Non lo ha fermato il malore di qualche tempo fa, né, tanto meno, l'aver passato formalmente il potere nelle mani di suo fratello.
Fidel è sempre in sella, respinge i i segnali di distensione di Obama sulla "questione Guantanamo", pontifica, ordina, scrive discorsi per i membri del governo, decide le politiche di Cuba, continua ad opprimere i Cubani.
Non si mostra in pubblico, è malato, ma è sempre lui il "leader maximo", l'aguzzino che permette che siano imprigionati i suoi compratoti solo perché non si conformano alle sue idee, magari leggendo libri diversi da quelli inclusi nella lista validata dal regime, o forse perché ascoltano radio americane, quindi illegali.
Questa è la notizia riportata dall'ANSA
Il nostro sdegno, invece, non può essere incluso in questa pagina: è troppo forte e grande.