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mercoledì 5 dicembre 2007

Il liberismo è di sinistra - Alesina A. e Giavazzi F. - Il Saggiatore

Un libro pretenzioso che si prefiggerebbe di dimostrare che il modello economico e sociale tatcheriano (quello delle liberalizzazioni, degli ammortizzatori sociali e della meritocrazia) appartenga alla sinistra (una contaddizione in termini quasi tragicomica).

Un libro che non tiene assolutamente conto della storia culturale e politica del nostro paese, in cui il fascismo e poi il PCI e l'ideologia marxista l'hanno fatta da padroni, influenzando entrambi, in maniera chiaramente statalista, la nascita, crescita e sviluppo della nostra economia.


Un libro che vorrebbe tracciare una nuova rotta a sinistra per sprigionare le forze di soggetti tropppo spesso vessati dal nostro sistema: giovani e studenti in primis, fino ad affermare la figura ed i diritti di u nuovo soggetto, il consumatore/contribuente.

Forse i due autori non si sono accorti che in Italia c'è già una generazione che si batte contro la gerontocrazia e per la meritocrazia, c'è una generazione ed un popolo che si sono stancati dello stradominio dei poli bancari rossi, di una magistratura troppo spesso (purtroppo) politicizzata, delle caste impenetrabili di alcune professioni, delle baronie universitarie politicamente schierate.


Il liberismo "corretto" di cui parlano Alesina e Giavazzi è un modello economico che, checchè ne possano pensare loro, è un punto d'arrivo che la destra moderna italiana sta cercando di perseguire (con fortune alterne) da circa 14 anni.
Forse non se ne sono accorti.
E forse non si sono accorti (visto che citano sempre l'inghilterra e gli USA come riferimento) che nel mondo anglosassone il pensiero liberale non sta a sinistra (ad eccezione di Tony Blair).

Un libro comunque da leggere, con l'arguzia di sostituire (quando sia del caso) la parola "sinistra" con quella "destra".