Website Ribbon Azione Giovani Arezzo - Dx Amaranto: QUESITO MASTELLA

domenica 28 ottobre 2007

QUESITO MASTELLA

L’inchiesta Why not arrivata da Catanzaro a Roma, invece di dirigersi direttamente al Tribunale dei ministri, si fermata alla Procura per un’ulteriore valutazione degli atti. Che riguardano solo Clemente Mastella. Il ministro della Giustizia viene iscritto dai pm della capitale nel registro degli indagati per i reati di abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti e concorso in truffa. «Un atto dovuto», spiega il procuratore capo di Roma. Che dovrà trasmettere entro 15 giorni tutto il materiale al collegio per i reati ministeriali, insieme alla richiesta di approfondire le indagini o di archiviare. De Magistris diventato l’emblema della toga che si oppone ai poteri forti, insieme alla collega milanese Clementina Forleo. I magistrati rispettino la legge, evitino la ricerca del consenso della piazza, perchè oltre questo confine non c’è più la giustizia quale noi conosciamo e vogliamo. Per Mastella, sono proprio certi comportamenti che non rispettano le regole, a mettere a rischio l’indipendenza della magistratura, se non addirittura tutte le istituzioni. Il Guardasigilli rivendica "con orgoglio la paternità" della riforma dell’ordinamento giudiziario, malgrado le critiche che spesso vengono proprio dalla magistratura è voi che ne dite? Deve proprio essere orgoglioso, dell'INDULTO. Voi cosa ne dite? E' stato proprio un genio a fare quel provvedimento così non ci possiamo più lamentare che le carceri sono stra piene; ora si che sono vuote, col cavolo anzi c'è più gente di prima molti di essi sono quelle che sono uscite sono quasi rientrate. Riguardo ai nuovi meccanismi in materia disciplinare, che hanno suscitato recentemente interventi polemici, e hanno disegniato un nuovo equilibrio del potere cautelare. I fatti di questi giorni, dimostrano che questo sistema che vede il ministro della Giustizia promotore dell’azione disciplinare, può essere causa di tensioni e si può discutere di questo, ma con serietà. Comunque alla fine a decidere è sempre la Corte Suprema della Magistratura, «espressione dell’organo di autogoverno della magistratura e massima garanzia non solo per l’incolpato, ma per la complessiva coerenza dei rapporti tra le istituzioni».