Website Ribbon Azione Giovani Arezzo - Dx Amaranto: Un’ altra vittoria di Ceccherelli (dalla tomba).

martedì 24 novembre 2009

Un’ altra vittoria di Ceccherelli (dalla tomba).

Così siamo arrivati all’ epilogo della vicenda sulla targa in memoria del sottotenente pilota medaglia d’oro Vittorino Ceccherelli, nostro concittadino. Epilogo spiacevole, di una storia che fin dall’ inizio ha presentato aspetti poco chiari, suggellato da una doppia sconfitta per la compagine comunista aretina. Due sconfitte in una: la caduta nel vuoto della pretesa ingiustificata ed ingiustificabile di rimuovere il nome dalla lapide, e la scoperta della vera identità del delegato (forse membro unico?) dell’associazione di estrema sinistra italo-spagnola schieratasi a favore dell’eliminazione della targa commemorativa che ha fatto arrossire (ma di vergogna!) i compagni che lo avevano invitato.
Con una differenza. La prima circostanza ha rassicurato e soddisfatto tutti coloro che hanno a cuore la memoria del passato e della gente che lo ha vissuto, mentre la seconda ha scosso ed allibito la cittadinanza che ha visto ospitare nel proprio Municipio l’autore di un efferato omicidio non espiato che portò Camucia in cronaca nazionale. L’assassino di Donello Gorgai, Felice D’Alessandro, oggi Rolando, pochi giorni fa in una conferenza, dopo la consegna della petizione nelle mani del Presidente del Consiglio Comunale, intrattenne i presenti (tra i quali il sottoscritto) con una lezione di storia consistente in un lungo elenco di indiscusse e terribili atrocità che sarebbero state compiute nella Guerra Civile Spagnola. D’Alessandro però con discutibile onestà intellettuale e l’assenso dei presenti (tra cui un assessore ed alcuni consiglieri del Comune e della Provincia) le riferì esclusivamente alla parte franchista come se avesse combattuto contro nessun altro. Le conclusioni della dissertazione furono in questa prospettiva: -“ La vittoria del Generalissimo ha provocato processi ad una sola parte, quella Repubblicana; ora è giusto far pagare chi, a causa della vittoria della guerra, non ha pagato”. Sottinteso: dato che i superstiti, ammesso, vista l’età, che siano vivi e rintracciabili non possono essere giudicati, accaniamoci quindi contro i segni ed i ricordi di chi è morto per quella causa.
Modo di pensare tipico di chi ancora si riconosce ed agisce nell’ ideologia comunista, la più sanguinosa; di chi, accecato da una dittatura interiore, pur di raggiungere gli obiettivi preposti non esita a mentire a se stesso, senza riuscire a ponderare le proprie iniziative indotte dal rancore serbato anche verso chi, morto, non può più difendersi. Un modo di pensare che ha contribuito a raccogliere un numero elevatissimo di firme per lasciare intatto il Monumento a memoria dei fatti ed, a far conseguire un’ altra vittoria al sottotenente Vittorino Ceccherelli, addirittura dal sacrario spagnolo in cui è sepolto, tra l’altro accanto ai nemici di un tempo. O forse ha contribuito solo alla doppia sconfitta della compagine comunista aretina, che ci ha rimesso di credibilità.
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Vittorio Giorgetti, promotore della petizione “Il Monumento ai Caduti del Liceo F. Petrarca non si tocca”.