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giovedì 25 febbraio 2010

Lettera alla città di Francesco Macrì, La politica non può avere un anima ma gli uomini ce la possono mettere.

Mi rivolgo a tutti i concittadini, ai miei amici e sostenitori per rassicurarli. La vicenda delle candidature per il Consiglio regionale ha segnato soltanto una tappa negativa del mio impegno politico che resterà, anzi sarà ancora più determinato e convinto. Solo poche parole.
Credevo di essermi meritato “sul campo” la candidatura, per la ventennale militanza, per il lavoro di dirigente del centrodestra cittadino, per le cose realizzate come assessore e per la serietà e l’impegno profuso nel ruolo di opposizione in Consiglio Comunale. Credevo che i complimenti ricevuti dai leader nazionali in occasione del Convegno svoltosi ad Arezzo un mese fa e le promesse solenni di alcuni di loro avessero un seguito coerente. Credevo infine che il tema di fondo del Convegno “ Generazione PDL” non fosse solo propaganda e con me sembrava crederlo Berlusconi il quale, a quanto sembra, sta denunciando un vero e preoccupante fastidio per quanto è accaduto nel passaggio significativo delle candidature. Devo dirvi però che le mie speranze non sono mai state illusioni. Conosco la politica, le sue contraddizioni, le sue bassezze e meschinità. Superata, quindi, in pochissimo tempo, una sincera e profonda amarezza che sarebbe meglio e più onesto chiamare “incazzatura”, ho riunito i miei sodali e insieme abbiamo già individuato l’obbiettivo che animerà il nostro impegno politico nei giorni e mesi che seguiranno la farsa poco democratica delle elezioni Regionali. Immaginate se i candidati fossero stati scelti dagli aretini con il metodo delle “primarie”: non posso essere sicuro di niente ma credo che il risultato per me sarebbe stato migliore di quello che è scaturito dalla irritante sceneggiata delle spartizioni correntizie. Con questa “parentesi regionale” si sono aperti problemi e forti lacerazioni all’interno del PDL aretino ed è inutile nasconderlo. Ora serve una vera rottura degli schemi, antichi e politicamente sterili. Ora non accetterò più di vedere la mia volontà e quella di molti, meritevoli, giovani e meno giovani, frenata da qualsivoglia interesse personalistico. Ora il partito ad Arezzo dovrà essere guidato da chi può metterci anima e competenza, da chi vuol restituire alla città una classe dirigente degna di questo appellativo. Ora il partito dovrà operare sulla base di obbiettivi chiari e con la determinazione adeguata a raggiungerli. Io mi sento pronto a guidare la riscossa e non temo ne ironie ne avversari. Sono a chiedere a tutti voi il sostegno che servirà, in ogni sua forma, a costruire l’alternativa al governo della sinistra. L’alternativa a Fanfani per una rinascita della nostra città.
Il vostro Consigliere Comunale
Francesco Macrì