Website Ribbon Azione Giovani Arezzo - Dx Amaranto: 23/05/10 - 30/05/10

sabato 29 maggio 2010

Lettera aperta del Capogruppo di AN-PDL Francesco Macrì al Sindaco Fanfani

Lettera aperta del Consigliere Francesco Macrì al Sindaco nell’interesse della città di Arezzo
Signor Sindaco, le sembrerà inconsueta e forse inopportuna questa mia lettera. Le scrivo per chiederle di azzerare la sua giunta.
La sua statura di uomo e di politico è messa quotidianamente a repentaglio dai suoi assessori mentre la città si aspetta ed ha bisogno di un’amministrazione seria, capace di idee e di soluzioni, in grado di affrontare un momento storicamente molto difficile. La città ha bisogno di uno scatto verso il domani che non siete in grado di fare. I suoi collaboratori hanno ampiamente dimostrato di non essere all’altezza del compito. Immagino che, così come tutti i consiglieri comunali e i cittadini informati, anche lei abbia sopportato con grande imbarazzo l’atteggiamento dell’assessore Brezzi, così goffo ed impacciato nella sua “difesa” dell’indifendibile: l’unico gesto di dignità sarebbe stato offrire le dimissioni ma al professore manca il coraggio. Ci pensi lei! Se non lo farà, questo modo, così “allegro”, di gestione delle risorse pubbliche vedrà coinvolta anche la sua personale immagine.
Lei oggi, azzerando la sua giunta, manderebbe un messaggio di grande responsabilità alla cittadinanza tutta. Una decisione in tal senso le offrirebbe l’opportunità di scegliere nuovi collaboratori, espressione diretta della città, politici e non, magari giovani e sicuramente ben più motivati e capaci.
Non creda che l’azione politica dell’opposizione si esaurisca nell’attesa di una sua caduta rovinosa: io amo la mia città, vorrei una guida amministrativa migliore e, benché io sia espressione di una forza politica a lei avversaria, le garantisco che la ritengo il sindaco di tutti, me compreso.
Durante quest’ultimo anno di lavori di consiglio abbiamo assistito ad un’azione di governo sbiadita e, secondo il sentire comune di molti nostri concittadini, dedita soltanto al piccolo cabotaggio. Dell’ineffabile Brezzi ho già detto, ma che dire di Vettese e del declino inarrestabile della più antica e nobile delle istituzioni cittadine (dopo il Comune, naturalmente), la Fraternita dei Laici? Oppure dei risultati disastrosi della gestione delle deleghe della signora De Robertis, protagonista della perdita di Arezzo Wave e della sua sostituzione con un evento di plexiglas come il Play Art? O ancora dell’ultima performance di Banchetti che si è dimostrato palesemente incerto nel gestire i lavori di Via Veneto fino alle ultime contraddittorie decisioni sul “senso di marcia”. E il volitivo assessore Dringoli, come fa a non accorgersi e porre rimedio al proliferare incontrollato di buche nelle strade della città? Oppure Marconi, mi sapete dire come fa a non capire che senza una sala operativa adeguata, le telecamere non servono a nulla; e, perché continua imperterrito a creare confusione nell’ambiente della giostra del Saracino? Poi, per finire e in tutta onesta, mi sa dire a cosa servono e cosa facciano Giustini , Caporali, Rossi?
La sua giunta e lei con loro avete aperto un fronte “di guerra” con gli ordini professionali, per quanto concerne un Regolamento Urbanistico privo di strategia, incomprensibile e dirigistico; un fronte con le Associazioni di categoria che non trovano il minimo sostegno in una crisi che si fa sempre più difficile da affrontare; un fronte con tutti i cittadini che non vedono risposte concrete e sono persino costretti a fare ore di fila presso lo Sportello Unico, peraltro vostro vantato fiore all’occhiello.
Se guardassimo complessivamente al suo mandato, fino ad oggi, troveremmo moltissime macerie e, se anche lei sapesse ben guardarsi intorno, capirebbe che non ha assessori in grado di dare un “colpo di reni” per costruire, ma semplici dilettanti, forse anche un po’ vagabondelli.
Quindi cancelli questa giunta e ancor prima di decidere per elezioni ad autunno provi con gente nuova, capace di dimostrare competenza e passione civica; insomma, faccia qualcosa, lo faccia per la città e per se stesso.
Per un calcolo politico di facile lettura, l’opposizione potrebbe preferire il perpetuarsi di una così disastrosa gestione, dove lei alla stregua di un pipistrello senza “radar” sbatacchia di qua e di là, ma non è il mio modo di intendere l’impegno politico. Io desidero che la nostra città viva serena e possa affrontare le prossime elezioni con spirito costruttivo. Le propongo, quindi, una “tregua politica, in cambio di un suo segnale forte: faccia fuori tutti e porti intorno a se persone in grado di svolgere il proprio lavoro con capacità e impegno, fuori da ogni consorteria, di sua personale fiducia. Dieci mesi di serio lavoro amministrativo e poi, alle prossime elezioni, sarà battaglia in nome del futuro della nostra città. Attendo una sua risposta.
Con cordialità
Francesco Macrì

mercoledì 26 maggio 2010

Arezzo: flop telecamere in città

Il problema della mancanza di sicurezza ad Arezzo non soltanto è sempre piu’ percepito dai cittadini, ma è oggettivamente un dato reale. Infatti la recente installazione di 37 telecamere nelle zone a rischio non ha conseguito l’effetto desiderato per svariati motivi. Primo fra tutti il fatto che le registrazioni video non sono visionabili per individuare i soggetti, neanche di fronte ad atti vandalici e risse fra persone.
Prova ne sono vari avvenimenti susseguitisi di recente, ed in particolare anche dopo l’entrata in funzione dei primi 37 occhi vigili elettronici. Basti pensare ai danneggiamenti alle automobili parcheggiate nella zona del Palazzetto dello sport di San Lorentino per i quali non è stato possibile individuare i responsabili. Per non parlare delle risse che puntualmente durante le notti di ogni fine settimana si verificano davanti ai portici di Via Roma, spesso anche con l’intervento di ambulanze e forze dell’ordine. E non dimentichiamoci della telecamera in Piazza San Michele, la cui inutilità è provata anche dal fatto che i vigili urbani sono spesso costretti a presenziare al fine di evitare disagi ai residenti e commercianti della zona.
Sorge spontanea e lecita la domanda sull’utilità di queste telecamere dal momento che attualmente non svolgono la funzione di supporto alle forze dell’ordine al fine di individuare i protagonisti di queste situazioni sgradevoli che sempre piu’ si verificano nella nostra città.
E a questo punto è giusto chiedersi quale sia stato l’investimento economico sostenuto dall’amministrazione comunale per questo sistema di video sorveglianza ad oggi inefficiente che peraltro sarà ampliato per arrivare fino a 65 telecamere totali entro febbraio 2011. Considerando l’investimento effettuato (oltre 100.000 € da quanto si apprende sulle delibere comunali) e il risultato ottenuto (pari o inferiore a quello di telecamere finte non funzionanti) sicuramente sarebbe stato piu’ opportuno investire nel rafforzamento del personale della polizia municipale o nell’attivazione di servizi di vigilanza privata che avrebbero permesso maggior prevenzione grazie alla presenza fisica nel territorio.
In ogni modo se gli amministratori comunali erano cosi’ sicuri di intraprendere questa scelta per garantire la sicurezza dei cittadini, in quanto le telecamere rappresentano degli ottimi deterrenti contro i ripetuti atti di vandalismo e per prevenire la microcriminalità, potevano almeno acquistarle finte visto che avrebbero soddisfatto lo stesso risultato attuale, ma sicuramente tutti gli aretini avrebbero ringraziato per la migliore gestione dei soldi pubblici.
Andrea Mazzielli
Presidente Provinciale Azione Giovani – Giovane Italia
Consigliere Circoscrizione 2 Fiorentina - Arezzo

lunedì 24 maggio 2010

“Il caso Brezzi-Ambrosio sempre più imbarazzante”

Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì

Leggo da un giornale abbastanza conosciuto che l’affaire Brezzi - Ambrosio è sbarcato agli onori della cronaca nazionale. Dalle dichiarazioni dell’assessore Brezzi si legge una sempre maggiore difficoltà a difendere un operato indifendibile anche con delle affermazioni del genere: “i vertici tecnici del Comune mi hanno garantito della legittimità dell’operato”.
Su questa affermazione viene meno la caratura politica di un uomo che conferma che l’unica attività alla quale rimane molto affezionato è scaricare la responsabilità, oggi, sui tecnici. Premesso che un conto è la legittimità degli atti amministrativi e un conto è l’opportunità di questi, al Professor Brezzi sfugge tuttavia il passaggio cruciale che obbliga noi uomini politici a rispondere delle attività svolte quando ricopriamo il ruolo di assessori. Questa responsabilità nasce dal fatto che ci presentiamo agli elettori e ci proponiamo punto d’ascolto e punto di gestione per il bene collettivo. Questo può apparire retorico ma in realtà è molto, molto concreto ed è il motivo per cui gli assessori debbano rispondere ai cittadini del proprio operato. Ma questa sensibilità non può essere patrimonio di Brezzi, che è assessore, non va dimenticato, scelto da “sua maestà” in persona senza passare al vaglio degli elettori. Sì, sento già l’obiezione: tutti gli assessori sono scelti dal Sindaco e anche Lucherini delegava i propri fiduciari! Ma un conto è essere nominati assessori dopo avere affrontato le elezioni amministrative e preso centinaia, se non migliaia, di preferenze, legittimati dunque da un elettorato che non possiamo trascurare una volta assunto l’incarico di giunta. Un conto è stare lì per regalia proveniente dall’alto. Nascondersi dietro la legittimità data dai tecnici è imbarazzante prima di tutto per l’assessore stesso che pone in essere una così assurda difesa e in secondo luogo anche per quei tecnici che un domani dovranno continuare a lavorare con questo alto profilo di uomo politico.
Volevo inoltre ringraziare il presidente della Commissione Consiliare Cultura che ha voluto convocare martedì pomeriggio Brezzi per una audizione ufficiale. Aspetteremo con grande curiosità l’esito di questa commissione per presentare successivamente in una conferenza stampa i prossimi passi politici che intraprenderemo su questa vicenda. Ne posso anticipare uno: chiederò in consiglio la modifica dell’erogazione dei contributi a favore delle associazioni culturali eliminando la possibilità di affidamenti diretti, obbligando per qualsiasi erogazione l’assessorato a promuovere comunque un avviso pubblico. In secondo luogo proporrò una card di identità per le associazioni, una sorte di anagrafe comunale dell’associazionismo. In questa card dovranno essere contenuti dati tipo: anno di costituzione, regolarità contributiva e di pagamenti nei confronti di dipendenti e fornitori, obbligo di pubblicare nel sito internet del Comune i rendiconti contabili e amministrativi delle iniziative co-finanziate dal Comune e, per le associazioni che all’anno superano i 10.000 euro di contributi, l’obbligo di pubblicare sul sito internet del Comune i propri bilanci annuali. Forse così daremo una sterzata alla cattiva gestione e daremo a tutti una reale opportunità di misurarsi con gli eventi e la cultura cittadina.