Sempre più difficile la situazione per Walter Veltroni accusato di aver lasciato un buco di bilancio pari a ben 9 miliardi e 760 milioni di €uro al Comune di Roma. Notizia che se verrà confermata da un apposito istituto internazionale incaricato di verificare l'accaduto, obbligherà moralmente Veltroni a lasciare la carriera politica. Già una recente relazione della Ragioneria generale dello Stato ha confermato la cifra del debito del Comune di Roma.
Ancora peggio è andata alla convocazione dell'assemblea costituente del PD svoltasi alla fiera di Roma e risultata semideserta, visto che a fronte dei 2800 delegati invitati soltanto 300 si sono accreditati. In contraddizione di quella tanto invocata democrazia che dovrebbe stare alla base del PD e che ha dimostrato lo scarso attaccamento e radicamento del nuovo partito nel territorio.
Le scorse elezioni hanno dimostrato che gli elettori hanno lasciato il PD e ora, vista l'assemblea semideserta, anche i delegati stessi hanno lasciato il partito. E cosa ancora più grave è che alcuni delegati partecipanti hanno dichiarato di aver fatto solo presenza, dato che le 3 assemblee finora convocate sono servite solo per ratificare le decisioni già prese.
E tutte quelle invocazioni alla partecipazione è già finita vista la scarsa risposta dei delegati, figuriamoci quale potrà essere l'interesse di chi non dedica gran parte della giornata alla politica.
L'unico mezzo che Veltroni ha a disposizione per rianimare quegli spiriti ormai appiattiti, è tornare al passato e quindi contraddire tutto ciò che ha detto e ha fatto. Ha parlato di stagione nuova, di dialogo pacato e concreto e ha fatto un nuovo partito per fare programmi condivisi. Poi si accorge di perdere la base e i dirigenti del partito e quindi torna ad invocare la piazza e promette un corteo contro il governo. Stavolta gli italiani non ci cascheranno!
