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martedì 20 aprile 2010

Università Arezzo: le Istituzioni scelgano da quale parte stare.

Ormai da diverso tempo stiamo assistendo a dichiarazioni e prese di posizione da parte di tutti coloro che in qualche modo sono coinvolti nel mondo dell’università e degli esponenti politici locali. Purtroppo mancano le dichiarazioni ufficiali su cio’ che il Comune, la Provincia di Arezzo e gli altri principali soci intenderanno fare per garantire la sopravvivenza, ma soprattutto il futuro del corso di laurea in Economia ad Arezzo.

Analizzando i dati reali questo corso di laurea conta quasi 600 iscritti, di cui 150 al primo anno e secondo i dati forniti da “Alma Laurea” risulta fra i migliori corsi dell’Università di Siena in quanto a possibilità di occupazione nel mondo del lavoro dopo il conseguimento del titolo di studio.

In una recente indagine l’amministratore delegato del consorzio Polo Universitario Aretino, Caterina Tristano, ha reso noto che i tremila studenti universitari iscritti ai corsi aretini dell’Ateneo senese spendono 9 milioni di euro e che sarebbero oltre 17 milioni i soldi persi dal territorio se questi studenti cercassero una formazione altrove. E’ evidente che l’Università non rappresenta solo un valore culturale per una città come Arezzo, ma anche economico, una ricchezza derivante soprattutto dalla presenza di studenti provenienti da altre città e regioni. Senza dimenticare che la mancanza di strutture universitarie priverebbe la città di queste risorse e provocherebbe un notevole incremento della spesa delle famiglie, che dovrebbero mantenere i propri figli presso altre sedi universitarie.

D’altro canto c’è da ricordare il sistema prepotente con cui l’Università di Siena considera i distaccamenti di Arezzo e Grosseto, senza mai applicare un’effettiva parità di immagine e di offerta. Questo si evince anche dal fatto che venendo a mancare i soldi per pagare il mezzo di trasporto ai professori che devono trasferirsi ad Arezzo o Grosseto, si preferisce tagliare di colpo i due distaccamenti piuttosto che andare a verificare i conti amministrativi dell’ateneo.

Dopo aver ricordato questi dati oggettivi, i principali soci fondatori del consorzio polo università aretino devono fare alcune riflessioni: È meglio investire 7,7 milioni di euro nel parcheggio multipiano dell’ospedale San Donato, che incrementa gli attuali 600 posti auto di nemmeno 150 unità, o salvare l’università ad Arezzo con una spesa inferiore all’1% di questa cifra? E’ meglio costruire la Casa delle Culture con una spesa di 888.000 euro, della quale non si capisce l’utilità, o permettere ai giovani di poter continuare a frequentare un corso universitario nella propria città? E’ meglio l’acquisto di 410 cestini rossi non differenziati ad un costo di 180.000 euro o salvare l’università di Arezzo con 60.000 euro? E’ meglio contribuire all’organizzazione fallimentare dei festeggiamenti del Capodanno aretino con ben 24mila euro, fra l’altro mai svoltisi, o sostenere un corso di laurea nella stessa città con poco piu’ del doppio di questa cifra? E’ meglio continuare ad ostinarci nel fare costosi sondaggi e convegni con relativi rinfreschi sul futuro delle Circoscrizioni (quando sappiamo che ad Arezzo nel 2011 non ci saranno piu’) o investire quei soldi per garantire un percorso di studio universitario nella nostra città?

L’elenco potrebbe essere molto piu’ lungo, ma in questo momento ci interessa che Comune, Provincia di Arezzo e tutti gli altri soggetti coinvolti selezionino le priorità da affrontare con l’auspicio che una volta tanto si ricordino veramente dei GIOVANI.

Andrea Mazzielli
Presidente Provinciale Giovane Italia – Azione Giovani
Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina - Arezzo

Luca Valdambrini
Responsabile Azione Universitaria - Arezzo
Consigliere di Facoltà di Economia