai quali dobbiamo ispirarci per costruire nuovamente una società sensibile ai temi che toccano la nostra Patria e per tenere sempre viva la fiamma delle nostre radici italiane.”

Questo è un Paese con una storia millenaria che trova la sua ragion d’essere storica e politica nel glorioso Impero Romano che ha regalato al mondo intero la Legge e il Diritto, l’Architettura e la Poesia, l’Arte e la Musica, l’Arte militare e il senso di appartenere ad una Terra. Anche nei periodi più bui del Medioevo e innovatori del Rinascimento l’instancabile ingegno ed estro degli abitanti di questa penisola si è sempre contraddistinto in ogni campo per tutte quelle opere e trattati di cui i libri di arte, storia, filosofia e letteratura sono stracolmi. A costruire prima gli Italiani e poi l’Italia, naturalmente hanno contribuito non solo la cultura e l’amor patrio, non solo la fede religiosa ed il comune sentire, ma anche quella volontà di un riscatto sociale che si è realizzato solo a fine prima guerra mondiale con la vera e definitiva Unità d’Italia.
Il migliore auspicio è che tutti i giovani che sono orgogliosi di essere italiani, indipendentemente dalla moda del momento o dalla particolare partita di calcio che fa loro ricordare quali sono i nostri simboli identitari e nazionali, Giovedì 17 Marzo 2011, anniversario dell'Unità Nazionale, indossino e/o espongano simboli del nostro Tricolore.
Andrea Mazzielli
Presidente Provinciale Giovane Italia Arezzo