Il ragioniere mancato Beppe Grillo ha oggi la responsabilità di attenuare l’evento della commemorazione del 25 Aprile a causa del suo V-day 2 per scatenare ancora una volta le sue battaglie anti-tutto e tutti.
Per comprendere il perché dei suoi comportamenti, delle sue battaglie e soprattutto la sua coerenza è opportuno conoscere il suo passato. Prima di essere mandati a “vaffa…..” da lui è meglio scavare nella biografia di colui che in pochi anni è diventato un paladino (MILIONARIO) dell’antipolitica.
Il giovane Grillo tutto sommato stava economicamente benino. Si diplomò ragioniere all’Ugolino Vivaldi, che era un istituto privato per rampolli-bene con retta piuttosto esosa. S’iscrisse anche a Economia e commercio, ma presto la piantò lì. Il padre, Enrico, possedeva una fabbrica di fiamme ossidriche (la Cannelli Grillo) e lo reclamava, ma lui da principio non ci pensava neanche.
La celebre tirchieria di Grillo (parsimonia, si dice a Genova) in quel periodo prende le forme di incontrollabili leggende. Ben quattro presunti testimoni raccontano che girasse con una tuta appositamente senza tasche per non avere soldi da spendere. All’epoca fumavano tutti, ma lui prendeva le Hb nel pacchetto da dieci. Non pagava mai niente, non offriva mai niente, e questo lo dicono davvero tutti: occorre tener conto che dei genovesi che lamentano la tirchieria altrui sono come dei napoletani che accusassero qualcuno d’essere chiassoso.
Altra leggenda vuole che nella sua villa di Sant’Ilario abbia frutti e ortaggi di plastica, e la citata biografia di Crecchi e Rinaldi conferma tutto:«Era guardato con diffidenza dai contadini perché rifiutava ostinatamente di coltivare le sue fasce di terra,ma un giorno ha avuto un’intuizione delle sue sistemando ortaggi di plastica turgidi e coloratissimi tra gli ulivi».
È stata invece la seconda moglie di Grillo, Parvin Tadjk, intervistata a Crozza Italia su La7, a parlare degli snervanti controlli del marito sugli scontrini della spesa. Dopo la balzana ipotesi che Beppe Grillo si sia fatto crescere la barba per risparmiare sulla lamette, altro ritornello genovese, la carriera di Grillo entra nel vivo.
Per comprendere il perché dei suoi comportamenti, delle sue battaglie e soprattutto la sua coerenza è opportuno conoscere il suo passato. Prima di essere mandati a “vaffa…..” da lui è meglio scavare nella biografia di colui che in pochi anni è diventato un paladino (MILIONARIO) dell’antipolitica.
Il giovane Grillo tutto sommato stava economicamente benino. Si diplomò ragioniere all’Ugolino Vivaldi, che era un istituto privato per rampolli-bene con retta piuttosto esosa. S’iscrisse anche a Economia e commercio, ma presto la piantò lì. Il padre, Enrico, possedeva una fabbrica di fiamme ossidriche (la Cannelli Grillo) e lo reclamava, ma lui da principio non ci pensava neanche.
La celebre tirchieria di Grillo (parsimonia, si dice a Genova) in quel periodo prende le forme di incontrollabili leggende. Ben quattro presunti testimoni raccontano che girasse con una tuta appositamente senza tasche per non avere soldi da spendere. All’epoca fumavano tutti, ma lui prendeva le Hb nel pacchetto da dieci. Non pagava mai niente, non offriva mai niente, e questo lo dicono davvero tutti: occorre tener conto che dei genovesi che lamentano la tirchieria altrui sono come dei napoletani che accusassero qualcuno d’essere chiassoso.
Altra leggenda vuole che nella sua villa di Sant’Ilario abbia frutti e ortaggi di plastica, e la citata biografia di Crecchi e Rinaldi conferma tutto:«Era guardato con diffidenza dai contadini perché rifiutava ostinatamente di coltivare le sue fasce di terra,ma un giorno ha avuto un’intuizione delle sue sistemando ortaggi di plastica turgidi e coloratissimi tra gli ulivi».
È stata invece la seconda moglie di Grillo, Parvin Tadjk, intervistata a Crozza Italia su La7, a parlare degli snervanti controlli del marito sugli scontrini della spesa. Dopo la balzana ipotesi che Beppe Grillo si sia fatto crescere la barba per risparmiare sulla lamette, altro ritornello genovese, la carriera di Grillo entra nel vivo.
(fonti: Il Giornale)