Tuatta colpa di una legge sulla par condicio che andrebbe rivista nell'ottica di garantire veramente un servizio che sia di utilità verso il pubblico (ed il riferimento esplicito è sopratuto per i canali RAI, finanziati dai contribuenti) e che, pur rispettando le pluralità del "grande spettro politico" rappresentato dal sistema italiano, proponga chiare regole di confronto/scontro televisivo tra i principali candidati a governare il paese.
A riguardo vogliamo precisare che non vogliamo un sistema di regole che mettano il bavaglio a coloro che stanno fuori dalla corsa per il governo, ne, tanto meno, a tutti quei partiti che si trovano fuori dai due grandi soggetti (PD e PDL); stimiamo però che in qualche misura, ci debba essere per la tv di stato un regolamento che impedisca "le partite a scacchi", le provocazioni, gli annullamenti delle partecipazioni studiate a tavolino, che si stanno vedendo in questa campagna elettorale.
Regole semplici che si incardinino sui seguenti punti:
- Trasparenza delle regole stesse
- Responsabilità & Libertà di partecipazione (che non implichi la non partecipazione altrui
- Rappresentatività & Proporzionalità (chi non rappresenta alcun cittadino non può trovare o stesso spazio televisivo dei grandi partiti)
- Pluralismo